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ITALIA

La scelta avverrà non prima di martedì

Autostrade: il governo studia la proposta di Aspi, per Bellanova "è una telenovela infinita"

In attesa della decisione del governo sulla revoca ad Aspi, interviene Gianni Mion, presidente di Edizione, la holding della famiglia Benetton primo azionista di Atlantia: "Non resta che aspettare, ma non sono ottimista"

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Il dossier Autostrade dovrebbe arrivare sul tavolo del consiglio dei Ministri non prima di martedì. Sarà in quella sede che il governo deciderà se revocare la concessione ad Aspi o accettare la proposta di "pace" avanzata dal gruppo Benetton. Il tema continua a dividere la maggioranza con i 5Stelle che spingono per la cancellazione del contratto e Iv che mette invece in guardia dal rischio di ricorsi e penali.

Sulla vicenda si registra l'intervento di Gianni Mion, presidente di Edizione, la holding della famiglia Benetton, primo azionista di Atlantia. Da parte di Autostrade per l'Italia e Atlantia è arrivata al governo "una proposta seria" per chiudere la partita legata al futuro della concessione di Aspi, ma - avverte Mion -"non sono ottimista". I due gruppi, "hanno fatto un grande sforzo, anche professionale". Ora "non resta che aspettare".

Anche Teresa Bellanova (Iv), ministra per le politiche agricole interviene, via facebook, sulla vicenda Autostrade. "Da due anni sulla vicenda delle concessioni autostradali assistiamo a una telenovela infinita, è ora di finirla. Per questo capovolgo i termini della questione. Non è interessante quel che il privato mette sul tavolo. Quello che conta è la tutela dell'interesse pubblico. Qualsiasi patto pubblico-privato deve partire da qui, chiunque sia il privato. E in questa vicenda assicurare l'interesse pubblico significa garantire ai cittadini efficienza, efficacia, sicurezza e qualità totale di un servizio, non ultimo l'aspetto tariffario. Si vada al punto e si discuta di questo".

Più netta la posizione del sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti, Roberto Traversi (M5s). "Una discontinuità netta col passato, da ogni punto di vista. Questo ho chiesto a proposito della concessione di Autostrade per l'Italia. Significa che quando inaugureremo il nuovo ponte Morandi dovremo essere in grado di dire ai parenti delle vittime del crollo che abbiamo voltato pagina per scriverne una completamente nuova. E ci sono soltanto due possibilità per farlo: che sia revocata la concessione ad Autostrade per l'Italia o che dall'azionariato ne esca la famiglia Benetton che ne ha mantenuto il controllo in questi anni segnati da incuria predatoria e colpevole abbandono della manutenzione". 

Il dossier mantiene vivo il dibattito in questa domenica di metà luglio anche nell'opposizione con la presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini: “Se il governo intende davvero nazionalizzare le concessioni autostradali accettando il diktat dei Cinque Stelle, deve prima dire: ha rafforzato le strutture dell’Anas? La manutenzione di strade statali e locali è stata forse migliore in questi anni di quella dei tratti autostradali? I settemila dipendenti diretti sono tutelati dalla clausola di tutela sociale, ma che fine faranno i dipendenti delle aziende collegate, che sono quasi altrettanti? Chi finanzierà il completamento della Gronda? La spunteranno anche qui i Cinque Stelle che non la vogliono?”.

Alla Bernini fa eco Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati: "Forza Italia non difende i Benetton, Forza Italia difende l'interesse dei cittadini. Aspi ha di fatto accettato tutte le richieste avanzate nelle scorse settimane da Palazzo Chigi. Adesso la partita è tutta politica. Statalizzare Autostrade, come sembra voglia fare il premier Conte per tenere insieme i cocci della sua maggioranza, rappresenterebbe un pericoloso ritorno al passato e un grave danno per gli italiani".

Per la Lega, tramite il responsabile nazionale infrastrutture, Edoardo Rixi, "Il Governo Pd-5S è sempre più diviso sulla concessione ad Autostrade e continua a non decidere. Ma quel che è più grave è che l'esecutivo è solo concentrato sulla governance di Aspi e sul futuro societario, trascurando il vero obiettivo: il risarcimento dei danni alla Liguria per il crollo del ponte Morandi in termini di opere compensative e di diminuzione dei pedaggi".

Si resta in attesa, quindi, della decisione del governo sul piano che Autostrade per l'Italia ha inviato ormai ieri. Complessivamente la proposta di Aspi vale 11 miliardi (3,4 miliardi di indennizzi più 7,5 miliardi di investimenti da piano). Il governo punta a un taglio di almeno il 5% delle tariffe, a indennizzi a Genova, a maggiori controlli sulla rete, a un'accelerazione sugli investimenti, a una manutenzione straordinaria. A inizio mese Aspi aveva offerto 2,8 miliardi di euro. Ora la cifra dovrebbe essere quella chiesta dall'esecutivo di 3,4 miliardi.

C'e' poi la questione della governance di Autostrade per l'Italia. Oggi Atlantia ha l'88% di Autostrade, ma la holding si è detta disposta a scendere sotto il 50% non più attraverso una cessione tout court della quota, ma con un aumento di capitale pari a circa 3 miliardi di euro per fare entrare nell'azionariato delle "nuove" Autostrade, Cdp, F2i, Poste Vita e alcune casse previdenziali.

In questo modo, inoltre Atlantia non sarebbe costretta a vendere "sotto prezzo" Aspi che, a causa del decreto Milleproroghe, ha visto il proprio valore precipitare a causa del taglio dell'indennizzo da corrispondere in caso di revoca della concessione da 23 miliardi a 7. Se tutte le caselle andranno al loro posto e se il Cdm martedì darà il via libera all'accordo, il passo successivo sarà quello della messa a punto della governance della nuova società. In caso contrario resta la revoca.
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