Coronavirus
Roma
Mascherine, Ieffi: nessun illecito, volevo aiutare il Paese
La Procura di Roma contesta il tentativo di turbativa d'asta e l'inadempimento di contratti di pubbliche forniture nell'indagine avviata dopo una denuncia di Consip e relativa alla fornitura di 24 milioni di mascherine chirurgiche
L'atto istruttorio, a causa dell'emergenza covid, si è svolto in videoconferenza. Ieffi era collegato da una saletta del carcere di Regina Coeli dove è detenuto da giovedì scorso. "Ieffi ha spiegato di aver inoltrato al delegato Consip - afferma il difensore Andrea Coletta assistito dal collega Claudio Acampora - sia un video ricevuto dal fornitore indiano con il carico di mascherine fatto arrivare in un deposito in Cina sia di avergli fornito il numero di telefono del magazziniere. Ma a quel punto si sono interrotte le comunicazioni con Consip. Inoltre ha chiarito che la merce sarebbe stata pagata al fornitore solo una volta arrivata in Italia e a seguito dei controlli sulla qualità dei materiali. Ora invieremo in Procura la corrispondenza via mail con il fornitore che testimonia quanto riferito oggi da Ieffi. Infine ha anche risposto chiarendo chi è il Max citato in un'intercettazione contenuta nell'ordinanza".
Per il penalista,infine, "in questa vicenda è passata una immagine di Ieffi che non corrisponde al vero". La difesa ha presentato istanza per chiedere revoca della misura è in subordine i domiciliari.
Nei confronti di Ieffi la Procura di Roma contesta il tentativo di turbativa d'asta e l'inadempimento di contratti di pubbliche forniture nell'indagine avviata dopo una denuncia di Consip e relativa alla fornitura di 24 milioni di mascherine chirurgiche. Una torta da quasi 15 milioni di euro su cui l'imprenditore voleva a tutti i costi mettere le mani anche senza avere alcun tipo di credenziali, così come accertato in tempi record dalla Guardia di Finanza e dal Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma.