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ITALIA

Le nuove norme per le assunzioni e i concorsi

Riforma della scuola: in sei punti come cambierà

Atteso il 7 luglio il voto definitivo alla Camera

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Roma La "Buona scuola" disegnata dal Governo Renzi. Ecco riassunto in sei punti cosa cambierà con le modifiche del maxi-emendamento votato oggi al Senato e che arriverà il 7 luglio alla Camera:

1 – Chi verrà assunto e chi dovrà fare il concorso
Saranno  100.700 i precari assunti nella scuola dal prossimo 1 settembre. Entreranno subito: i 99mila delle graduatorie di I fascia (Gae) e i vincitori residui del concorso del 2012 (1.700). 45mila otterranno la cattedra subito, entro il 15 settembre e altri 55mila  saranno chiamati nel corso dell'anno scolastico.

Restano fuori: gli idonei del concorso del 2012 (8.300), gli abilitati di seconda fascia non inseriti delle Gae (130mila in tutto divisi tra i 22 mila abilitati con i tirocini Tfa, i 60 mila usciti dai percorsi Pas e i 55 mila diplomati magistrali, quelli delle ex Siss che hanno fatto un esame con valore di concorso) molti dei quali già insegnano con supplenze annuali e i non abilitati di terza fascia (337.458). Per gli esclusi sarà inevitabile partecipare al concorso per 60mila cattedre previsto per il  2016 che, a differenza di quanto previsto prima delle ultime modifiche del ddl, non avranno una quota di posti riservati bensì gli sarà riconosciuto un punteggio aggiuntivo per il servizio già svolto.

Tra gli esclusi anche circa 23mila aspiranti insegnanti delle scuole materne. Il Governo si è impegnato ad assumerli con una legge delega per la riforma della scuola dell’infanzia.
 
2 – Carriera, premi economici e “Carta elettronica del docente” per i professori
Gli aumenti di stipendio non saranno più legati solo all'anzianità ma anche ai crediti formativi e didattici che gli insegnanti acquisiranno nel tempo. Il dirigente scolastico, ogni tre anni, potrà distribuire premi ai docenti più meritevoli. Il Governo ha previsto 200 milioni di euro per il 2016 e la scelta dei destinatari di questi soldi non è più il preside ma è stata affidata a un Comitato di valutazione che resta in carica per tre anni, formato da 7 membri: oltre al dirigente scolastico ci saranno due genitori (un genitore e uno studente alle superiori) 3 insegnanti (erano 2) e un componente esterno nominato dall'Ufficio scolastico regionale tra docenti, dirigenti scolastici e dirigenti tecnici.

Inoltre ogni insegnante sarà dotato di una “Carta elettronica del docente” con 500 euro all'anno da spendere per la formazione che diventerà strutturale, continua e obbligatoria. Le priorità di formazione per il 2015 sono lingue, inclusione scolastica, didattica innovativa e digitale. 

3 – Il preside sarà meno super e spariranno i supplenti
I nuovi poteri conferiti al dirigente scolastico sono ridotti sostanzialmente alla sola chiamata diretta degli insegnanti che dovrà avvenire sulla base di tre criteri: durata triennale e rinnovabile per ulteriori cicli triennali; conferimento degli incarichi con modalità che valorizzino il curriculum, le esperienze e le competenze professionali, anche attraverso lo svolgimento di colloqui; trasparenza e pubblicità degli incarichi conferiti e dei curricula dei docenti che saranno pubblicati sul sito internet della scuola. Il dirigente non potrà chiamare nella sua scuola parenti o affini.

In questo modo sparirà la figura del supplente che sarà sostituito dall'organico funzionale d'istituto o di reti di scuole cioè un numero di docenti utili a coprire gli insegnanti assenti ma anche per lavorare a singoli progetti, come un progetto europeo o per l'alternanza tra scuola e lavoro. I presidi, dopo le modifiche  del maxiemendamento, non potranno più chiamare, per l'organico funzionale, chi ha un'abilitazione diversa rispetto a quella della classe di concorso richiesta se nell'ambito territoriale della scuola sono disponibili insegnanti che sono abilitati in quella classe di concorso. 
 
4 – Potenziata l’offerta formativa e finanziaria
Nella riforma della scuola viene rafforzato l'insegnamento di musica, arte, lingue, educazione motoria. Maggiori investimenti sono inoltre previsti per rafforzare le competenze digitali e le strumentazioni. Alla scuola primaria si valorizzerà lo studio della musica e dell'educazione fisica. Previsti anche insegnamenti in lingua. Alla scuola media più lezioni di lingua straniera, cittadinanza attiva e laboratori. Alle superiori si potenziano arte, diritto ed economia.

A partire dalla scuola superiore gli alunni potranno inoltre scegliere insegnamenti "opzionali" - attivati dalle scuole - a seconda delle loro attitudini che andranno ad arricchire il "Curriculum dello studente". Prima di questa riforma erano esclusivamente gli studenti degli istituti tecnici e professionali a svolgere alcune ore di stage in azienda, ora tutti coloro che frequentano il triennio delle superiori (compresi i licei) dovranno farne almeno 400 ore, 200, invece, le ore "facoltative" per chi va al liceo. L'esperienza potrà essere fatta in aziende e anche in enti pubblici.
 
Previsti piani educativi personalizzati per gli studenti con disabilità e bisogni educativi speciali, a cui tutti i docenti partecipano. Soprattutto nelle aree a forte presenza di alunni non italiani è previsto un piano di integrazione con gli stranieri oltre a laboratori linguistici per perfezionare l'italiano come seconda lingua e laboratori di lingue non comunitarie.

Confermato il fondo previsto nella legge di stabilità: 1 miliardo di euro per il 2015 e 3 miliardi a partire dal 2016. Inoltre dalla Bei sono arrivati 940 milioni di euro per l'edilizia scolastica.
 
5 - Niente 5x1000 restano contributi e sgravi fiscali per donazioni alle paritarie 
Dopo le proteste del Terzo settore, l'articolo 17 del ddl che dava la possibilità di destinare il 5x1000 a un istituto a scelta è stato abrogato. Via libera, invece, all'articolo 19, quello che permette alle famiglie che mandano i loro figli alle scuole paritarie (dall'infanzia alle superiori) di poter detrarre fino a 400 euro all'anno a studente per un risparmio di circa 80 euro.

Fissato un tetto di 100mila per le donazioni dei privati di cui il 10%, e non più il 30%, sarà destinato a un fondo di perequazione per le scuole che ricevono meno contributi. Il beneficio fiscale per le donazioni varrà sia per le scuole statali e sia (questa è la novità) per le paritarie, e consiste in un credito d’imposta pari al 65 per cento della spesa per gli anni 2015 e 2016 e del 50 per cento per il 2017. Salvo anche l'articolo 18 sui contributi pubblici alle paritarie.
 
6 – Il Governo si riserva nove deleghe
Nel maxi-emendamento il governo si è riservato la delega, cioè il potere di fare delle leggi in un secondo momento tramite decreti legislativi, su nove temi:
- Riordino delle disposizioni normative in materia di sistema nazionale di istruzione e formazione.
- Riordino, adeguamento e semplificazione del sistema di formazione iniziale e di accesso ai ruoli di docente nella scuola secondaria, in modo da renderlo funzionale alla valorizzazione sociale e culturale della professione.
- Promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità e ridefinizione del ruolo del personale di sostegno.
- Revisione dei percorsi dell’istruzione professionale.
- Istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino ai sei anni, al fine di garantire a tutti i bambini e le bambine pari opportunità di educazione, istruzione, cura, relazione e gioco, nonché al fine di garantire la conciliazione tra tempi di vita, di cura e di lavoro dei genitori.
- Garanzia dell’effettività del diritto allo studio su tutto il territorio nazionale, nel rispetto delle competenze delle regioni in materia, attraverso la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni.
- Promozione e diffusione della cultura umanistica, valorizzazione del patrimonio e della produzione culturali, musicali, teatrali, coreutici e cinematografici.
- Revisione, riordino e adeguamento della normativa in materia di istituzioni e iniziative scolastiche italiane all’estero.
- Adeguamento della normativa in materia di valutazione e certificazione delle competenze degli studenti, nonché degli esami di stato, anche in raccordo con la normativa vigente in materia di certificazione delle competenze.
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