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POLITICA

L'intervista

Renzi: "Dati sul Pil siano stimolo per andare avanti più veloci sulle riforme"

Il premier incassa il colpo del nuovo dato negativo sul Prodotto Interno Lordo e rilancia: "La flessibilità che ci spetta ce la prendiamo", ma dobbiamo fare le riforme "per essere credibili e leader" in Europa

Matteo Renzi
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Roma Non piangersi addosso e prendere gli ultimi dati economici, negativi, come uno stimolo per un’azione ancor più incisiva sulle riforme. Mostra ottimismo il premier Matteo Renzi all’indomani del dato Istat sul Pil che torna a fotografare una crescita negativa per il nostro Paese. Mostra ottimismo e, in un’intervista al Messaggero, indica la strada da seguire, una strada che passa da 5 punti: riforma costituzionale e della legge elettorale, una politica estera più marcatamente orientata al Mediterraneo e all’Africa, investimenti su cultura ed educazione e, infine, un’operazione sulla spending review.

Economia, ovviamente, ma non solo questa nell’intervista al premier che è tornato a parlare del rapporto con Silvio Berlusconi e Forza Italia, spiegando che il dialogo “ha senso nel momento in cui ci riconosciamo come avversari politici”, e quindi nessuna ipotesi di appoggio, nemmeno esterno, da parte dell’ex premier al governo. E poi legge elettorale, con Renzi che apre definitivamente alle preferenze, “spero che ci siano”.

“Nessuna manovra in vista”
Nonostante la bocciatura che arriva dal dato sul Pil, -0.2 nel secondo trimestre e -0.3 su base annua, rassicura Renzi: “Non ci saranno manovre aggiuntive”. E spiega il premier che i dati si riferiscono ai primi sei mesi dell’anno e “comprendono appena un mese di bonus (gli 80 euro ndr) mentre l’abbassamento dell’Irap neppure c’era”. Ottimi motivi per non farsi prendere dal panico, non vivere il nuovo calo come una bocciatura per il governo e continuare sulla via delle riforme.

Ue e flessibilità
“La flessibilità che ci spetta noi ce la prendiamo”, avverte Renzi. Se l’Europa si è affrettata a sottolineare che questi dati avranno una ripercussione sui conti pubblici italiani, risponde il premier rilanciando. “Il punto vero oggi sarebbe: vogliamo aprire una discussione intorno all’Europa? L’Italia può fare la sua parte solo se si presenta al tavolo europeo dicendo: signori, noi le riforme le abbiamo avviate”, solo così possiamo essere leader e credibili.

Renzi-Berlusconi, riforme insieme ma da avversari
“Sulla giustizia – spiega il premier – ho capito che non c’è un grande entusiasmo sul nostro piano di riforma. Quello che c’è è però un grande fatto politico: le riforme istituzionali si provano a fare insieme. Un fatto di civiltà del Paese. Un’operazione che ha senso proprio nel momento in cui ci riconosciamo come avversari politici”. Niente appoggio quindi di Forza Italia al governo. Ben venga, dice Renzi, “se ci sono singoli argomenti su cui sono d’accordo, ma mi sembra difficile”.

Italicum verso le preferenze
“Io penso e spero di sì”, dice il premier rispondendo a chi gli chiede se nella nuova legge elettorale ci saranno le preferenze. E paragonando l’Italicum al Porcellum, dice: “Tra i due ci sarà la stessa differenza che c’è tra il Barolo e la Coca Cola”. 

Privatizzazioni
"Non è il momento di svendere. Avanti dunque - spiega Renzi- con le privatizzazioni ma non con l'ansia di chi ha bisogno di realizzare". "Partiamo - continua il premier - dalle municipalizzate, dalla cosse difficili e iniziamo a disboscare la giungla di partecipate, di poltrone e di Cda e diciamo ai sindaci: noi vi diamo gli incentivi, ma voi mettete insieme le aziende. Se non lo fate poi non vi stupite se chiudiamo i rubinetti".
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