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POLITICA

Il tour europeo

Renzi e Hollande "Insieme per una nuova Europa"

Il premier è arrivato poco dopo le 12 nella capitale francese per l'incontro bilaterale con il presidente francese, prima tappa di una settimana che lo porterà a Berlino e quindi a Bruxelles. Una nota dell'Eliseo: "Insieme, abbiamo ora la stessa volontà di accelerare, in un momento in cui le istituzioni europee si rinnovano e si definiscono i grandi orientamenti dei prossimi cinque anni"

Matteo Renzi e Francois Hollande all'Eliseo
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Parigi (Francia) Il premier Matteo Renzi è arrivato a Parigi poco dopo le 12.15 per incontrare il presidente francese Francois Hollande, prima tappa del tour europeo che lo porterà lunedì a Berlino dalla cancelliera Angela Merkel e si concluderà giovedì a Bruxelles per il consiglio europeo dedicato all’economia.
 
Accompagnato dalla moglie Agnese il premier italiano, dopo la colazione con Hollande, terrà una conferenza stampa con il presidente transalpino.

La sintonia tra i due leader nel documento di presentazione dell’incontro
"Renzi vuol far emergere "un'altra Europa'", proprio come Hollande che "lavora da due anni per cambiare l'orientamento" delle politiche Ue. E’ quanto scritto dall'Eliseo nel documento di presentazione dell'incontro fra il presidente del Consiglio italiano e il capo dello stato francese. "Insieme – continua il testo -, abbiamo ora la stessa volontà di accelerare, in un momento in cui le istituzioni europee si rinnovano e si definiscono i grandi orientamenti dei prossimi cinque anni".
 
E’ partita dunque la missione Europa di Matteo Renzi. Con l’appuntamento di oggi inizia infatti la settimana del vero 'battesimo di fuoco' per il premier. Dopo l’incontro di oggi, lunedì sarà la volta del faccia a faccia con la cancelliera tedesca Angela Merkel, cancelliera che Renzi dovrà convincere della bontà del suo piano di riforme già definito 'ambizioso'.

Giovedì sarà quindi la volta di Bruxelles, dove il premier taliano prenderà parte al Consiglio europeo tutto dedicato all'economia. E proprio qui, a Bruxelles, Renzi avrà anche un bilaterale con il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso.

La settimana europea del premier si prospetta, quindi, fittissima di impegni. Settimana preparata ieri al Colle con il capo dello Stato, con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Delrio, Gozi e alcuni ministri tra cui Piercarlo Padoan. L'obiettivo, concordato con Napolitano, è quello di presentarsi al summit con le idee chiare: arrivare a un "riequilibrio delle politiche europee che accompagni la disciplina sui conti con la crescita e l'attenzione all'economia reale".

Renzi parte già con una sicurezza: il suo piano di misure è 'ambizioso'. Ieri il portavoce di Angela Merkel, durante una conferenza stampa a Berlino, ha parlato infatti del progetto di riforme del governo italiano. Un progetto sì ambizioso, ma che dovrà essere illustrato nei dettagli alla cancelliera. Il piano renziano deve di fatto fare i conti con il rigore imposto dall'Europa e dalla Bce che proprio pochi giorni fa ha bacchettato il nostro Paese chiedendo misure tangibili per ridurre il deficit.

Matteo Renzi ha assicurato più volte di non volere sforare il tetto del 3% del deficit, ma si è riservato di utilizzare parte del margine per la riduzione delle tasse. Portando così il disavanzo dal 2,6% al 2,8%. Il problema è che il Fiscal Compact non lo permette: prevede infatti l'obbligo di tagliare il deficit per far scendere il debito. Deficit che tra l'altro è stato oggetto del monito della Banca centrale proprio pochi giorni fa. L'Eurotower sostiene infatti che l'Italia non abbia compiuto progressi tangibili per la riduzione del suo deficit. Per rivedere il deficit e il suo tetto sarebbe necessario il via libera di Bruxelles. Fare deficit per tagliare le tasse potrebbe infatti comportare per il nostro Paese la procedura di infrazione per deficit e debito eccessivo. E Renzi lo sa benissimo. L'opera di convincimento, in sostanza, dovrà far leva su questo assunto: per far scendere il debito bisogna alzare il Pil. Se non si vuole morire di austerità.
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