Coronavirus
Lo studio
Covid, Bankitalia: evitati 600mila licenziamenti grazie a misure anti-crisi
Calcolato l'effetto di estensione della CIG, sostegno alla liquidità delle imprese e blocco dei licenziamenti
Nello studio, della ricercatrice Eliana Viviano (che non riflette necessariamente l'opinione dell'istituto centrale) si rileva come circa un terzo di questi 600mila licenziamenti "non si sarebbe probabilmente verificato, anche in assenza del blocco, grazie alle altre misure".
Secondo l'analisi, quindi, nel 2020, senza la crisi Covid si sarebbero verificati 500mila licenziamenti, come nel 2019 (a fronte di circa 1,2 milioni di assunzioni e trasformazioni attese). Si stima che tra gennaio e metà marzo 2020 (cioè prima del blocco) i licenziamenti per motivi economici nel settore privato siano stati all'incirca 100mila: in prima battuta si può ritenere che la norma sul blocco dei licenziamenti stia impedendo almeno 400mila licenziamenti che si sarebbero verificati in condizioni normali.
In assenza di politiche, i licenziamenti nel 2020 sarebbero aumentati di circa il 30 per cento, arrivando a 700mila unità. Tale risultato va interpretato alla luce della distribuzione settoriale e per classe dimensionale dello shock e del fatto che la CIG "pre-Covid" avrebbe comunque impedito parte dei licenziamenti nel 2020. L'ampia copertura garantita dalla CIG-Covid e dalle altre politiche avrebbe potuto prevenire la gran parte dei licenziamenti addizionali dovuti alla crisi da Covid-19 (circa 200mila), mantenendo il numero di licenziamenti nel 2020 sui livelli dell'anno precedente anche a prescindere dalla normativa di blocco dei licenziamenti.