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MONDO

Chiesa critica l'accordo Ue sui migranti: bombardare i barconi è un atto di guerra

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Sarà che una strage come quella di domenica al largo della Libia non era mai avvenuta. Sarà che l'Unione europea è particolarmente divisa. Sarà che nell'era di Papa Francesco i temi sociali e l'attenzione ai migranti è particolarmente alta nella galassia cattolica, mentre è scemata l'apprensione per questioni legate ai cosiddetti "valori non negoziabili" di un'altra epoca ecclesiale. A dare la misura di come sono evolute le priorità vaticane è stato, come di consueto, l'Osservatore Romano. Che, nella edizione uscita ieri, ha dedicato un corsivo, un pastone e un articolo di apertura in prima pagina all'immigrazione, e solo una breve cronaca di 13 righe all'approvazione, da parte del Parlamento italiano, del "divorzio breve".

La Chiesa cattolica, più in generale, ha bocciato sonoramente l'accordo raggiunto al vertice europeo straordinario che si è svolto a Bruxelles sull'emergenza immigrazione. Voci critiche si levano dal Vaticano, dalla Conferenza episcopale italiana e dalle varie anime dell'associazionismo cattolico, dopo che già alla vigilia erano emerse apprensioni nette per le ipotesi, anticipate, di un blocco navale dei migranti in partenza.

L'Europa "ha perso l'occasione per comprendere fino in fondo che la tragedia legata alle migrazioni mette in gioco la sua autorità morale e politica e i principi di solidarietà su cui è fondata", secondo l'Osservatore romano, che apre con il titolo "Avanti divisi". "Eppure - scrive Mario Beontti sul giornale vaticano - il Governo italiano ha salutato con favore anche questo primo e timido passo: l'Ue si impegna a triplicare i fondi per la missione Triton - arrivando però a spendere in tutto quello che la sola Italia ha speso per l'operazione Mare Nostrum - salvo poi portare i profughi nel Paese più vicino, quindi di nuovo l'Italia".

Il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio consiglio per la pastorale dei migranti, è più esplicito ancora: "Dobbiamo fare qualcosa, però l'atteggiamento europeo è: vi do i soldi ma non ci disturbate". Bombardare i barconi, afferma ancora Vegliò, "è un'idea stranissima: ma cosa bombardano? C'è il diritto internazionale! Bombardare in un Paese è un atto di guerra!". Sottoscrivono immediatamente i francescani di Assisi. 

Più diplomatico il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, che, in Veneto per una lectio magistralis, afferma che la strada intrapresa dall'Unione europea "è quella giusta, ma deve continuare con il coinvolgimento di tutti i paesi", anche al di fuori dell'Unione europea, dato che il problema di fondo riguarda la pace e la guerra in terra africana.

 
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