SALUTE
processo 'Ruby Bis'
Ruby: Lele Mora rinuncia all’appello e chiede una pena più bassa
Poiché non esiste più la norma che prevede il patteggiamento anche nei processi d'Appello, questa può essere definita "una rinuncia parziale ai motivi d'Appello" ha spiegato l'avvocato di Lele Mora
Con questa scelta, in sostanza, Mora, condannato in primo grado nel luglio del 2013 a 7 anni per i reati di induzione e favoreggiamento della prostituzione anche minorile per i presunti festini ad Arcore, non contesta l'ipotesi accusatorie, rinuncia ai motivi d'appello sul merito del procedimento e chiede ai giudici soltanto di rideterminare al ribasso la pena.
L'ex talent scout, attraverso i suoi legali, chiede anche che i reati per cui è stato condannato vadano "in continuazione" con la condanna a lui inflitta nel 2011 per bancarotta. In sostanza, secondo la difesa di Mora, infatti, l'ex impresario dei vip quando avrebbe indotto alla prostituzione alcune ragazze ad Arcore, lo avrebbe fatto per sanare, attraverso un prestito da parte di Berlusconi e con l'aiuto di Emilio Fede, i conti della sua società, anche se poi quei soldi furono distratti dalla stessa "LM Management".
Difesa, Mora esce di scena dal processo e recupera dignità
L'avvocato Gianluca Maris ha spiegato che, con questa decisione, "Mora separa la sua posizione da quella di Emilio Fede e esce di scena dal processo, perchè ha recuperato dignità in questi anni, una dignità che negli anni precedenti, quelli al centro del procedimento, aveva perso". A chi gli ha fatto notare che con questa decisione Mora potrebbe rischiare di tornare in carcere, il legale ha risposto che: "Noi dovremmo riuscire, attraverso meccanismi procedurali, ad evitare questo".