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POLITICA

Palazzo Madama

Riforme, via libera del Senato. Renzi: "Nessuno fermerà il cambiamento"

183 sì, nessun no, 4 astenuti. Il ddl Boschi passa alla Camera. La soddisfazione del ministro che ringrazia Grasso: "Garante imparziale"
 

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Quasi quattro mesi: tanto è durato l'esame al Senato, tra Commissione e Aula, delle riforme costituzionali. Una vera e propria maratona parlamentare protrattasi letteralmente giorno e notte e conclusasi rispettando la tabella di marcia che il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha imposto ai senatori della sua maggioranza. "Ci vorrà tempo, sarà difficile, ci saranno intoppi. Ma nessuno potrà più fermare il cambiamento iniziato oggi #italiariparte #lavoltabuona", ha scritto il premier a pochi minuti dall'approvazione dell ddl sulle riforme al Senato. L'Aula del Senato, alla fine, ha dunque approvato il disegno di legge di riforma della Costituzione con 183 voti a favore, nessun contrario e quattro astenuti. Mentre la votazione era aperta, i senatori della Lega abbandonavano l'Aula tenendo in alto con la mano la scheda per la votazione.

La soddisfazione della maggioranza
Dopo il voto, molti gli abbracci: parecchio affettuoso quello fra la relatrice Anna Finocchiaro e il ministro Maria Elena Boschi. Poco prima del voto, quando il ministro per i Rapporti con il Parlamento ha ringraziato il presidente del Senato Pietro Grasso "per il suo equilibrio e la sua imparzialità", si è levato un applauso soltanto dai banchi della maggioranza: mugugni, invece, dai banchi della Lega. Alla resa dei conti finale, alla maggioranza "allargata" mancano nell'Aula del Senato 43 sì, rispetto al totale potenziale. Pd, Ncd, Sc, PI, Psi, Autonomie e Forza Italia insieme vantano 226 seggi. Ma nel voto finale i sì sono stati 183: 45 senatori della maggioranza non hanno partecipato al voto, perché assenti, in missione o dissenzienti e due democratici si sono astenuti. La maggioranza assoluta, indispensabile per approvare le leggi costituzionali, è stata superata di 22 voti.

Maggioranza avanti, ma mancano almeno 45 voti
Mentre alla maggioranza dei due terzi, necessaria nella seconda lettura per evitare il referendum confermativo, mancano trenta sì. Quest'ultimo però non costituisce un problema per il governo e la maggioranza: hanno già dichiarato di voler far mancare i due terzi per poter svolgere in ogni caso un referendum. Tra i cinque senatori a vita si segnala l'astensione di Elena Cattaneo. Ha votato invece a favore della riforma Mario Monti. In missione Renzo Piano. Assenti Carlo Rubbia e Carlo Azeglio Ciampi. "E' il primo segnale importante della voglia di cambiare il Paese ed è la capacità di rispettare gli impegni presi con i cittadini", ha detto il ministro Maria Elena Boschi dopo il via libera alla riforma, a chi le chiede se ora il cammino delle riforme è più semplice. "Siamo dispiaciuti per chi ha lasciato l'Aula - ha spiegato -, in un confronto democratico il dissenso si può esprimere senza uscire, ma la maggioranza è stata ampia e siamo soddisfatti di questa prima approvazione".

Tensioni nel Pd. Alcuni non partecipano al voto
Poi, a chi le chiede di commentare il non voto della riforma da parte di sedici "dissidenti" del Pd, risponde: "Spero che" i senatori Pd che non hanno partecipato al voto sulla riforma costituzionale "possano cambiare idea nei prossimi passaggi. Noi continuiamo nel dialogo, mi auguro che cambino idea in futuro". "Io e alcuni colleghi del Pd che ci siamo ritrovati in questi mesi" in una proposta alternativa di riforma, "restando in Aula come nostro dovere, non parteciperemo al voto", aveva annunciato Vannino Chiti in merito al ddl. Non è stato precisato il numero dei senatori. "Il nostro sistema pubblico ha bisogno di riforme finalmente realizzate, non solo immaginate", dice invece il capogruppo Pd Luigi Zanda. Mentre il capigruppo di Fi Paolo Romani ha tenuto la sua dichiarazione di voto sulle riforme, tutti i senatori del M5S hanno lasciato l'Aula attraversandola platealmente in fila indiana dietro al loro capogruppo Petrocelli.

La protesta dei 5 Stelle
Alcuni di loro hanno fatto il segno di "vittoria" con indice e medio della mano a favore dei fotografi in tribuna. I senatori hanno "invaso" il Transatlantico del Senato, dopo aver abbandonato l'Aula in segno di protesta contro il ddl riforme. Alcuni Cinquestelle si sono abbracciati e non è mancato chi, per l'emozione, ha pianto consolato dai colleghi. "Questa riforma ha due firme, quella di Matteo Renzi e quella di Silvio Berlusconi. Senza la loro capacità di dialogo e di condivisione, di senso delle istituzioni e di legittimazione reciproca non sarebbe stato possibile arrivare qui oggi: stiamo scrivendo una pagina storica della vita della Repubblica, non tanto per il merito della riforma quanto per il metodo", ha affermato Paolo Romani.

Quagliariello: "Possiamo cambiare l'Italia"
"Oggi si apre davanti a noi una scommessa di mille giorni, alla quale siamo chiamati a partecipare con attitudine costituente. Abbiamo cominciato cambiando noi stessi, dovremo concludere il cammino cambiando l'Italia". Così Gaetano Quagliariello (Ncd) nella dichiarazione di voto sul ddl riforme al Senato. "Abbiamo davanti a noi una grande occasione e la consapevolezza che difficilmente ve ne sarà un'altra. Per questo il Nuovo Centrodestra dirà sì a questa riforma". La Lega nord invece non ha partecipato al voto finale sul ddl costituzionale sulle Riforme. Lo ha annunciato il capogruppo Gian Marco Centinaio: "Non possiamo essere complici di chi sta affossando questo Paese", ha detto in Aula.
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