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POLITICA

Seduta aggiornata ad oggi

Unioni Civili, battaglia in Senato.M5S dice no a supercanguro.Pd: "Grave voltafaccia, legge rischia"

Continua lo scontro tra le opposizioni che contestano l'emendamento canguro del Pd e il Governo che contesta le centinaia di emendamenti dell'opposizione. La Lega ha ritirato 4.500 emendamenti lasciandone, però, 580 alla discussione dell'Aula, il Pd decide di andare avanti con l'emendamento Marcucci e il M5S annuncia che non lo voterà. Subito dopo la seduta è stata sospesa e rinviata

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Roma Si fa durissima la battaglia sulle Unioni civili, con il provvedimento che rischia ora un iter lunghissimo per l'approvazione da parte dell'aula.  La svolta è arrivata ieri pomeriggio, quando il Movimento 5 Stelle ha annunciato a sorpresa che non votera' l'emendamento "canguro" del Pd, che blinda l'adozione del figlio del partner e salta i 500 emendamenti ostruzionistici della Lega. La mossa rallenta l'iter della legge. Il Pd deve trovare una maggioranza interna per il "canguro" o affrontare una lunga e rischiosa discussione sugli emendamenti. I cattodem continuano
a chiedere lo stralcio della stepchild adoption dal disegno di legge, contro la volonta' della maggioranza del partito.

Zanda: "Grave voltafaccia, ora legge rischia"
Dai 5 Stelle e' arrivato "un voltafaccia che mette a rischio" l'intera legge sulle unioni civili. La pensa cosi' il capogruppo del Pd, Luigi Zanda, in merito al no dei grillini all'emendamento Marcucci.     "Il M5S deve assumersi le sue responsabilita'. Ha fatto un dietrofront improvviso ed e' molto grave - ha aggiunto - per gli effetti che puo' avere sul provvedimento". 


Cronaca di una giornata ad alta tensione
Falliti tutti i tentativi di mediazione per ridurre il numero degli emendamenti, il Pd era orientato a presentare l'emendamento canguro. Così il capogruppo della Lega in Senato, Gianmarco Centinaio, ha ritirato ufficialmente, in aula, 4.500 emendamenti alle unioni civili, ed ha "sfidato" il Pd a ritirare l'emendamento di Marcucci. Dopo il suo intervento, Centinaio ha raggiunto il banco della presidenza e gli ha simbolicamente consegnato un foglio con su scritto tutti i numeri dei 580 emendamenti che la lega mantiene.

L'ex presidente del Senato  Renato Schifani di Ap, ha attaccato, nel suo intervento, la scelta del Governo di presentare l'emendamento canguro: "Se approviamo l'emendamento canguro e basta avremo svolto in quest'Aula solo una funzione redigente, saremmo di fronte a un 'prendere o lasciare'". Con un lungo intervento ha contestato la natura "premissiva" dell'emendamento Marcucci, sottolineando che esso "non ha nulla di innovativo e quindi è contrario al regolamento, e quindi è inammissibile". Con queste motivazioni ha chiesto al presidente Grasso di "convocare la Giunta per il Regolamento che valuti la ammissibilità di questo emendamento  che blocca ogni votazione in senso confermativo rispetto al testo iniziale". Richiesta ribadita anche da Fì con il  capogruppo Paolo Romani.

Il capogruppo del Pd Luigi Zanda, intervenendo nel dibattito parlamentare, ha annunciato che il Pd non avrebbe ritirato l'emendamento canguro di Marcucci che, ha sottolineato, ha "un obiettivo sano". Infine Zanda ha voluto smentire "la vulgata secondo cui con l'emendamento Marcucci si elimina la discussione. "Esso eliminerà la metà degli emendamenti. Voteremo tutti gli articoli - ha concluso - compreso il 5 a voto segreto. Il provvedimento può essere discusso in tutte le parti".

Il senatore del M5S Alberto Airola intervenendo poco dopo ha detto: "Non me la sento di costringere il mio gruppo a votare l'emendamento  "canguro" di Marcucci" e ha chiesto di "andare avanti. Noi ci siamo: votiamola con 500 emendamenti a voto palese questa legge. Se davvero la legge si affosserà per colpa nostra, me ne assumerò la responsabilità".

Immediata la replica del primo firmatario dell'emendamento, il senatore Pd Andrea Marcucci: "Il M5s si assume una pesantissima responsabilità". Senza i voti dei 5 Stelle il "canguro", infatti, rischia di non passare.

A questo punto la presidente dei senatori del gruppo MIsto Loredana De Petris, ha avanzato la richiesta di sospendere la seduta. L'aula di Palazzo Madama ha votato la sospensione in un primo momento per alzata di mano e successivamente è stata chiesta la controprova che è passata con 155 sì, 141 no e 3 astenuti. I lavori riprenderanno domani.

Dura la reazione del capo gruppo del Pd, Zanda: "Dal M5S c'è stato un voltafaccia assoluto che mette a rischio elevatissimo" la legge sulle unioni civili. Poi ha aggiunto come, "nonostante la partenza complessa, la legge abbia buone chance per essere approvata. Faremo il possibile e anche un po' di impossibile" per l'ok alle unioni civili.

Non si è fatta attendere la risposta del capogruppo del M5S in Senato Nunzia Catalfo: "Il M5S ribadisce con forza la necessità e l'urgenza di dare subito al Paese una legge sulle unioni civili. La nostra è una posizione chiara e coerente. I dem non si azzardino a scaricare le responsabilità sul M5S, noi chiediamo che si voti a viso aperto, i nostri voti a questa legge ci sono sempre stati e continueranno ad esserci, ma nel rispetto del dibattito parlamentare".

Al momento della votazione per la sospensione dei lavori,  il senatore Santangelo di M5S ha urlato in Aula: "C'è la scheda del presidente emerito della Repubblica Napolitano, ma il presidente non c'è...". A quel punto Pier Ferdinando Casini ha preso la tessera di Napolitano, che era al banco dell'ex presidente della Repubblica malgrado egli fosse assente dall'Aula, e l' ha riconsegnata ad un commesso. Napolitano, infatti, era stato in Aula durante il dibattito. A un certo punto, aveva chiamato a sé il capogruppo del Pd Luigi Zanda con cui ha avuto una breve conversazione e poi aveva lasciato l'Aula.
 
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