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POLITICA

Emergenza Mediterraneo

Vertice Ban-Renzi, i "temi caldi" immigrazione e situazione in Libia

Il premier con il segretario generale dell'Onu e Federica Mogherini a bordo della nave della marina militare San Giusto. L'Italia punta a un mandato delle Nazioni unite ma il numero uno dice 'no' all'opzione militare

Matteo Renzi, Federica Mogherini e Ban Ki-moon (Instagram/Nomfup)
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Giovedì scorso il vertice straordinario europeo a Bruxelles, adesso l'incontro tra il premier Matteo Renzi e il segretario generale delle Nazioni unite, Ban Ki-moon. Sull'onda dell'indignazione per l'ultima tragedia del mare l'Italia continua a pressare per un maggiore coinvolgimento degli organismi internazionali nella crisi del Paese nordafricano. Ban ha comunque messo subito un punto fermo alla vigilia della visita: "Non esiste una soluzione militare alla tragedia umana che sta avvenendo nel Mediterraneo". Il segretario dell'Onu, dopo aver volato con Renzi e l'Alto Rappresentante per la politica estera dell'Ue Federica Mogherini diretti verso il Canale di Sicilia, ora è a bordo della sulla nave San Giusto della Marina Militare, impegnata nelle operazioni di ricerca e soccorso nel canale di Sicilia.

Le pressioni italiane sulla Comunità internazionale
"Voglio - ha annunciato Renzi - fargli vedere fisicamente e plasticamente che cosa sta facendo l'Italia". I mezzi italiani, insieme a quelli di Triton e ai mercantili privati, stanno affrontando l'emergenza partenze dalla Libia che ha già portato a superare la quota di 25mila persone sbarcate quest'anno. Dal vertice Ue Roma ha ottenuto il triplicamento dei fondi per le operazioni Frontex e un mandato esplorativo alla Mogherini a una missione europea per identificare e distruggere i barconi prima che siano usati dai trafficanti. Proprio quest'ultimo è uno dei punti più delicati in ballo e sul quale è necessario il coinvolgimento dell'Onu. L'Italia, ha informato nei giorni scorsi Renzi, "ha chiesto alla Francia, alla Gran Bretagna e alla Spagna il sostegno a una risoluzione dell'Onu sulla Libia".

Il coinvolgimento dei Paesi d'origine
La risoluzione avrebbe lo scopo di dare copertura a quello che viene definito non un intervento militare, ma "un'operazione di polizia internazionale" finalizzata alla distruzione dei barconi usati dai trafficanti di uomini. Altro punto fondamentale della strategia italiana è il coinvolgimento dei Paesi di origine e transito dei migranti, sul cui territorio potrebbero essere realizzati dei centri per esaminare in loco chi ha diritto all'accoglienza in Europa. Anche in quest'attività è importante l'intervento delle Nazioni unite attraverso l'Unhcr. Da parte sua Ban in un paio di interviste pubblicate sui quotidiani ha precisato la sua posizione, ribadendo il no all'opzione militare in Libia.

"Non ci sono alternative al dialogo"
"E' cruciale - ha sottolineato - che la concentrazione di tutti sia su salvare le vite, inclusa l'area libica delle operazioni di ricerca e soccorso", ma "la sfida" è "anche assicurare il diritto all'asilo del crescente numero di persone che in tutto il mondo scappano dalla guerra e cercano rifugio". Quanto alla Libia, per il segretario Onu "non ci sono alternative al dialogo. Il mio rappresentante speciale, Bernardino Leon, e la sua squadra continuano a lavorare in maniera instancabile con le parti libiche coinvolte, per aiutarle ad arrivare insieme a uno spirito di compromesso".  
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