ITALIA
Colle blindato: l'udienza a porte chiuse
Napolitano, deposizione di 3 ore. Il Quirinale: "Il presidente ha risposto a tutte le domande"
Testimonianza del Presidente della Repubblica nel processo sulla presunta "trattativa" tra Stato e mafia nel biennio '92-'94
Roma
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel corso della sua deposizione non si è sottratto a nessuna delle domande che gli sono state poste dai Pm e dal difensore di Totò Riina, l'avvocato Luca Cianferoni. Ha risposto a tutti i quesiti "con la massima trasparenza e serenità", sottolinea una nota del Quirinale.
Anzi, in un paio di occasioni sembra che abbia chiesto al presidente della Corte di Assise, Alfredo Montalto, di poter rispondere anche a quesiti che la Corte non aveva ritenuto ammissibili. "Presidente, se lei permette voglio accontentare l'avvocato", avrebbe detto Napolitano.
"La parola trattativa non è mai stata usata"
Si è conclusa dopo tre ore la deposizione al Quirinale del Capo dello Stato nel processo per la trattativa Stato-mafia, e comunque - chiarisce un legale - "la parola trattativa non è mai stata usata". Due i principali punti di interesse per la Corte: la lettera del consigliere giuridico Loris D'Ambrosio e l'allarme del Sismi del '93 sui rischi attentati.
Presunti attentati nel 1993
Nella testimonianza, raccolta a porte chiuse, il presidente ha riferito di non essere stato mai "minimamente turbato" delle notizie su presunti attentati alla sua persona nel 1993. Questo "perché faceva parte del suo ruolo istituzionale", ha spiegato l'avvocato Nicoletta Piergentili della difesa di Nicola Mancino. Il Presidente avrebbe inoltre precisato di non aver mai saputo della lettera inviata nel 1993 al suo predecessore Oscar Luigi Scalfaro dai familiari di alcuni detenuti, in forma anonima.
"Laconico sulla lettera di D'Ambrosio"
Roberto D'Agostino, legale di Massimo Ciancimino, ha riferito che "tendenzialmente il presidente ha risposto a tutte le domande, solo in alcuni momenti, in particolare quando gli è stato chiesto della lettera di D'Ambrosio, lo ha fatto in modo laconico evidenziando i limiti dati dal suo diritto alla riservatezza nelle conversazioni con i suoi collaboratori". Secondo D'Agostino la testimonianza del presidente "è stata utilissima perché ha riferito di una effettiva presa di coscienza dei vertici istituzionali che, davanti alle stragi, ebbero la sensazione che ci fosse un attacco della mafia allo Stato, che è poi il presupposto di chi sostiene ci sia stata una trattativa".
Durante la deposizione non è stata mai posta in modo diretto al Presidente la domanda se fosse a conoscenza di accordi tra esponenti delle istituzioni e mafiosi. Riferimenti a questo sono stati contenuti nelle domande sulla lettera di D'Ambrosio. Napolitano ha affermato che il consigliere non gli chiarì mai a cosa si riferisse con l'espressione "indicibili accordi" da lui usata nella lettera.
"Pensate che sia Pico della Mirandola?"
Ad un certo punto dell'udienza scherzando, Napolitano ha risposto ad alcune domande dei pm, che, secondo il Presidente della Repubblica, si allontanavano dall'alveo originario della sua testimonianza, dicendo: "Pensate che abbia la memoria di Pico della Mirandola?".
"Mori e Subranni visti solo a cerimonie"
Napolitano, ha detto, inoltre, di non aver mai conosciuto due degli ufficiali dei carabinieri che sono tra gli imputati, i generali Mario Mori e Antonio Subranni. "Li ho solo visti in occasione di cerimonie ufficiali", ha affermato durante la deposizione. Deposizione che - ha aggiunto il procuratore di Palermo - "ha confermato l'utilità della sua citazione".
Anzi, in un paio di occasioni sembra che abbia chiesto al presidente della Corte di Assise, Alfredo Montalto, di poter rispondere anche a quesiti che la Corte non aveva ritenuto ammissibili. "Presidente, se lei permette voglio accontentare l'avvocato", avrebbe detto Napolitano.
"La parola trattativa non è mai stata usata"
Si è conclusa dopo tre ore la deposizione al Quirinale del Capo dello Stato nel processo per la trattativa Stato-mafia, e comunque - chiarisce un legale - "la parola trattativa non è mai stata usata". Due i principali punti di interesse per la Corte: la lettera del consigliere giuridico Loris D'Ambrosio e l'allarme del Sismi del '93 sui rischi attentati.
Presunti attentati nel 1993
Nella testimonianza, raccolta a porte chiuse, il presidente ha riferito di non essere stato mai "minimamente turbato" delle notizie su presunti attentati alla sua persona nel 1993. Questo "perché faceva parte del suo ruolo istituzionale", ha spiegato l'avvocato Nicoletta Piergentili della difesa di Nicola Mancino. Il Presidente avrebbe inoltre precisato di non aver mai saputo della lettera inviata nel 1993 al suo predecessore Oscar Luigi Scalfaro dai familiari di alcuni detenuti, in forma anonima.
"Laconico sulla lettera di D'Ambrosio"
Roberto D'Agostino, legale di Massimo Ciancimino, ha riferito che "tendenzialmente il presidente ha risposto a tutte le domande, solo in alcuni momenti, in particolare quando gli è stato chiesto della lettera di D'Ambrosio, lo ha fatto in modo laconico evidenziando i limiti dati dal suo diritto alla riservatezza nelle conversazioni con i suoi collaboratori". Secondo D'Agostino la testimonianza del presidente "è stata utilissima perché ha riferito di una effettiva presa di coscienza dei vertici istituzionali che, davanti alle stragi, ebbero la sensazione che ci fosse un attacco della mafia allo Stato, che è poi il presupposto di chi sostiene ci sia stata una trattativa".
Durante la deposizione non è stata mai posta in modo diretto al Presidente la domanda se fosse a conoscenza di accordi tra esponenti delle istituzioni e mafiosi. Riferimenti a questo sono stati contenuti nelle domande sulla lettera di D'Ambrosio. Napolitano ha affermato che il consigliere non gli chiarì mai a cosa si riferisse con l'espressione "indicibili accordi" da lui usata nella lettera.
"Pensate che sia Pico della Mirandola?"
Ad un certo punto dell'udienza scherzando, Napolitano ha risposto ad alcune domande dei pm, che, secondo il Presidente della Repubblica, si allontanavano dall'alveo originario della sua testimonianza, dicendo: "Pensate che abbia la memoria di Pico della Mirandola?".
"Mori e Subranni visti solo a cerimonie"
Napolitano, ha detto, inoltre, di non aver mai conosciuto due degli ufficiali dei carabinieri che sono tra gli imputati, i generali Mario Mori e Antonio Subranni. "Li ho solo visti in occasione di cerimonie ufficiali", ha affermato durante la deposizione. Deposizione che - ha aggiunto il procuratore di Palermo - "ha confermato l'utilità della sua citazione".