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ITALIA

Il dibattito interno al Pd

Riforma del Senato, Tonini apre a modifiche sull'art. 2. Guerini: "Un errore"

Il vicepresidente dei senatori Pd Tonini apre all'emendabilità dell'art.2 della riforma del Senato. Ma dal vicesegretario dei Dem, Guerini, arriva lo stop

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Tra aperture e chiusure prosegue il dibattito sul ddl Boschi sulle riforme. Il tempo stringe e martedì, in Commissione Affari costituzionali, l’iter parlamentare riprenderà il suo cammino. Giovedì la presidente della commissione, Finocchiaro, dovrà decidere sull'ammissibilità degli emendamenti all'articolo 2, sull'elezione dei nuovi senatori.

L'apertura di Tonini
Ieri l’offerta "last minute" verso la minoranza da parte del vicepresidente dei senatori Pd, Giorgio Tonini: "Visto che Chiti ora parla di senatori che siano consiglieri regionali e sindaci, - ha detto - passo avanti rispetto a prima, io faccio una proposta: ok ad una riapertura chirurgica all'emendabilità dell'art.2 della riforma, ma solo a patto che ci sia alla base un accordo forte e leale".

In sostanza, sostiene Tonini, "Si tratterebbe, alle elezioni regionali, di eleggere, insieme al presidente (che sarebbe opportuno a questo punto fosse il primo senatore della Regione), i consiglieri regionali e, distintamente, i consiglieri-senatori, secondo modalità stabilite dalle leggi elettorali regionali. I senatori-sindaci resterebbero eletti dai consigli regionali". Quindi, riconosce il vice presidente dei senatori, "Sarebbe saggio verificare con serietà politica e onestà intellettuale questa ipotesi”. Ma, aggiunge, “la stessa serietà e la stessa onestà che dovrebbero portarci, nel caso constatassimo insieme l'impraticabilità tecnica e politica della proposta avanzata da Chiti, a convergere uniti, tutti uniti, sul bene possibile, che è sempre da preferire all'ottimo impossibile".

Quindi per Tonini la maggioranza rinuncerebbe ai senatori scelti dai consigli regionale e darebbe l’ok al listino ma l’opposizione dovrebbe ritirare tutti gli emendamenti all’articolo 2. Il senatore Pd Vannino Chiti ha apprezzato l’apertura e ha garantito che “nessuno vuole ripartire da zero: obiettivo comune è fare una buona riforma. Se quella di Tonini sarà la linea del Pd sarà possibile unire il nostro partito, la maggioranza di governo, le opposizioni disponibili a superare il bicameralismo paritario”.

Il dibattito interno al Pd e il centrodestra
Ma a dare uno stop alla proposta Tonini è il vicesegretario del partito, Lorenzo Guerini che definisce "un errore" l'ipotesi di modifiche all'articolo 2. E la ministra Boschi precisa: ''Credo sia importante trovare una situazione che porti a una soluzione complessiva, arrivare a dire che questa è la lettura del testo finale che poi non si riapre alla Camera, su cui c'è un accordo ampio che non si tocca. Credo che dopo anni di attesa i cittadini abbiano diritto ad avere una risposta e in tempi certi''.

Dalla festa dell'Unità di Firenze interviene Massimo D’Alema, che punta il dito sul doppio ruolo di Matteo Renzi, premier e segretario del partito: "Non vivo nella condizione umanamente difficile in cui vivono Cuperlo e Speranza. Non ho né l'età né il desiderio di fondare partiti. Ma sia che decidano di dare battaglia nel Pd sia che in un momento che nessuno si augura possano pensare di ricostruire altrove una sinistra italiana io darò una mano". 

Nel centrodestra, Romani accoglie con favore l'apertura di Tonini, ma Brunetta si dice certo che il Governo cadrà al Senato, mentre Schifani ammette che una parte dei senatori del Nuovo centrodestra è pronto a votare no alla riforma. 
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