POLITICA
Governo verso un autunno caldo
Renzi: "Sull'emergenza immigrazione l'Europa si gioca la faccia"
Il premier sfida l'Unione Europea ed esulta per i dati sull'andamento dell'economia. Continuano le frizioni con la minoranza dem
Roma
L’emergenza immigazione, sulla quale “ci giochiamo non solo la faccia ma l'idea di Ue come luogo di civiltà e non dove i bambini muoiono nella stiva di una barca”, ma anche i dati sull’economia. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, interviene in più occasioni e decide di ignorare gufi e frenatori.
Immigrazione, "fenomeno europeo"
Esultando davanti ai dati dell'Istat sull'occupazione e sul Pil, il premier non cita i suoi oppositori, né in un video registrato a Palazzo Chigi di mattina, né nell'intervista serale con Gianni Riotta a Parallelo Italia. Anzi, ostenta indifferenza al consiglio di Susanna Camusso di evitare la propaganda. "La leader Cgil è l'ultimo dei miei problemi, certo se fossi segretario di un sindacato almeno oggi non farei polemica", taglia corto Renzi, che, nel giorno in cui fonti Ue avvertono sulla manovra, rilancia sfidando l'Ue sull'immigrazione perché sull'accoglienza ai migranti, sostiene, "è evidente che siamo davanti ad un fenomeno europeo, non più italiano”.
"L'Italia è ripartita"
Si annuncia un autunno caldo per il governo. Il presidente del Consiglio è consapevole di essere davanti ad un snodo decisivo della legislatura sia dal punto di vista del rilancio economico sia delle riforme. Due aspetti che, a suo avviso, sono strettamente legati: è grazie alle riforme, come il Jobs act, che "l'Italia è ripartita" e che il lavoro è tornato ad esserci. "Per chi è abituato a cifre e statistiche - osserva il premier sono solo numerini ma è di più: è la donna del Sud che trova occupazione, il cinquantenne che ha una chance grazie al Jobs act".
Le frizioni con la minoranza dem
Ripartenza di cui, secondo il leader Pd, gli italiani sono consapevoli, meno una parte della classe dirigente. A partire dalla minoranza dem che oggi ha accuratamente evitato di commentare i dati sull'occupazione. E che, spiegano fonti di minoranza, chiede chiarezza per capire "con quale atteggiamento il segretario vuole affrontare i prossimi passaggi, se con la linea dura che usa nelle interviste o con la disponibilità al dialogo che fa passare nelle 'veline'".
Le tappe delle riforme
Ad ora i contatti tra le due anime del partito non ci sono state anche se l'8 settembre riparte al Senato la discussione sul superamento del bicameralismo che vede maggioranza e parte della minoranza su fronti opposti. Renzi vorrebbe evitare il muro contro muro ma su un punto è stato chiaro con i suoi: il ddl Boschi va approvato prima della sessione di bilancio che quest'anno partirà da Palazzo Madama. Un timing per nulla casuale perché, come lo scorso anno, l'Italia intende usare i margini di flessibilità Ue concessi dalla "clausola delle riforme" per ricavare risorse per la Legge di stabilità, pur restando sotto il tetto del 3 per cento del deficit. Per questo la riforma del Senato ma anche i decreti della delega fiscale, questo venerdì in consiglio dei ministri, e la già approvata riforma della Pa sono la dote che Renzi vuole portare nella trattativa con l'Ue.
Immigrazione, "fenomeno europeo"
Esultando davanti ai dati dell'Istat sull'occupazione e sul Pil, il premier non cita i suoi oppositori, né in un video registrato a Palazzo Chigi di mattina, né nell'intervista serale con Gianni Riotta a Parallelo Italia. Anzi, ostenta indifferenza al consiglio di Susanna Camusso di evitare la propaganda. "La leader Cgil è l'ultimo dei miei problemi, certo se fossi segretario di un sindacato almeno oggi non farei polemica", taglia corto Renzi, che, nel giorno in cui fonti Ue avvertono sulla manovra, rilancia sfidando l'Ue sull'immigrazione perché sull'accoglienza ai migranti, sostiene, "è evidente che siamo davanti ad un fenomeno europeo, non più italiano”.
"L'Italia è ripartita"
Si annuncia un autunno caldo per il governo. Il presidente del Consiglio è consapevole di essere davanti ad un snodo decisivo della legislatura sia dal punto di vista del rilancio economico sia delle riforme. Due aspetti che, a suo avviso, sono strettamente legati: è grazie alle riforme, come il Jobs act, che "l'Italia è ripartita" e che il lavoro è tornato ad esserci. "Per chi è abituato a cifre e statistiche - osserva il premier sono solo numerini ma è di più: è la donna del Sud che trova occupazione, il cinquantenne che ha una chance grazie al Jobs act".
Le frizioni con la minoranza dem
Ripartenza di cui, secondo il leader Pd, gli italiani sono consapevoli, meno una parte della classe dirigente. A partire dalla minoranza dem che oggi ha accuratamente evitato di commentare i dati sull'occupazione. E che, spiegano fonti di minoranza, chiede chiarezza per capire "con quale atteggiamento il segretario vuole affrontare i prossimi passaggi, se con la linea dura che usa nelle interviste o con la disponibilità al dialogo che fa passare nelle 'veline'".
Le tappe delle riforme
Ad ora i contatti tra le due anime del partito non ci sono state anche se l'8 settembre riparte al Senato la discussione sul superamento del bicameralismo che vede maggioranza e parte della minoranza su fronti opposti. Renzi vorrebbe evitare il muro contro muro ma su un punto è stato chiaro con i suoi: il ddl Boschi va approvato prima della sessione di bilancio che quest'anno partirà da Palazzo Madama. Un timing per nulla casuale perché, come lo scorso anno, l'Italia intende usare i margini di flessibilità Ue concessi dalla "clausola delle riforme" per ricavare risorse per la Legge di stabilità, pur restando sotto il tetto del 3 per cento del deficit. Per questo la riforma del Senato ma anche i decreti della delega fiscale, questo venerdì in consiglio dei ministri, e la già approvata riforma della Pa sono la dote che Renzi vuole portare nella trattativa con l'Ue.