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POLITICA

Fiducia a Montecitorio

Renzi: "Rendiamo possibile la pagina più bella per questo Paese"

La replica del neopremier a Montecitorio è cominciata con un omaggio alle istituzioni: "Entrando in Aula si prova senso di stupore vero". "Per questo governo - ha poi detto Renzi - non ci sono alibi: se ci riusciremo abbiamo fatto il nostro dovere, se non ci riusciremo sarà solo colpa nostra; non è un atto di coraggio ma di responsabilità"

Matteo Renzi a Montecitorio
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Roma "Mi ero preparato una replica puntuale su tutti gli interventi, che sono stati 57 da stamattina. Ma poi ho pensato che entrando in Aula (mai mi era capitato né da turista né quando collaboravo con Pistelli) si prova senso di stupore vero. Lo dico in modo non formale. Tutte le aule parlamentari danno un senso di vertigine, bellezza, intensità come luogo della democrazia". E' iniziato così l'intervento del premier Matteo Renzi in sede di replica alla Camera.

L'Aula di Montecitorio "è un luogo che esprime un senso di rispetto delle istituzioni e della nostra storia, perché siamo abituati a pensare che la politica sia davvero una forma straordinaria di servizio alla comunità" ha spiegato il neopremier citando il "fiorentino" don Lorenzo Milani: "Mi sono accorto che il mio problema è uguale al tuo, sortirne da solo è avarizia, sortirne insieme è la politica"

"Io non sono un onorevole ma voi siete onorevoli, degni di onore - ha continuato Renzi -. Entrando mi sono detto quanto siate fortunati tutti i giorni, perché ci facciamo un callo, ma sedete in posto dove grandissimi della nostra storia, di diverse estrazioni politiche e culturali, hanno seduto". 

"Per questo governo non ci sono alibi: se ci riusciremo abbiamo fatto il nostro dovere, se non ci riusciremo sarà solo colpa nostra; non è un atto di coraggio ma di responsabilità", ha sottolineato il segretario Pd. E conclude con un augurio: "La pagina piu bella che questo Paese deve vedere non l'ha ancora vista, toccherà a ciascuno di voi il compito di realizzarla".

Mafia
Dopo la strage di Capaci "nel '92-'94 si è toccato il punto più basso della politica, lo Stato sembrava inerte, sconfitto, i figli migliori del nostro Paese venivano mandati al martirio. Per questo quando sento parlare di mafia con leggerezza, quando sento parlare di pizzini, avverto un brivido dolore". Da più parti si era sottolineata l'assenza di qualsiasi accenno alla criminalità organizzata nel suo discorso al Senato. E alla Camera Renzi, nella sua premessa, ha voluto toccare l'argomento.

Il cambio con Letta
Matteo Renzi è poi tornato anche alla Camera a spiegare la nascita del suo governo fuori da un passaggio elettorale. Come ieri al Senato, infatti, il premier ha sottolineato che il Paese ha oggi "un'unica chanches: quella di sfruttare la timida ripresa per cambiare profondamente. Questo cambiamento radicale - ammette - avrebbe meritato un passaggio elettorale, ma solo se ci fossero state le condizioni di creare una maggioranza stabile, solida e responsabile del mandato degli elettori". Così non era e "se avessimo avuto un passaggio elettorale come un anno fa, il problema si sarebbe riprodotto". Non si deve "arrivare in Ue con la stessa piattaforma di questioni aperte che gli ultimi governi hanno cercato di iniziare a risolvere" e "in particolar modo il governo Letta ha investito molto in questo, lo dico in modo chiaro ed inequivoco".

M5S
"Comprendiamo la difficoltà di capire una cosa complicata che si chiama democrazia interna, provateci anche voi". Lo ha detto il premier, in aula alla Camera, rivolto verso i banchi del M5S. "So che e difficile da capire per chi non è abituato al dibattito interno tra una comunità di donne e uomini, persone diverse che si chiama partito. Nel Pd siamo abituati a confrontarci quando dobbiamo litigare lo facciamo" e "abbiamo il coraggio di riconoscere che chi vince ha la maggioranza". E per sottolineare questo passaggio Renzi ha ricordato lo scontro alle primarie tra lui e Bersani. "Quando Bersani ha vinto non mi ha escluso dal Pd e il fatto che Bersani sia qui oggi è un segno di stile, di rispetto non solo personale ma politico".

Semestre europeo
"Pensiamo che il semestre europeo sia una gigantesca opportunità, non una formalità. L'Europa non è il nostro nemico". Addossare all'Ue la colpa dei problemi dell'Italia, ha affermato Renzi, significa "non soltanto negare l'evidenza dei fatti ma tradire la storia istituzionale di questo Paese che ha costruito l'Europa".

Scuola
Serve una "gigantesca battaglia perché la stabilità della sicurezza scolastica sia più importante della stabilità dei conti. E' un fatto di credibilità e dignità". "Attenderemo le risposte degli amministratori locali ma dal 15 giugno al 15 settembre quando riprenderanno le scuole vogliamo che sia visibile, plastica, evidente l'opera di investimento che è stata fatta". Lo ha detto il premier assicurando che il problema della scuola "non ha nulla di ideologico".  Bisogna "valorizzare il ruolo degli insegnanti". Il che vuol dire intervenire "non soltanto sul fattore economico", ma sulla "mancanza di prestigio sociale che abbiamo sottratto a un valore come l'insegnamento". "Penso alla mia piccolissima esperienza di studente della provincia di Firenze - ha sottolineato Renzi -. Quando entravo al bar la maestra elementare era vista da tutti come il riferimento del paese, perché era considerata un valore prezioso per la comunità. Oggi proviamo a domandarci se di fronte agli insegnanti dei nostri figli abbiamo lo stesso atteggiamento. Non è più così: l'insegnante viene contestato a prescindere".

Riforme
"Prima dell'avvio del semestre di presidenza italiana dell'Ue, cioè luglio prossimo, occorre aver realizzato le principali riforme, sia istituzionali (legge elettorale, Senato e TItolo V), che economiche (fisco, istruzione e P.A)". "Il tentativo di iniziare la riforma del titolo V" della Costituzione dalla richiesta "ai nostri consiglieri regionali di adeguare le loro indennità a quelle del sindaco capoluogo e rinunciare ai rimborsi elettorali, è una cosa credo unanimemente condivisa, per recuperare prestigio sociale" della politica. Così il premier Matteo Renzi nella replica in Aula alla Camera. "Le proposte concrete le abbiamo fatte, possono piacere o meno: lo sblocco totale dei debiti della P.A. deve essere uno choc come in Spagna, l'aumento dei fondi di garanzia ha l'obiettivo di combattere il rischio di credit crunch, la  riduzione fiscale sul lavoro parte da un principio sacrosanto di rispetto. Come si può essere credibili se la pressione è la più alta in Europa?".
Sull'abolizione delle province "chiedo alle opposizioni di fare uno sforzo; se non siete d'accordo con il ddl Delrio aiutateci a migliorare il Titolo V, ma evitate che il 25 maggio 46 nuovi presidenti di Provincia siano eletti e insediati". 

Occupazione
"C'è un'emergenza occupazionale, il dato del 12,6 per cento di disoccupazione non è solo un numero. A queste esigenze si risponde con il coraggio di rivoluzionare il sistema economico e normativo del paese".

Diritti civili
Dobbiamo "pensare che sul tema dei diritti non si fanno degli accordi alla meno, ma si deve fare lo sforzo di ascoltarsi perchè se non ci si ascolta rimaniamo arroccati sulle nostre posizioni e queste restano tali anche alola successiva campagna elettorale. Se non compiamo questo sforzo per fare un passo avanti, restiamo nel mondo magico in cui ognuno di noi pensa di avere le idee migliori".  Che ci sia "da un lato chi chiede lo ius soli all'americana, dall'altro chi dice che non si deve far niente" sul tema della cittadinanza, "non è un disvalore" se c'è la capacità di "sapere ascoltarsi e condividere". Pensare "ai nostri figli che stanno nella squadra di calcio insieme a bambini che hanno cognomi difficili da pronunciare ma hanno condiviso lo stesso ciclo scolastico e sono collegati ciascuno all'altro da un rapporto di amicizia, non è tema ideologico ma di rispetto che portiamo ai bambini", sottolinea il presidente del Consiglio. Poi racconta di due bimbe, Maria e Fatima, che ha incontrato: "Maria chiede perché la compagna di classe non è italiana, anche se ha la stessa 'c' strascicata, gli stessi valori".

Cuneo fiscale
Sulla riduzione del cuneo fiscale "La doppia cifra è riferita ai miliardi e non alle percentuali. Se se si riduce di 10 miliardi non credo sia giusto fare sorrisi ironici, se arriveranno contributi anche su questo tema da opposizioni vi saremo grati".

Semplificazioni
"Serve una gigantesca opera di semplificazione". Ha detto il premier spiegando che "il tema della semplificazione porta ciascuno di noi a dire com'è possibile che dopo una tragedia come Fukushima in Giappone dopo 7 giorni si fa un'autostrada e da noi per avere le autorizzazioni" abbiamo "bisogno di anni. In questi 20 anni la semplificazione e rimasta nei ministeri come nome".

Marò
Rispetto ai "fucilieri di marina trattenuti in India il loro senso dell'onore richiede da parte del nostro governo un identico senso dell'onore che non mancherà nel tentativo di risolvere rapidamente la vicenda".

Parità di genere
Sulla parità di genere nella legge elettorale "non credo che ci possa essere un diktat se non c'è accordo di tutti". Ma il governo "può prendere un impegno serio: che le aziende pubbliche devono avere nelle posizione  apicali la presenza di donne, per la loro competenza e indipendentemente dalla loro appartenenza politica".
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