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ITALIA

Fermato a Milano terzo uomo

Terrorismo. Cellula Isis scoperta a Bari: era pronta a colpire in Italia

La mappa degli 'obiettivi' era contenuta nei cellulari degli indagati dove sono state trovate, tra l'altro, immagini del Colosseo, del Circo Massimo, del porto e dell'aeroporto di Bari, del porto di Londra, oltre che di centri commerciali. Il ministro Alfano: prevenzione funziona, minaccia permanente anche nel nostro Paese

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Una cellula dell'Isis a Bari pronta a colpire in Italia, ma anche in Belgio, Francia e Gran Bretagna. E' stata scoperta dalle indagini della Direzione distrettuale antimafia e dai carabinieri del Ros che hanno fermato per terrorismo due cittadini afghani. Un terzo uomo - ricercato - è stato fermato a Milano, a Porta Romana, dai carabinieri del Ros con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Si tratta di un pakistano. Un quarto uomo, sempre afghano, è ancora ricercato.

Uno dei due afghani era stato identificato a dicembre mentre fotografava l'esterno di un centro commerciale di Bari; l'altro è stato preso mentre ritirava il permesso di soggiorno, in procinto di andare a Calais, in Francia, dove gestisce traffici illeciti. 

La mappa degli 'obiettivi' era contenuta nei cellulari degli indagati dove sono state trovate, tra l'altro, immagini del Colosseo, del Circo Massimo, del porto e dell'aeroporto di Bari, del porto di Londra, oltre che di centri commerciali.  La cellula avrebbe fornito sostegno logistico a un'organizzazione terroristica transnazionale "di matrice confessionale" legata allo Stato Islamico, all'Emirato Islamico dell'Afghanistan e ad Al Qaeda, il cui "programma criminoso" - spiegano gli inquirenti - è "condiviso da una rete di analoghi ed affini gruppi attivi in altre zone d'Italia ed altri Stati europei nonchè in altri paesi extraeuropei".

Per gli investigatori del Ros di Bari e i pm titolari dell'inchiesta, Pasquale Drago e Roberto Rossi, il gruppo eversivo era composto da tre afghani che vivevano nel Cara di Bari e avevano ottenuto la protezione umanitaria o sussidiaria. Tra il materiale sequestrato un selfie che immortala uno di loro con il sindaco di Bari Antonio Decaro durante una manifestazione di solidarietà per i profughi nel 2015; la foto di un noto capo talebano, ucciso in un raid dell'aviazione Usa il 13 ottobre 2015; quella in cui uno degli indagati appare con una fucile mitragliatore americana M16. E ancora, una serie di canti di preparazione al martirio. Un indagato teneva, inoltre, stabili collegamenti telematici con un "noto sito talebano". 

Il pm Rossi ha rivelato che nel corso degli accertamenti non sono riusciti a violare l'iPhone di uno degli indagati. Si ripropone dunque il tema, già emerso negli Usa dopo la strage di San Bernardino a opera di una coppia di integralisti islamici, dell'indisponibilità dei codici di accesso ai telefonini anche nel caso di delicatissime indagini antiterrorismo.

"Si tratta di un successo investigativo di alto livello", ha commentato il ministro dell'Interno Angelino Alfano che ha aggiunto: "Le nostre leggi antiterrorismo funzionano e la sicurezza dei cittadini, in questo particolare momento in cui nessun Paese e' a rischio zero, è una priorità". Attacca su Facebook il leader della Lega, Matteo Salvini: "Quante 'bombe umane' stanno facendo entrare in casa nostra?"

Alfano: minaccia permanente anche in Italia
Noi abbiamo una situazione in cui la minaccia è permanente ma è permanente in tutta Europa, direi in tutto il mondo. Non c'è un paese senza una minaccia". Lo ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano, rispondendo ai giornalisti che, a Licata (Agrigento) dove si trova per esprimere solidarietà al sindaco in seguito all'attentato subito ieri sera, dopo gli arresti di Bari, gli chiedono se l'Italia è sotto la minaccia concreta dell'Isis. "Che poi la minaccia non si sia tradotta in un attentato è merito anche di forze dell'ordine e di un sistema paese che ha prodotto del eleggi che sono state applicate bene dai magistrati con un'azione di prevenzione che ha dato risultati", aggiunge.
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