POLITICA
Siracusa
Renzi: "Mercoledì ci scateniamo: jobs act, piano casa ed edilizia scolastica"
E' cominciata con la visita alla scuola Raiti la giornata siracusana di Matteo Renzi che ha annunciato di non essere più sindaco. Dopo l'incontro con i ragazzi, nell'agenda del premier, gli appuntamenti con gli ammnistratori locali e gli imprenditori della zona. Contestazioni all'uscita
Siracusa
“Mercoledì non farò la consueta tappa in giro per l’Italia ad ascoltare le realtà locali perché ho in programma una corposa conferenza stampa a Roma in cui annunceremo finalmente una serie di provvedimenti: presentiamo il jobs act, gli interventi sulla scuola e gli interventi per il piano casa. Ci sono 2 miliardi di euro pronti per l'edilizia scolastica”. Lo ha annunciato Matteo Renzi parlando a Siracusa con gli amministratori locali nella seconda tappa del suo giro d’Italia. Tappa che era cominciata in mattinata con la visita a una scuola del siracusano e si è conclusa poi con l’incontro con gli imprenditori e i rappresentanti sindacali della zona. E proprio parlando con il mondo dell'impresa il premier ha toccato il tema riforme-europa: "Dobbiamo fare le riforme prima del semestre a presidenza italiana per poter per una volta chidere qualcosa all'Europa e non dover più dire l'Europa ci chiede. Per esempio potremmo chiedere di parlare di immigrazione non solo quando ci sono le tragedie".
E parlando con alcuni sindaci Renzi ha anche detto di non essere più sindaco: “Fino a ieri ero anch'io un sindaco, ma poi ho optato per la carica di premier".
L'incontro con gli amministratori locali
Il premier Matteo Renzi, parlando a Siracusa, ha spiegato che con i provvedimenti in arrivo la prossima settimana intende "scatenare" politiche di crescita sul territorio a partire dall'esperienza dei sindaci. "Bisogna fare cose concrete - ha proseguito il premier - il cahiers de doléances dei sindaci lo conosciamo. Lo sanno tutte le persone che vengono dall'esperienza amministrativa e che hanno fatto i sindaci nel periodo peggiore. Negli anni '90 fare il sindaco era crescenti risorse e un forte ruolo sociale, il sindaco è una esperienza meravigliosa ma difficile".
Legge elettorale
Conversando con alcuni dei partecipanti dell’incontro in Municipio a Siracusa Renzi è tornato a parlare anche dei temi “caldi” dell’agenda politica, in primis la legge elettorale. "Ottimismo? Vedremo...". Poi, dopo avere visto in sala fare capolino tra il pubblico alcuni parlamentari ha scherzato: "Vedo alcuni deputati, spero che vadano a votare la legge elettorale, anzi sbrigatevi...".
L'incontro con il mondo dell'impresa
Sono le riforme il tema centrale dell'incontro del premier con gli imprenditori locali. Sulla riforma del Senato "mi gioco la vittoria della mia scommessa - ha detto il premier -. Se non saremo in grado di farla avremo perso anche se l'economia riparte". "Ridurre il numero dei parlamentari - ha spiegato Renzi - è importante non tanto dal punto di vista economico quanto da quello simbolico. La politica deve dare il buon esempio. Non si può cambiare un Paese se non si inizia dalla politica e dalla pubblica amministrazione". "O noi riusciamo a eliminare il Senato, come lo conosciamo adesso - ha continuato l'ex sindaco di Firenze -, o non avremo fatto il cambiamento di cui c'è bisogno. Certo che ho rispetto del Senato, e proprio per questo rispetto penso che l'attuale conformazione del bicameralismo perfetto costituisca un freno per l'Italia. Si ha rispetto per le istituzioni non se si prova a imbalsamarle in un formalismo retorico, ma se si prova concretamente ad adeguarle alla vita reale delle persone". Riforme che vanno fatte prima del semestre europeo a presidenza italiana perché non vogliamo "dover dire l'Europa ci chiede", ma vogliamo essere noi a chiedere qualcosa. "Mi prendono in giro - ha concluso il premier -: fai una misura al mese, ma non ci sono alternative. O fai una misura shock oppure sprechiamo la ripresa, già abbiamo sprecato la crisi". E poi, rivolgendosi agli imprenditori, Renzi li ha invitati ad inviare al governo un report su interventi ritenuti urgenti e su cui il governo può intervenire: "Vi date un tempo per mandarcelo per email, lo mandiamo a Delrio a cui diamo anche un tempo" per la risposta. "Da qui al 31 di marzo - ha spiegato il presidente del Consiglio - noi aspettiamo la vostra documentazione punto per punto, molto chiara, su questioni locali in cui c'è scritto ad esempio perché un dato intervento è bloccato".
La visita alla scuola Raiti
La giornata del premier era cominciata con la visita all’istituto Raiti, intitolato a un giovane carabiniere siracusano ucciso dalla mafia. “Che la scuola italiana torni ad essere la patria della bellezza e della cultura”: questo lo slogan con cui i ragazzi hanno accolto il presidente del Consiglio. Il premier ha detto che volentieri avrebbe portato lo stesso slogan a palazzo Chigi. Renzi, parlando con i ragazzi, gli insegnati e le altre componenti della scuola ha sottolineato il difficile momento del mercato del lavoro: “"E' il momento più difficile da 30 anni per chi perde il posto di lavoro. Dobbiamo cercare di fare uno sforzo vero". E, facendo riferimento agli insegnanti, ha detto dobbiamo dire “grazie alle insegnanti, il loro è un lavoro importante, un lavoro che salva Paese”. Renzi ha poi citato Martin Luther King, chiedendo ai ragazzi se sapessero chi fosse e spiegando che “senza scuola non si possono inseguire i propri sogni”, ed ha ricordato la vittoria italiana all’Oscar spiegando che “la grande bellezza è dentro ognuno di noi”. "La scuola è luogo di sogni - ha spiegato il premier -. Noi con Graziano Delrio, che è qui con me, e con i ministri, faremo di tutto per fare delle scuole il luogo della grande bellezza". Parlando delle nuove tecnologie e dei social network il premier ha poi detto: "Qualsiasi messaggio virtuale non vale la bellezza di un abbraccio fisico. Io uso twitter, facebook, ho quasi un milione di amici, ma che senso ha chiedere l’amicizia a uno che sta a 100 chilometri se non si chiede poi al compagno di banco?". Il premier ha poi parlato della diversità e ha esortato i bambini: "Accettarsi nelle diversità è qualcosa di bello".
Le contestazioni e il presidio fuori dal comune
Il presidente del Consiglio, dopo essere stato circa un’ora in compagnia dei ragazzi, ha lasciato la scuola diretto a palazzo Vermexio dove erano in programma gli incontri con gli amministratori locali e poi gli imprenditori della zona. E all’uscita non sono mancate le contestazioni con una cinquantina di persone che hanno alzato cartelli con la scritta “questa non è democrazia” e chiesto al premier di tornare alle urne. Contestazioni arrivate da un gruppo di militanti del Movimento 5 Stelle e da alcuni precari della scuola. E fuori dalla sede del comune siciliano si sono riuniti alcuni presìdi. Tra i manifestanti i lavoratori della Pirelli di Siracusa, esponenti di Forza Nuova e un’associazione che chiede un intervento per riportare in Italia i due maro’ detenuti in India oltre una delegazione della Sotis azienda che lavora per conto del Comune.
E parlando con alcuni sindaci Renzi ha anche detto di non essere più sindaco: “Fino a ieri ero anch'io un sindaco, ma poi ho optato per la carica di premier".
L'incontro con gli amministratori locali
Il premier Matteo Renzi, parlando a Siracusa, ha spiegato che con i provvedimenti in arrivo la prossima settimana intende "scatenare" politiche di crescita sul territorio a partire dall'esperienza dei sindaci. "Bisogna fare cose concrete - ha proseguito il premier - il cahiers de doléances dei sindaci lo conosciamo. Lo sanno tutte le persone che vengono dall'esperienza amministrativa e che hanno fatto i sindaci nel periodo peggiore. Negli anni '90 fare il sindaco era crescenti risorse e un forte ruolo sociale, il sindaco è una esperienza meravigliosa ma difficile".
Legge elettorale
Conversando con alcuni dei partecipanti dell’incontro in Municipio a Siracusa Renzi è tornato a parlare anche dei temi “caldi” dell’agenda politica, in primis la legge elettorale. "Ottimismo? Vedremo...". Poi, dopo avere visto in sala fare capolino tra il pubblico alcuni parlamentari ha scherzato: "Vedo alcuni deputati, spero che vadano a votare la legge elettorale, anzi sbrigatevi...".
L'incontro con il mondo dell'impresa
Sono le riforme il tema centrale dell'incontro del premier con gli imprenditori locali. Sulla riforma del Senato "mi gioco la vittoria della mia scommessa - ha detto il premier -. Se non saremo in grado di farla avremo perso anche se l'economia riparte". "Ridurre il numero dei parlamentari - ha spiegato Renzi - è importante non tanto dal punto di vista economico quanto da quello simbolico. La politica deve dare il buon esempio. Non si può cambiare un Paese se non si inizia dalla politica e dalla pubblica amministrazione". "O noi riusciamo a eliminare il Senato, come lo conosciamo adesso - ha continuato l'ex sindaco di Firenze -, o non avremo fatto il cambiamento di cui c'è bisogno. Certo che ho rispetto del Senato, e proprio per questo rispetto penso che l'attuale conformazione del bicameralismo perfetto costituisca un freno per l'Italia. Si ha rispetto per le istituzioni non se si prova a imbalsamarle in un formalismo retorico, ma se si prova concretamente ad adeguarle alla vita reale delle persone". Riforme che vanno fatte prima del semestre europeo a presidenza italiana perché non vogliamo "dover dire l'Europa ci chiede", ma vogliamo essere noi a chiedere qualcosa. "Mi prendono in giro - ha concluso il premier -: fai una misura al mese, ma non ci sono alternative. O fai una misura shock oppure sprechiamo la ripresa, già abbiamo sprecato la crisi". E poi, rivolgendosi agli imprenditori, Renzi li ha invitati ad inviare al governo un report su interventi ritenuti urgenti e su cui il governo può intervenire: "Vi date un tempo per mandarcelo per email, lo mandiamo a Delrio a cui diamo anche un tempo" per la risposta. "Da qui al 31 di marzo - ha spiegato il presidente del Consiglio - noi aspettiamo la vostra documentazione punto per punto, molto chiara, su questioni locali in cui c'è scritto ad esempio perché un dato intervento è bloccato".
La visita alla scuola Raiti
La giornata del premier era cominciata con la visita all’istituto Raiti, intitolato a un giovane carabiniere siracusano ucciso dalla mafia. “Che la scuola italiana torni ad essere la patria della bellezza e della cultura”: questo lo slogan con cui i ragazzi hanno accolto il presidente del Consiglio. Il premier ha detto che volentieri avrebbe portato lo stesso slogan a palazzo Chigi. Renzi, parlando con i ragazzi, gli insegnati e le altre componenti della scuola ha sottolineato il difficile momento del mercato del lavoro: “"E' il momento più difficile da 30 anni per chi perde il posto di lavoro. Dobbiamo cercare di fare uno sforzo vero". E, facendo riferimento agli insegnanti, ha detto dobbiamo dire “grazie alle insegnanti, il loro è un lavoro importante, un lavoro che salva Paese”. Renzi ha poi citato Martin Luther King, chiedendo ai ragazzi se sapessero chi fosse e spiegando che “senza scuola non si possono inseguire i propri sogni”, ed ha ricordato la vittoria italiana all’Oscar spiegando che “la grande bellezza è dentro ognuno di noi”. "La scuola è luogo di sogni - ha spiegato il premier -. Noi con Graziano Delrio, che è qui con me, e con i ministri, faremo di tutto per fare delle scuole il luogo della grande bellezza". Parlando delle nuove tecnologie e dei social network il premier ha poi detto: "Qualsiasi messaggio virtuale non vale la bellezza di un abbraccio fisico. Io uso twitter, facebook, ho quasi un milione di amici, ma che senso ha chiedere l’amicizia a uno che sta a 100 chilometri se non si chiede poi al compagno di banco?". Il premier ha poi parlato della diversità e ha esortato i bambini: "Accettarsi nelle diversità è qualcosa di bello".
Le contestazioni e il presidio fuori dal comune
Il presidente del Consiglio, dopo essere stato circa un’ora in compagnia dei ragazzi, ha lasciato la scuola diretto a palazzo Vermexio dove erano in programma gli incontri con gli amministratori locali e poi gli imprenditori della zona. E all’uscita non sono mancate le contestazioni con una cinquantina di persone che hanno alzato cartelli con la scritta “questa non è democrazia” e chiesto al premier di tornare alle urne. Contestazioni arrivate da un gruppo di militanti del Movimento 5 Stelle e da alcuni precari della scuola. E fuori dalla sede del comune siciliano si sono riuniti alcuni presìdi. Tra i manifestanti i lavoratori della Pirelli di Siracusa, esponenti di Forza Nuova e un’associazione che chiede un intervento per riportare in Italia i due maro’ detenuti in India oltre una delegazione della Sotis azienda che lavora per conto del Comune.