La lotta all'epidemia
Coronavirus: l'Ue arriva divisa al vertice, scontro sul coronabond
Oggi videoconferenza a 27. Da una parte Italia, Francia, Spagna e altri paesi soprattutto del sud chiedono un intervento massiccio di Bruxelles data la straordinarietà del momento. Dall'altra il blocco del nord, guidato da Germania e Olanda, fa muro. Gualtieri: l'Ue condivida i rischi, servono bond comuni. Conte all'Ue: "10 giorni per battere un colpo. Se aiuti come in passato facciamo da soli"
L'Unione europea arriva divisa all'appuntamento cruciale. Nell'ora più drammatica dell'esplosione del coronavirus, i 27 si presentano al vertice che avrebbe dovuto dare una risposta unitaria per arginare le conseguenze economiche della pandemia in due blocchi contrapposti. Da una parte Italia, Francia, Spagna e altri paesi soprattutto del sud che chiedono un intervento massiccio di Bruxelles data la straordinarietà del momento. Dall'altra il blocco del nord, guidato da Germania e Olanda, che fanno muro. I punti su cui un'intesa è lontana sono sostanzialmente due: le condizioni da applicare a un eventuale intervento del Fondo Salva-Stati e la possibilità di introdurre titoli di debito garantiti dalla Ue, gli Eurobond. Su entrambe le questioni i due fronti sono distanti.
Slitta anche il Mes
Le divisioni tra Stati membri hanno costretto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, a presentare una nuova bozza di conclusioni ulteriormente annacquata rispetto alla versione precedente che dava un sostanziale via libera al ricorso al Mes.
Questa mattina in una riunione del Coreper (l'organismo che riunisce gli ambasciatori), Olanda e Finlandia si sono opposte a un paragrafo in cui si chiedeva all'Eurogruppo di concludere il lavoro tecnico per attivare le linee di credito del Meccanismo europeo di stabilità entro la prossima settimana. Nell'ultima bozza che e' stata fatta circolare tra le capitali, il Consiglio europeo invita l'Eurogruppo a "sviluppare le specifiche tecniche necessarie" per attivare il Mes "nelle prossime settimane". Nella nuova bozza, così come nella prima, non ci sono riferimenti espliciti alla possibilità di introdurre dei Coronabond.
Intanto, all'indomani delle parole di Mario Draghi che dalle colonne del Financial Times ha parlato del coronavirus e delle sue conseguenze sull'economia come di una "tragedia di proporzioni bibliche", un appello forte è arrivato dalla presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen. Il capo dell'esecutivo Ue, nell'aula praticamente deserta del Parlamento europeo (la stragrande maggioranza dei deputati hanno partecipato alla plenaria da casa) ha accusato di egoismo alcuni stati membri. "Le ultime settimane ci raccontano una storia a tratti dolorosa - ha detto von der Leyen - quando l'Europa aveva davvero bisogno che ci fossimo gli uni per gli altri, troppi inizialmente si sono preoccupati solo di se stessi. Quando l'Europa aveva davvero bisogno che lo spirito fosse"tutti per uno", troppi hanno risposto "solo per me stesso". E quando l'Europa aveva davvero bisogno di dimostrare che questa Unione non esiste solo quando va tutto bene, troppi si sono rifiutati inizialmente di condividere quello che avevano".
L'attenzione è adesso puntata sulla Germania: Berlino nei giorni scorsi, per voce del ministro dell'Economia, Peter Altmeier, ha demolito la proposta italiana sui coronabond e ha mostrato molta timidezza sul ricorso al Fondo Salva Stati senza condizionalità. Solo una svolta decisa da Angela Merkel potrebbe sbloccare la situazione e consentire alla Ue di uscire dall'impasse.
La bozza di conclusioni del Consiglio sottoposta ai capi di Stato e di governo, emerge ruolo maggiore della Bei
"Prendiamo nota del progresso fatto dall'Eurogruppo sul sostegno per la crisi della pandemia" e lo invitiamo "a definire senza ritardi e sviluppare le specificazioni tecniche necessarie. La nostra risposta terrà conto "della natura senza precedenti dello choc covid-19 che colpisce tutti i nostri Paesi e sarà intensificato, se necessario, con ulteriori azioni in modo inclusivo, alla luce degli sviluppi, al fine di fornire una risposta globale". Così è scritto nella bozza di conclusioni del Consiglio europeo che è stata sottoposta ai capi di Stato e di governo. Il riferimento è all'uso del Meccanismo europeo di stabilità (prestiti agli Stati) sul quale l'Eurogruppo non era riuscito a raggiungere l'unanimità dei consensi. Nel testo non c'è alcun riferimento al coronabond, tuttavia in un passo viene indicato in termini generici che "useremo gli strumenti Ue per sostenere l'azione (degli Stati) per sostenere le economie e alleviare i problemi sociali e di occupazione nella misura necessaria". Emerge chiaro il riferimento al ruolo della Banca europea degli investimenti: i ministri finanziari dovranno "esplorare rapidamente le possibilità incrementare la risposta complessiva della Bei". E' possibile che proprio la leva Bei sia usata per rafforzare la risposta Ue.
In ogni caso, nella bozza di conclusioni della riunione, soggetta a ulteriori limature, viene indicato fin dall'inizio che i governi faranno "quanto è necessario per proteggere i cittadini e superare la crisi preservando i valori e il modello di vita europei". Dunque sul coronabond né si apre né si chiude la porta, ma è evidente che non ci sono le condizioni politiche (e psico-culturali) per un salto del genere. No dalla Germania, dall'Olanda, dalla Finlandia, anche all'Est non fanno i salti di gioia a questa prospettiva. A poche ore dalla riunione attualmente in corso, il capo del governo austriaco Kurz ha detto: "Respingiamo una mutualizzazione generalizzata dei debiti, è un vecchio modello". Fermi sulla loro posizione i 9 governi: Italia, Francia, Spagna, Lussemburgo, Slovenia, Grecia, Irlanda, Belgio, Portogallo.
Tuttavia, la questione del bond comune anti-crisi può avere tante facce e probabilmente non a caso la lettera dei 9 leader (tra cui Conte, Macron e Sanchez) che propugnano il 'covidbond' hanno scritto: 'Dobbiamo lavorare su uno strumento di debito comune emesso da una istituzione della Ue'. Il Mes non è una istituzione Ue perché è figlio di un trattato intergovernativo, la Bei invece lo è (è il braccio finanziario della Ue in cui decidono i 27 Stati membri rappresentanti dai loro ministri del tesoro). L'idea sulla quale ci sono stati degli approfondimenti sul piano tecnico e' un ruolo maggiore della Bei nel sostegno al finanziamento dei costi economici della crisi. Sta di fatto che nel documento viene indicato l'apprezzamento per "il contributo del gruppo Bei nella mobilitazione delle risorse per le garanzie bancarie e gli investimenti nelle società europee, in particolare le piccole e medie imprese, anche attraverso l'uso del bilancio Ue". Nel passaggio immediatamente successivo viene detto che i ministri delle finanze sono incaricati di verificare le possibilità di aumentare la risposta globale al coronavirus del gruppo Bei. Un'idea che circola è usare la leva Bei per rafforzare l'azione per mantenere i posti di lavoro (sistemi di assicurazione anti-disoccupazione). Si vedrà. E' interessante notare che l'altra sera parlando alla stampa dopo la riunione dell'Eurogruppo, il dg del Mes Klaus Regling aveva indicato che 'non bisogna dimenticare in questo dibattito sul coronavirus e le obbligazioni' il ruolo di Bei e Mes che aumentano le loro attività di prestito. La prima 'emettera' piu' obbligazioni di quanto precedentemente previsto e lo stesso potrebbe accadere al Mes, queste obbligazioni sono garantite da tutti i nostri Stati membri. Nel caso della Bei, sono tutti membri della Ue e, per il Mes, sono tutti i membri dell'area dell'euro. Quindi questo è il concetto di obbligazioni comunemente emesse da tutti i membri'. Come dire, il sistema è già lì pronto. Se le cose stanno davvero così è lecito chiedersi se si scaricherà la tensione sulle condizioni dei prestiti Mes (per l'Italia varrebbero 36 miliardi).
Sassoli: piano unitario per rilancio economia Ue
Durante il suo discorso al Consiglio europeo, il Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha sottolineato la necessità di un piano globale e unitario per rilanciare l'economia europea dopo la pandemia del COVID-19."Siamo chiamati a scrivere oggi insieme il vero futuro dell'Europa, a seguito di una pandemia che sta sconvolgendo il pianeta. Dobbiamo dimostrare ai nostri cittadini che l'Unione Europea è la risposta a questa emergenza e alla crisi che ne conseguirà. Vi assicuro che il Parlamento europeo è più che mai in prima linea per garantire la sua funzione e l'esercizio del necessario controllo", ha dichiarato Sassoli.
"Aumentare il capitale Bei, ok a debito emesso da una istituzione europea"
La crisi sanitaria "non deve sfociare in una crisi finanziaria, economica, sociale e politica. L'urgenza, la natura esterna e simmetrica della crisi impongono di pensare a uno strumento di medio e lungo periodo per rilanciare l'economia europea e proteggere l'occupazione e il nostro modello sociale" ha quindi indicato il presidente del Parlamento Ue, specificando che "è importante si lavori a una opzione per aumento di capitale della Bei, a sostegno soprattutto delle pmi. E concentrarsi su strumenti nuovi, a situazione straordinaria devono corrispondere risposte straordinarie". Tra questi "un meccanismo comune di debito, emesso da una istituzione europea, che ci consentirà di raccogliere fondi sul mercato alle stesse condizioni per tutti".
Per Conte e Sanchez bozza conclusioni deludente e insufficiente
A quanto trapela, a videoconferenza ancora in corso, il premier Conte e il capo del governo spagnolo Sanchez ritengono insufficiente e deludente la bozza di conclusioni preparata per il Consiglio europeo perché le proposte contenute non sono all'altezza della risposta necessaria a livello Ue. Italia e Spagna hanno chiesto che il Consiglio incarichi i 5 presidenti delle istituzioni Ue di formulare proposte nel giro di dieci giorni. Si tratta dei presidenti di Commissione, Consiglio, Parlamento, Bce ed Eurogruppo.
Conte: se aiuti come in passato facciamo da soli
"Come si può pensare che siano adeguati a questo shock simmetrico strumenti elaborati in passato, costruiti per intervenire in caso di shock asimmetrici e tensioni finanziarie riguardanti singoli Paesi?". E' questo, a quanto si apprende da Palazzo Chigi, il messaggio che il premier ha inoltrato ai leader Ue. "Se qualcuno dovesse pensare a meccanismi di protezione personalizzati elaborati in passato allora voglio dirlo chiaro: non disturbatevi, ve lo potete tenere, perché l'Italia non ne ha bisogno", ha aggiunto.
Gualtieri: l'Ue condivida i rischi, servono bond comuni
"Di fronte a uno shock simmetrico,per massimizzare l'efficacia di questi interventi e assicurare coesione e convergenza tra i paesi, essi dovrebbero essere sostenuti da una piena condivisione del rischio anche attraverso l'emissione di strumenti di debito comune". Lo afferma il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, Le iniziative della Bce in questo quadro sono molto positive, sottolineando che "le iniziative della Bce in questo quadro sono molto positive".
"Con le misure già adottate e quelle in preparazione stiamo varando un sostegno alla liquidità basato su garanzie pubbliche che non ha precedenti e che è al livello delle iniziative più consistenti e ambiziose messe in campo in Europa" rivendica quindi il ministro dell'Economia, in merito agli interventi per fronteggiare l'emergenza economica scatenata dalla pandemia. Gualtieri cita l'ex presidente della Bce, Mario Draghi, il quale sul Financial Times ha parlato di "guerra" che necessita di misure adeguate, compreso l'aumento "significativo" del debito pubblico degli Stati.