ITALIA
39 anni dopo
Ustica, ministeri Difesa e Infrastrutture condannati a risarcire Itavia
La Cassazione condanna la Difesa e le Infrastrutture a pagare la compagnia fallita, per omesso controllo e responsabilità nella pericolosa situazione che ha portato alla strage
Lo ha deciso la Cassazione confermando la responsabilità dei ministeri: tra qualche mese stabilirà se 265 milioni di euro bastano o sono troppi. La strage avvenne su un volo diretto da Bologna all'aeroporto di Palermo Punta Raisi, e ad oggi nonostante le tante ipotesi su cui si è indagato non c'è ancora nessun colpevole passato in giudizio. "Inammissibile" è stato dichiarato, dalla Sezioni Unite civili della Cassazione, il ricorso con il quale Difesa e Infrastrutture hanno contestato di essere responsabili della caduta del volo I-Tigi, per il "fatto illecito" costituito dall'omesso controllo dei cieli, così come stabilito dalla Corte di Appello di Roma con due distinti verdetti del 2012 e del 2013 nei quali i magistrati capitolini avevano dato il via libera alla richiesta risarcitoria portata avanti da Itavia in amministrazione straordinaria.
La compagnia aerea, costretta a chiudere i battenti da una campagna denigratoria, era stata fondata dall'imprenditore marchigiano Aldo Davanzali, morto nel 2005. Poi a prendere il testimone nella battaglia contro lo Stato italiano, difeso anche in Cassazione dall'Avvocatura erariale, erano state le figlie Luisa e Tiziana. Nonostante il governo Letta avesse deciso di non fare più ricorso contro il diritto dei familiari delle vittime di Ustica ad essere risarciti, dalla 'pax' era stata esclusa Itavia e infatti la contesa continua ed ora è arrivata alle battute finali.