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Coronavirus

La situazione in Italia

Coronavirus, in arrivo nuovo Dpcm. Fontana: "Restrizioni fino al 4 maggio"

Il premier e le forze di maggioranza fanno il punto sul nuovo Dpcm. Nel primo pomeriggio è prevista una conferenza stampa

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Il governo intende confermare le attuali restrizioni per il contenimento del Coronavirus fino al prossimo 4 maggio. Lo ha assicurato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, parlando del vertice avuto oggi in videoconferenza con il premier Giuseppe Conte e gli altri governatori.

"Il presidente del consiglio non ha ancora dato le linee guida ma confermo che il prossimo Dpcm avrà validità fino al 4 maggio e che i contenuti saranno in linea con quelli dell'ultimo Dpcm, salvo qualche piccola concessione", ha detto il governatore lombardo intervenendo a Telelombardia.

Gli ultimi bollettini medici
Intanto, il quadro della situazione il 10 aprile: "Si stabilizza l'inversione del rapporto ricoverati Covid-19 positivi/pazienti dimessi", nel senso che i pazienti dimessi sono anche oggi piu' numerosi di quelli ricoverati. E' quanto sottolinea lo Spallanzani di Roma nel bollettino medico diramato oggi. L'ospedale romano evidenzia anche che oggi i dimessi sono piu' numerosi di ieri. 

Sale a 13.421 il numero dei contagi da coronvirus in Veneto. Ne da' notizia la Regione attraverso il bollettino aggiornato alle 8. Rispetto a ieri pomeriggio si contano 335 contagi in piu' e 9 decessi (793 in totale dall'inizio dell'emergenza). 

Gallera: nominata commissione su Rsa 
"Oggi il presidente ha firmato il decreto di nomina della commissione sulle Rsa". Lo ha detto l'assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera, durante una conferenza stampa. Alla presidenza ci sara' "Mauro Agnello, gia' direttore dell'Agenzia dei controlli sul sistema socio-sanitario lombardo". La commissione avrà il compito di valutare le cause dei decessi, ha aggiunto Gallera.

 "Non c'è stata nessuna contaminazione da quei pazienti" trasferiti dagli ospedali nelle Rsa "che sono gestiti separatamente". A dirlo l'assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, durante la conferenza stampa convocata per fare il punto sulla questione dei contagi da nuovo coronavirus nelle Rsa. L'assessore nel suo intervento ha detto che i trasferimenti sono stati fatti "in minima parte nelle Rsa che avevano condizioni specifiche con padiglioni o aree separate e indipendenti, con personale dedicato". La prima delibera ha ribadito ha più riprese Gallera relativa alle Rsa è del "23 febbraio, due giorni dopo il caso di Codogno".


Iss, il bilanco dei morti nelle Rsa
Sono 3.859 le morti per Covid-19 registrate nelle Rsa italiane, il 40% fra il 16 e il 31 marzo 2020. E' quanto emerge dalla survey sulle Rsa dell'Istituto superiore di sanità (Iss), iniziata il 24 marzo e che coinvolge 2.399 strutture pubbliche o convenzionate che fanno parte  dell'Osservatorio Demenze dell'Iss. Ad oggi sono state contattate 2.116 Rsa (88% del totale) distribuite in modo rappresentativo in tutto il territorio nazionale. Hanno risposto finora 577 strutture, pari al 27% delle strutture contattate.

Nelle Rsa che hanno risposto vi sono un totale di 44.457 residenti alla data del 1 febbraio 2020, con una media di 78 residenti per struttura.

Sala: non sappiamo quanti sono gli immuni
"Noi non sappiamo quanti sono gli immuni. Coloro che hanno gli anticorpi e hanno una immunita' perche' hanno fatto il coronavirus. Non lo sappiamo perche' non sono ancora stati ufficialmente autorizzati questi test. Alcune regioni come Emilia Romagna e Veneto sono gia' partite, non la Lombardia. Qui mi rivolgo alla scienza e al governo: dovete autorizzarli. Anche se non sono certi al 100%, autorizzateli. Perche' e' peggio non avere nessuna informazione". Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, nel corso del consueto videomessaggio pubblicato sulle sue pagine social.

Polemica sui falsi guariti lombardi
"La Regione Lombardia non trasmette il numero dei soggetti guariti, ma solo dei dimessi. Questi casi nel report della Protezione Civile vengono conteggiati tra i guariti, con conseguente distorsione della comunicazione pubblica sull'andamento dell'epidemia da coronavirus". Lo sostiene la Fondazione Gimbe sottolineando che ieri il tracciato della Regione Lombardia riportava nell'area verde 15.706 casi con "con almeno un passaggio in ospedale (anche solo in pronto soccorso) dichiarati dimessi/non ricoverati dagli ospedali lombardi. Questi pazienti sono in isolamento domiciliare fino a che non saranno dichiarati guariti. "In altre parole, la Lombardia dichiara esplicitamente che si tratta di casi che non possono essere considerati guariti". 

Fase 2
Le quattro principali regioni del Nord rappresentano il 45% del Pil italiano; la prima a rimettersi in moto potrebbe essere il Veneto. Sono oltre 10mila le imprese della regione che hanno richiesto di riaprire attraverso la deroga. Il governatore veneto Zaia, oltre all'attenzione ai dati
sanitari, ha più volte dichiarato la necessità di una rapida riapertura delle aziende venete per i gravi danni che sta subendo l'economia locale. Il Veneto quindi potrebbe essere in prima linea già dopo Pasqua, ma soprattutto potrebbe essere tra le regioni con il più alto numero di riaperture a partire dal 4 maggio, data ipotizzata per la partenza della Fase 2.

Più complicato il percorso della Lombardia, la regione più colpita dall'emergenza Coronavirus,  Emilia Romagna e Piemonte, mentre a maggio potrebbero vedere aperte più attività regioni dove l'impatto dell'emergenza sanitaria è stato meno forte, come Umbria e Basilicata. 

La videoconferenza di Conte
Il premier si è riunito in videoconferenza con Regioni, Comuni e Province. Presenti al vertice il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, il ministro della Salute, Roberto Speranza, i governatori della Lombardia, Attilio Fontana, dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e della Sicilia, Nello Musumeci. Per Anci c'è il presidente e sindaco di Bari, Antonio De Caro, la prima cittadina di Roma, Virginia Raggi, e il vice presidente vicario dell'Associazione nazionale dei Comuni italiani, Roberto Pella. Presenti, per l'Unione delle province italiane ci sono il presidente Michele de Pascale, il presidente dell'Upi Veneto, Stefano Marcon, e Michele Strianese del Comitato direttivo nazionale.

I dati della Protezione civile del 9 aprile
La nota della Protezione civile di ieri specifica il dettaglio regione per regione: i casi attualmente positivi sono 29.074 in Lombardia, 13.258 in Emilia-Romagna, 11.336 in Piemonte, 10.449 in Veneto, 5.703 in Toscana, 3.253 in Liguria, 3.401 nelle Marche, 3.532 nel Lazio, 2.873 in Campania, 1.978 nella Provincia autonoma di Trento,  2.301 in Puglia, 1.390 in Friuli Venezia Giulia, 1.942 in Sicilia, 1.566 in Abruzzo, 1.315 nella Provincia autonoma di Bolzano, 792 in Umbria, 876 in Sardegna, 765 in Calabria, 609 in Valle d'Aosta, 275 in Basilicata e 189 in Molise. Sono 28.470 le persone guarite. I deceduti sono 18.279, ma questo numero potrà essere confermato solo dopo che l'Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso. 

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