ITALIA
L'inchiesta
Caso Diciotti. Tribunale chiede ok a procedere contro Salvini per sequestro di persona
La decisione del Tribunale dei ministri arriva dopo la richiesta motivata di archiviazione avanzata dalla procura di Catania. "Sì lo rivendico, lo confesso e lo ammetto: ho bloccato la procedura di sbarco dei migranti. Mi dichiaro colpevole di questo reato", dice Salvini su Facebook
Pm Catania invia richiesta e atti a Senato
La Procura di Catania, in ottemperanza alla decisione del Tribunale dei ministri, ha inviato al Senato l'autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell'Interno Matteo Salvini e gli atti relativi all'inchiesta sulla nave Diciotti.
La vicenda
Il 20 agosto 2018 la nave Diciotti, pattugliatore della Guardia costiera italiana, con a bordo 177 migranti tratti in salvo il 16 agosto al largo di Lampedusa, arriva nel porto di Catania. Nessuno ha il permesso di scendere: Malta si è rifiutata di accoglierli e l’Italia di farli sbarcare in mancanza di un accordo dell’Unione europea sulla ripartizione dei profughi. I Pm di Agrigento hanno indagato il ministro Matteo Salvini e un capo di gabinetto del Viminale per sequestro di persona, abuso d'ufficio e arresto illegale. Fascicoli sulla vicenda sono stati aperti anche dalla Dda di Palermo (traffico di migranti e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina) e dai Pm di Catania.
Giudici: da Salvini abuso poteri. Sapeva che a bordo c'erano minori
Ha "abusato dei suoi poteri, privato della libertà personale 177 migranti di varie nazionalità giunti al porto di Catania a bordo dell'unità navale di soccorso 'Diciotti' della Guardia Costiera italiana alle ore 23,49 del 20 agosto del 2018". Per questa ragione - sostiene il tribunale dei ministri di Catania - il ministro dell'Interno Matteo Salvini deve rispondere del reato di sequestro di persona, aggravato dall'aver agito nelle veste di "pubblico ufficiale e con abuso dei poteri inerenti alle funzioni esercitate nonché per averlo commesso anche in danno di soggetti di minore età".
Il ministro dell'Interno sapeva che a bordo della nave Diciotti ci fossero anche dei minori non accompagnati e nonostante ciò non ha autorizzato subito lo sbarco. In questo modo avrebbe violato le Legge Zampa del 2017. A dirlo sono i giudici del Tribunale dei ministri di Catania nel decreto invito al Senato. "La legge Zampa - dicono i giudici - sancisce il divieto assoluto di respingimento ed espulsione dei minori extracomunitari non accompagnati". "Ciò nonostante lo sbarco dei 29 minori veniva autorizzato dal ministro Salvini solo la sera del 22 agosto è solo dopo l'intervento della procura per i minori di Catania".
Il ministro: "Colpevole di aver bloccato lo sbarco"
"Sì lo rivendico, lo confesso e lo ammetto: ho bloccato la procedura di sbarco dei migranti. Mi dichiaro colpevole di questo reato". Così il ministro dell'Interno Matteo Salvini su Facebook spiega la richiesta del Tribunale dei ministri di procedere contro di lui. "Riunione il 7 dicembre e comunicazione il 24 gennaio", e poi applausi verso la telecamera. "In un'azienda qualunque qualcuno dovrebbe dare le dimissioni". "I giudici facciano i giudici, i ministri fanno i ministri ed esercitano i loro poteri", aggiunge Salvini.
Rixi: gestione immigrazione non è tema da tribunale
"Come si gestisce l'immigrazione è una linea politica del governo e non può essere argomento di un tribunale", ha detto il viceministro ai trasporti, Edoardo Rixi, parlando della richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del vicepremier Matteo Salvini per la questione Diciotti. "Su alcuni argomenti il governo deve essere libero di poter scegliere - ha spiegato Rixi a margine del convegno Ipma, a Milano - e non è che se a qualcuno non va bene la questione diventa giudiziaria. Credo che ci stia stato un comportamento corretto del governo e della guardia costiera".
Bonafede: su Diciotti azione concordata da interno governo
Quello che è stato fatto nel caso della nave Diciotti "è azione concordata da tutto il governo. L'attività è stata portata avanti da tutti e non solo da Salvini". Lo ha detto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Il Guardasigilli ha detto che la decisione sarà un atto del tutto "tipicamente parlamentare, la Giunta farà le sue valutazioni. Ho rispetto dell'autonomia e indipendenza della magistratura, come pure ho rispetto del Parlamento e delle scelte e valutazioni che verranno fatte".