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POLITICA

Comunali

Berlusconi sostiene l'asse con la Lega e punta a rilancio di Forza Italia

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Tajani vicepresidente, un comitato composto da una decina di persone (tra questi i capigruppo, gli ex capigruppo e un mix tra vecchi e nuovi big), una Consulta aperta al contributo di esterni, un congresso a settembre per le giovani leve e un coordinatore nazionale (Carfagna). Silvio Berlusconi annuncia il rilancio di Forza Italia, attraverso un piano che dovrebbe diventare operativo entro l'estate. Una risposta anche per far capire di voler rimanere in campo, soprattutto ora che, a suo dire, il Movimento 5 stelle sta perdendo terreno.

Sulla direzione di marcia, invece, è ancora presto, il giudizio del Cavaliere che tuttavia, parlando oggi con i fedelissimi è tornato a frenare chi intende sganciarsi dalla Lega. Questa tornata amministrativa, il parere unanime dei 'big' azzurro ma anche dell'ex premier, ha dimostrato che laddove si presenta unito il centrodestra vince. Dunque sbagliato pensare ad un progetto diverso da quello della coalizione. Eppure il partito azzurro è diviso tra chi ritiene indissolubile l'asse con il partito di via Bellerio e chi punta, invece, ad un progetto moderato sul solco del Ppe. Salvini del resto ha ribadito che l'alleanza resta salda e ha sottolineato come non è previsto ufficialmente alcun apparentamento con il Movimento 5 stelle.

L'obiettivo dell'ex presidente del Consiglio è in ogni caso quello di differenziarsi sempre di più rispetto all'alleato. E di tornare all'attacco sia per riconquistare il consenso perduto al nord (in alcune città come Treviso e Brescia FI è scesa su cifre intorno al 5%) che quello al sud. Ed è proprio nel Meridione che il partito azzurro è riuscito a frenare l'avanzata del Carroccio. "L'Opa non è riuscita, anzi abbiamo doppiato in molti casi la Lega", il commento di molti coordinatori forzisti.

Il Cavaliere resta alla finestra per quanto riguarda il governo ma, spiegano i suoi, è preoccupato non solo per lo scontro tra l'esecutivo e l'Europa sul fronte dell'immigrazione, ma anche per alcune decisioni prese da Di Maio e Salvini, come quella di affidare ad un esponente 5 stelle la delega sulle Telecomunicazioni.
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