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POLITICA

Il premier al convegno sul ruolo delle Regioni in Europa

Renzi a Bolzano: "L'Europa non può essere solo la patria di banchieri e burocrati"

Il presidente del Consiglio torna a parlare della necessità di rinnovamento in Europa. Una riforma da cercare senza alibi e senza dimenticare il passato. L'Italia, invece, ha bisogno di ritrovare la sua autostima

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi (Lapresse)
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Bolzano "Difendiamo l'Europa dall'assalto della tecnocrazia", perché non sia soltanto la patria di "banchieri e burocrati". Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che il 2 luglio ha aperto il semestre italiano alla guida dell'Unione Europea, continua a parlare della sua volontà di cambiare l'Ue. Lo ribadisce intervenendo al convegno sul ruolo delle Regioni in Europa a Fiè dello Scilar, in provincia di Bolzano, al quale ha preso parte anche il cancelliere austriaco Werner Faymann.

"Non serve a niente condividere una moneta se non condividi un destino"
Per Renzi l'Ue ha "senso e un futuro solo se condivide i valori e gli interessi di tutti i cittadini". "Non serve a niente condividere una moneta - insiste - se non condividi un destino". Nell'intenzione del premier c'è quella di fare dell'Europa "la casa dei valori e la casa dei cittadini". E in questo senso va anche riscoperto il valore dell'identità che "non è una parolaccia. In passato - osserva Renzi - si è pensato che l'identità fosse il contrario di integrazione; il contrario di integrazione è disintegrazione". Il premier, però, stigmatizza l'atteggiamento secondo cui "identità significa mandare fuori gli altri". 

Il futuro e il passato
Ma la voglia di cambiare, di riformare, non deve dimenticare il passato. "Se vogliamo costruire il futuro - spiega Renzi - non possiamo esser schiacciati sul presente. Io sono considerato il rottamatore, che distrugge il passato. Non è così, per me la rottamazione non è cancellare il passato, il passato è fondamentale". 

L'Italia deve ritrovare l'autostima
E parlando del nostro Paese il presidente del Consiglio specifica: "C'è bisogno di una qualità che l'Italia ha perso: la fiducia in se stessi. L'Italia - continua Renzi - ha perso autorevolezza perché ha perso autostima e si è raccontata come un insieme di problemi", aggiunge. "L'Italia non è questo - continua - ci sono valori più "grandi, educativi, culturali, come la scommessa sul bello". 

"Successi altri non sono causa nostri problemi"
Per Renzi il rinnovamento, in Italia e in Europa, si deve attuare senza cercare senza alibi. "Non possiamo pensare di uscire dalla crisi - dice infatti il premier - se continuiamo a guardare a chi ha risultati diversi da noi, sull'economia come sulla disoccupazione, come causa dei nostri problemi. Iniziamo a copiare piuttosto", aggiunge Renzi. "Cominciamo a copiare il sistema di formazione duale che funziona in Alto Adige, in Austria e in Germania che noi non abbiamo, e questo è un problema - prosegue -. Da noi la formazione è stata affidata solo a professionisti della burocrazia anziché alle imprese, alle scuole e alle realtà produttive".
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