ITALIA
Dopo la bufera Mose
Serracchiani: Orsoni si dimetta, non ci sono le condizioni per proseguire
Il vicesegretario del Pd chiede un passo indietro al sindaco tornato in libertà dopo essere finito una settimana ai domiciliari con l'accusa di finanziamento illecito ai partiti nell'inchiesta sulla grande opera veneziana. Non è escluso che il primo cittadino possa lasciare l'incarico già oggi
"Siamo convinti che non si debba disperdere quanto di buono il Pd di Venezia e tanti bravi amministratori hanno fatto e stanno facendo per la città. Per questo e per la necessaria chiarezza indispensabile in simili frangenti riteniamo che lo stesso Orsoni saprà dare prova di grande responsabilità", afferma il vice segretario Pd insieme a Roger De Menech, segretario regionale dem.
Il sindaco di Venezia, finito per una settimana ai domiciliari nell'inchiesta sul Mose con l'accusa di finanziamento illecito ai partiti, ha convocato per oggi una conferenza stampa in cui, secondo voci che si rincorrono a Cà Farsetti, sede del Comune, dovrebbe annunciare le dimissioni.
Orsoni, infatti, si sarebbe trovato di fronte alla volontà della maggioranza che lo sosteneva di non proseguire l'esperienza amministrativa e avrebbe quindi scelto di fare un passo indietro spontaneamente così da avere il tempo per approvare il bilancio. A chiederglielo anche i consiglieri della lista 'in Comune', Beppe Caccia e Camilla Seibezzi, assieme all'assessore Gianfranco Bettin, che hanno invocato "un ultimo gesto di responsabilità verso la città: presentare lui stesso le dimissioni in modo da consentire che siano votati gli atti di bilancio utili ai cittadini", scrivono in un
comunicato.