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ITALIA

Il caso

Sbarcati a Trapani i migranti della nave Diciotti. Mattarella sblocca lo stallo

Il ministro dell'Interno: nuovo barcone con 450 a bordo, non attraccherà in Italia. "Mattarella non si è mai intromesso". Due migranti indagati dalla Procura di Trapani: sarebbero gli scafisti. L'Anm: "Stop a interferenze nel nostro lavoro"

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Lo stallo è durato giorni. Alla fine è arrivato l'intervento del Quirinale per sbloccare il caso della Nave della Guardia Costiera Diciotti, attraccata ieri a Trapani con a bordo decine di migranti che il Ministero dell'Interno non aveva autorizzato a sbarcare. Finché non è arrivata la telefonata del presidente della Repubblica al presidente del Consiglio che ha indotto Giuseppe Conte a dare il via libera nonostante la resistenza del Viminale.

Le reazioni del Viminale
Fonti del Viminale hanno manifestato "stupore" per la telefonata di Mattarella a Conte in merito alla vicenda della nave Diciotti. Le stesse fonti esprimono "rammarico" per la decisione della Procura di Trapani di non emettere alcun provvedimento restrittivo. 

Salvini: "Mattarella non si è mai intromesso"
Poi però Salvini ha precisato: il presidente della Repubblica "non si è mai intromesso in quello che io ho fatto come ministro dell'Interno. Io non ho niente da chiarire; se comunque Mattarella vuole capire cosa ho fatto io sono a disposizione, ma la lotta ai clandestini è una delle priorità del Paese. L'unica cosa che mi farebbe arrabbiare è che tutti gli sbarcati della Diciotti finissero a piede libero, qualcuno deve pagare, ci deve essere certezza della pena. Mi auguro la procura faccia in fretta, non può finire a tarallucci e vino", ha detto il ministro a Rtl.

Il ministro dell'Interno: altri 450 in arrivo, non sbarcheranno in Italia
"Come promesso, io non mollo. Un barcone con 450 clandestini a bordo è da questa mattina in acque di competenza di Malta, che si è fatta carico di intervenire. A distanza di ore però nessuno si è mosso, e il barcone ha ripreso a navigare in direzione Italia. Sappiano Malta, gli scafisti e i buonisti di tutta Italia e di tutto il mondo che questo barcone in un porto italiano non può e non deve arrivare. Abbiamo già dato, ci siamo capiti?", afferma in seguito il leader della Lega in un post sulla sua pagina Facebook.

Anm: stop a interferenze nel lavoro dei pm
"Il lavoro dei magistrati della Procura di Trapani venga lasciato proseguire senza interferenze". A chiederlo a proposito del caso della nave Diciotti è l'Anm, che ritiene ogni richiesta di intervento "ingiustificata e non in linea con i principi di autonomia e indipendenza fissati dalla Costituzione, cui tutti devono attenersi".

Bonafede: piena autonomia dei magistrati
"I magistrati lavorano in piena indipendenza ed autonomia rispetto al potere politico: voglio rassicurare tutti. Salvini ha espresso il suo parere, voleva dire che se qualcuno ha sbagliato deve pagare, ma i fatti parlano chiaro e lo stanno dimostrando proprio con il caso Diciotti". Così il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede a margine della riunione informale dei ministri della Giustizia Ue in corso ad Innsbruck, in merito alle polemiche per l'intervento del ministro dell'Interno sulla nave della Guardia Costiera.

Lo sbarco dei 67
Tra i 67 migranti sbarcati a Trapani  dalla nave Diciotti ci sono tre donne e due minori non accompagnati. La maggior parte arriva dal Pakistan, 12 dal Sudan, 10 dalla Libia, sette dalla Palestina, 4 dal Marocco e Algeria, due dall'Egitto, uno dal Ciad, Nepal, Yemen, Ghana e Bangladesh.




Due indagati per violenza privata
Tra loro anche i due indagati.  Si tratta di Ibrahim Bushara, sudanese, e Hamid Ibrahim, ghanese. Per loro l'accusa è di violenza privata in concorso continuata e aggravata in danno del comandante e dell'equipaggio del rimorchiatore Vos Thalassa, che domenica li ha soccorsi insieme ad altri 65 vicino a una piattaforma petrolifera.

Il via libera di Conte
Il via libera allo sbarco era stato annunciato dal premier Giuseppe Conte, dopo i contatti avuti con il capo dello Stato, Sergio Mattarella. "Sono state completate le procedure di identificazione delle persone che erano a bordo, con particolare riguardo a quelle a cui risulterebbero imputabili le condotte che configurano ipotesi di reato", si legge in una nota del presidente del  Consiglio. "Nei prossimi giorni proseguiranno gli accertamenti a cura della Polizia di Stato, con assunzione delle informazioni testimoniali di tutte le persone che sono state trasportate. Gli esiti delle ulteriori indagini verranno trasmessi alla Procura competente".

Concluso lo stallo
I migranti sono stati salvati sabato e prelevati domenica dal cargo italiano Vos Thalassa, dopo le presunte tensioni a bordo per il timore di tornare in Libia. Forze dell'ordine, Capitaneria di porto, Croce rossa, protezione civile e organizzazioni umanitarie hanno atteso per ore i migranti nel molo Ronciglio. La nave ha sostato a lungo nel tratto di mare tra Birgi e Favignana in attesa del via libera dopo le indagini per individuare i presunti facinorosi.  Poi è tornata al largo, di fronte alle isole Egadi. L'attracco della nave, atteso alle 8, è stato effettuato quasi sette ore dopo, in un tira e molla estenuante. 

Von Thalassa: la versione dell'equipaggio
La procura di Trapani vuole fare chiarezza sull'esatta dinamica di quanto è accaduto sulla Vos Thalassa dopo il soccorso dei migranti. L'equipaggio avrebbe detto di essersi sentito minacciato gravemente quando i migranti hanno scoperto che la nave li stava riportando indietro. Secondo il racconto del comandante gridavano "no Libia, Libia, sì Italia". E avrebbero circondato l'equipaggio, spintonando il primo ufficiale. Così sono scattati i contatti con la sala operativa della capitaneria di porto di Roma, che ha inviato sul posto la Diciotti che ha effettuato il trasbordo. I primi racconti dei migranti sarebbero diversi, avrebbero 'supplicato' con insistenza il comandante e l'equipaggio a non riportarli in Libia, pressandoli, esprimendo la loro paura ma nessuna minaccia.

Di Maio: "Rispettare decisioni del Presidente"
"Io credo che se il presidente è intervenuto bisogna rispettare le sue decisioni". Così vicepremier Luigi Di Maio, rispondendo ad una domanda sulla vicenda della Diciotti ad Agorà su Rai tre. 



 

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