POLITICA
Il premier in Senato: "Aggrappatevi al fango, noi pensiamo all'Italia"
Senato respinge mozione sfiducia Fi-Lega. Renzi: in Italia chi sbaglia paga ma lo decide il giudice
Respinta mozione di sfiducia Fi-Lega. Renzi: "Questo governo ha commissariato la Banca Etruria come ha fatto con altre banche senza avere alcun riguardo per nomi e cognomi" perché "per noi non ci sono amici o amici degli amici" e la "dimostrazione sta nel fatto che Banca Italia ha sanzionato i familiari di un ministro e sta nel fatto che non c'è stato un solo avvenimento che possa far parlare di conflitto di interessi" del ministro Boschi
Roma
L'assemblea del Senato con 178 voti contrari, 101 a favore e un astenuto, ha respinto la mozione di sfiducia al governo presentata da Forza Italia e dalla Lega Nord in relazione alla vicenda banche. Si passa ora alla chiama per la votazione della seconda mozione di sfiducia al governo, sempre sulle banche, a firma M5S.
In precedenza, Matteo Renzi a Palazzo Madama ha difeso il governo, prima del voto sulle due mozioni di sfiducia, quella di Fi-Lega e quella del M5S. "Se ci volete mandare a casa per il decreto sulle popolari fatelo. Noi siamo orgogliosi per una riforma che da 25 anni andava fatta e fu tentata da Ciampi e da Draghi. Se fosse stata fatta a fine anni 90 in tante parti di Italia, a cominciare dal nord est, avremmo evitato le scene di questi ultimi 15 anni in termini di contiguità tra il sistema del credito e politica".
E sul conflitto d'interessi sollevato dalle opposizioni sul caso della Banca Etruria risponde: "Questo governo ha commissariato la Banca Etruria come ha fatto con altre banche senza avere alcun riguardo per nomi e cognomi" perché "per noi non ci sono amici o amici degli amici" e la "dimostrazione sta nel fatto che Banca Italia ha sanzionato i familiari di un ministro e sta nel fatto che non c'è stato un solo avvenimento che possa far parlare di conflitto di interessi" del ministro Boschi.
Poi, rivolgendosi ai senatori di Forza Italia, attacca: "Non dico da che pulpito, sarebbe semplice, vi sto dicendo non c'è alcun conflitto d'interesse ma il tentativo con quel decreto di salvare un milione di correntisti e 7mila stipendi. Se ci volete mandare a casa fatelo ma noi non avremmo mai distrutto pezzi di economia per fare una battaglia politica contro il governo. Prima delle beghe politiche c'è l'Italia". E ancora: "Voi siete divisi e siete sempre meno, si conteranno i no ma i sì sono sempre meno perché tra di voi esiste una grande divisione".
Infine Renzi spiega: "In questo paese chi ha sbagliato paga e chi paga non lo decidete voi ma i giudici, nel primo, secondo, terzo grado di giudizio. E il quarto grado non è un blog dell'illuminato...". E conclude: "Tenetevi le vostre polemiche, aggrappatevi al fango, noi pensiamo all'Italia e la lasceremo meglio di come l'abbiamo trovata".
Nove applausi da parte dei senatori della maggioranza, e commenti ironici da parte di quelli di M5s, culminati in un "Alè oh oh, Alé oh oh", hanno caratterizzato il discorso del premier.
Durante il discorso del Presidente del Consiglio i banchi di Fi mostravano ampi spazi vuoti mentre i gruppi di maggioranza erano a ranghi completi. Presenti anche i senatori del gruppo di Ala, con Denis Verdini, nel banco più in alto a destra che ha osservato con attenzione le reazioni dell'aula.
Uscendo dall'Aula del Senato, Renzi ha commentato il dibattito sulla mozione di sfiducia: "Io avevo preparato un intervento tutto polemico, poi ho visto il dibattito che è stato tranquillo. Quindi ho detto non facciamo polemiche e non ho infierito". Poi ha aggiunto: "L'ho seguito dalla sala del governo, perché quando entro in Aula si agitano".
In precedenza, Matteo Renzi a Palazzo Madama ha difeso il governo, prima del voto sulle due mozioni di sfiducia, quella di Fi-Lega e quella del M5S. "Se ci volete mandare a casa per il decreto sulle popolari fatelo. Noi siamo orgogliosi per una riforma che da 25 anni andava fatta e fu tentata da Ciampi e da Draghi. Se fosse stata fatta a fine anni 90 in tante parti di Italia, a cominciare dal nord est, avremmo evitato le scene di questi ultimi 15 anni in termini di contiguità tra il sistema del credito e politica".
E sul conflitto d'interessi sollevato dalle opposizioni sul caso della Banca Etruria risponde: "Questo governo ha commissariato la Banca Etruria come ha fatto con altre banche senza avere alcun riguardo per nomi e cognomi" perché "per noi non ci sono amici o amici degli amici" e la "dimostrazione sta nel fatto che Banca Italia ha sanzionato i familiari di un ministro e sta nel fatto che non c'è stato un solo avvenimento che possa far parlare di conflitto di interessi" del ministro Boschi.
Poi, rivolgendosi ai senatori di Forza Italia, attacca: "Non dico da che pulpito, sarebbe semplice, vi sto dicendo non c'è alcun conflitto d'interesse ma il tentativo con quel decreto di salvare un milione di correntisti e 7mila stipendi. Se ci volete mandare a casa fatelo ma noi non avremmo mai distrutto pezzi di economia per fare una battaglia politica contro il governo. Prima delle beghe politiche c'è l'Italia". E ancora: "Voi siete divisi e siete sempre meno, si conteranno i no ma i sì sono sempre meno perché tra di voi esiste una grande divisione".
Infine Renzi spiega: "In questo paese chi ha sbagliato paga e chi paga non lo decidete voi ma i giudici, nel primo, secondo, terzo grado di giudizio. E il quarto grado non è un blog dell'illuminato...". E conclude: "Tenetevi le vostre polemiche, aggrappatevi al fango, noi pensiamo all'Italia e la lasceremo meglio di come l'abbiamo trovata".
Nove applausi da parte dei senatori della maggioranza, e commenti ironici da parte di quelli di M5s, culminati in un "Alè oh oh, Alé oh oh", hanno caratterizzato il discorso del premier.
Durante il discorso del Presidente del Consiglio i banchi di Fi mostravano ampi spazi vuoti mentre i gruppi di maggioranza erano a ranghi completi. Presenti anche i senatori del gruppo di Ala, con Denis Verdini, nel banco più in alto a destra che ha osservato con attenzione le reazioni dell'aula.
Uscendo dall'Aula del Senato, Renzi ha commentato il dibattito sulla mozione di sfiducia: "Io avevo preparato un intervento tutto polemico, poi ho visto il dibattito che è stato tranquillo. Quindi ho detto non facciamo polemiche e non ho infierito". Poi ha aggiunto: "L'ho seguito dalla sala del governo, perché quando entro in Aula si agitano".