Coronavirus
Le ricadute economiche
Coronavirus, Confindustria Bergamo: "Senza aiuti la metà di noi chiude"
Il 63% delle aziende della provincia di Bergamo che ha risposto all'Osservatorio dell'associazione confindustriale locale dichiara di essere operativa a regime ridotto e solo il 9% funziona a pieno regime. Il 28% è chiuso
"Questa indagine integra altre simulazioni che stiamo realizzando ormai da qualche settimana - commenta Stefano Scaglia, presidente di Confindustria Bergamo - e alcune evidenze sono preoccupanti, anche gravi in certi casi. Ma ci sono anche alcuni aspetti che ci confortano e che ci motivano ulteriormente a proseguire nelle nostre azioni affinché nessun player venga abbandonato.
Per garantire ossigeno alle imprese, è urgente che il sistema creditizio sia ridiscusso e che i parametri per valutare i prestiti siano stravolti: burocrazia e valutazioni con il 'bilancino' devono lasciare il campo a strumenti nuovi e ad approcci solidaristici da parte dello Stato e della Bce.
Secondo il presidente di Confindustria Bergamo, che rappresenta un tessuto produttivo con un valore aggiunto di 32,5 miliardi, pari al 9,5% del Pil lombardo e al 2% di quello nazionale, con una quota di export del 16%, "noi facciamo la nostra parte senza tentennamenti di sorta, attraverso il supporto a singole necessità e allo sviluppo di progetti di retead alto valore aggiunto. Rappresentiamo e tuteliamo quegli imprenditori che ogni giorno mostrano vicinanza alle tante persone sofferenti e a tutti coloro che sono in prima linea nella guerra contro il virus", conclude Scaglia.
Le criticità sono evidenti anche dal dato sul rapporto tra azienda e azienda e clienti: il 60% del campione dichiara di aver già ricevuto richieste di dilazione pagamenti o sospensione. Si tratta, per la maggior parte delle imprese, di una quota minore del fatturato (fino al 25%) ma di un certo peso in questo periodo di crisi.
Il sondaggio evidenzia anche un giudizio in maggioranza negativo sui provvedimenti finora adottati dal Governo per l'emergenza: per il 43% le misure sono confuse, per il 32% insufficienti e solo per l'11% adeguate, con il 12% che non risponde.
Infine il 63% delle aziende della provincia di Bergamo che ha risposto all'Osservatorio dell'associazione confindustriale locale dichiara di essere operativa a regime ridotto e solo il 9% funziona a pieno regime. Il 28% è chiuso.