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Coronavirus

Le ricadute economiche

Coronavirus, Confindustria Bergamo: "Senza aiuti la metà di noi chiude"

Il 63% delle aziende della provincia di Bergamo che ha risposto all'Osservatorio dell'associazione confindustriale locale dichiara di essere operativa a regime ridotto e solo il 9% funziona a pieno regime. Il 28% è chiuso

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Per il Coronavirus il 52% delle aziende bergamasche non ritiene di poter continuare la propria attività se non riceverà immediatamente un supporto dal Governo o più in generale dalle istituzioni. Lo afferma il primo Osservatorio mensile di Confindustria Bergamo sull'impatto dell'emergenza: tra le altre, il 32% pensa di resistere al massimo un anno e solo il 4% che ritiene di potercela fare comunque. L'84% delle imprese ha già chiesto o richiederà la cassa integrazione al massimo entro sei mesi, Tra le imprese delle Bergamasca che hanno chiesto o si stanno apprestando a chiedere la Cassa integrazione, una su due (il 48%) la attiverà per il 70-100% dei propri dipendenti.   

"Questa indagine integra altre simulazioni che stiamo realizzando ormai da qualche settimana - commenta Stefano Scaglia, presidente di Confindustria Bergamo - e alcune evidenze sono preoccupanti, anche gravi in certi casi. Ma ci sono anche alcuni aspetti che ci confortano e che ci motivano ulteriormente a proseguire nelle nostre azioni affinché nessun player venga abbandonato.

Per garantire ossigeno alle imprese, è urgente che il sistema creditizio sia ridiscusso e che i parametri per valutare i prestiti siano stravolti: burocrazia e valutazioni con il 'bilancino' devono lasciare il campo a strumenti nuovi e ad approcci solidaristici da parte dello Stato e della Bce.   

Secondo il presidente di Confindustria Bergamo, che rappresenta un tessuto produttivo con un valore aggiunto di 32,5 miliardi, pari al 9,5% del Pil lombardo e al 2% di quello nazionale, con una quota di export del 16%, "noi facciamo la nostra parte senza tentennamenti di sorta, attraverso il supporto a singole necessità e allo sviluppo di progetti di retead alto valore aggiunto. Rappresentiamo e tuteliamo quegli imprenditori che ogni giorno mostrano vicinanza alle tante persone sofferenti e a tutti coloro che sono in prima linea nella guerra contro il virus", conclude Scaglia.   

Le criticità sono evidenti anche dal dato sul rapporto tra azienda e azienda e clienti: il 60% del campione dichiara di aver già ricevuto richieste  di dilazione pagamenti o sospensione. Si tratta, per la maggior parte delle imprese, di una quota minore del fatturato (fino al 25%) ma di un certo peso in questo periodo di crisi.

Il sondaggio evidenzia anche un giudizio in maggioranza negativo sui provvedimenti finora adottati dal Governo per l'emergenza: per il 43% le misure sono confuse, per il 32% insufficienti e solo per l'11% adeguate, con il 12% che non risponde.   

Infine il 63% delle aziende della provincia di Bergamo che ha risposto all'Osservatorio dell'associazione confindustriale locale dichiara di essere operativa a regime ridotto e solo il 9% funziona a pieno regime. Il 28% è chiuso.
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