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POLITICA

Lo sfogo

Renzi contro la minoranza dem: "Vogliono far deragliare le riforme. Se falliamo arriva la troika"

Clima teso dopo la doppia votazione di ieri in cui il governo è andato sotto in Commissione grazie ai voti dei dissidenti Pd. Il premier oggi in Turchia, domani il Cdm con le misure anticorruzione

Matteo Renzi con Christine Lagarde
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"Se falliamo noi, arriva la troika. Visto quello che dice Juncker?". Dopo il nuovo strappo della minoranza dem che in Commissione a Montecitorio ha mandato per due volte sotto il governo, torna alta la tensione nel Pd col premier-segretario Matteo Renzi che si sarebbe sfogato così con i suoi più stretti collaboratori che sono tornati a ventilare l'ipotesi di elezioni anticipate.

Ipotesi che però non convince proprio l'inqulino di palazzo Chigi che sottolinea: "Vogliono solo far deragliare le riforme. Ma se falliamo noi, che cosa ottengono? Avete letto quello che ha detto Juncker? Bel risultato che ottengono i conservatori e i frenatori pur di far vedere che sono ancora vivi". "Avevano preso un impegno e non l’hanno mantenuto", si è sfogato Renzi che comunque predica la calma, "pensano di intimidirci, ma non mi conoscono, si divertono a mandarci sotto per far vedere che ci sono, che esistono, anche a costo di votare con Grillo e Salvini", ha aggiunto, "noi abbiamo lavorato sull’Ilva, altri preferiscono giochetti parlamentari. Andranno sotto in Aula, andiamo avanti".

Nonostante il ragionamento del premier però il governo ha voluto in qualche modo mandare un segnale ai dissidenti e anche a Forza Italia che, dal punto di vista dell'esecutivo, temporeggia fin troppo sulle riforme e lo ha fatto attraverso un emendamento presentato da due renziani e un 'giovane turco': una clausola di salvaguardia per cui se entro l’entrata in vigore dell’Italicum, il 1° gennaio 2016, si dovesse tornare a votare, anziché con il Consultellum si dovrebbe farlo con la vecchia legge Mattarella.

E oggi Renzi sarà in Turchia, motivo per cui il Cdm che doveva varare le nuove misure anticorruzione è stato posticipato a venerdì. 



Prima della partenza però, come anticipato con un cinguettio, una serie di riunioni su diversi temi a partire dalla legge di Stabilità.

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