CULTURA
Dal 22 ottobre al Negozio Olivetti di Piazza San Marco
Sarà in Piazza San Marco la mostra di Gianni Berengo Gardin sulle grandi navi
Dopo lo stop del sindaco Brugnaro alla mostra, già prevista il 19 settembre al Palazzo Ducale, arriva una nuova sede per le immagini che documentano le mostruose grandi navi da crociera nella laguna veneziana. Il fotografo: “Vedere la mia Venezia distrutta nelle proporzioni e trasformata in un giocattolo, uno di quei suoi cloni in cartapesta come a Las Vegas mi turbava profondamente”.
Nel mezzo delle immancabili polemiche, il sindaco aveva poi rilanciato proponendo una mostra bifronte, che ospitasse insieme alle immagini-denuncia di Berengo Gardin anche le tavole del progetto 'Tresse Est', che dovrebbe risolvere il problema.
A queste condizioni inevitabilmente il fotografo si è ritirato, fino al colpo di scena del nuovo approdo della mostra, organizzata dallo stesso FAI, ma con un titolo diverso: non più 'Mostri a Venezia' ma 'Venezia e le grandi navi'; e in un luogo diverso,a duecento metri di distanza dalla prima sede prevista: il prestigioso spazio del Negozio Olivetti progettato da Carlo Scarpa e gestito da due anni gestito dall’istituzione ambientale. Insieme a Fondazione Forma per la Fotografia e Contrasto, FAI mette in mostra dal 22 ottobre al 6 gennaio trenta fotografie di Gianni Berengo Gardin - realizzate tra 2013 e 2014 - che ritraggono il quotidiano passaggio delle Grandi Navi da crociera nella laguna di Venezia.
La mostra - già ospitata dal FAI a Villa Necchi a Milano nel 2014 - ripropone alcuni dei celebri scatti esposti in quella sede con l’aggiunta nel catalogo di alcune fotografie meno recenti, comunque dedicate a Venezia, che appartengono al repertorio di Berengo Gardin, legato a questa città da una lunga e affettuosa frequentazione, che risale all’infanzia e che ha ispirato alcuni suoi importanti lavori.
Dice il fotografo: “Ero turbato soprattutto dall’inquinamento visivo. Vedere la mia Venezia distrutta nelle proporzioni e trasformata in un giocattolo, uno di quei suoi cloni in cartapesta come a Las Vegas mi turbava profondamente”.