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Coronavirus

Oggi la decisione

L'Italia prova a ripartire, Conte valuta prime riaperture dal 27. Il nodo dei criteri di sicurezza

Tra le novità, i termoscanner in ogni stazione e aeroporto del paese e accessi contingentati. Sui mezzi pubblici obbligo sia del distanziamento sociale che della mascherina. Poi prolungamento dell'orario di apertura degli uffici e dei servizi pubblici, e rimodulazione dell'orario di lavoro

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'Ora sta alla politica decidere'. E' sul tavolo del presidente del Consiglio Giuseppe Conte la bozza del piano Colao per la ripresa delle attività produttive in Italia per provare a ripartire dopo il lockdown totale disposto dal Governo dallo scorso 10 marzo per fermare il contagio devastante del Coronavirus nel nostro Paese che ha seminato morte e disperazione in Lombardia e soprattutto in Lombardia e nell'Italia Settentrionale  e Centrale.

'Ora sta alla politica decidere', è infatti la conclusione del rapporto della task force guidata dall'ex ad Vodafone trasmessa al Governo e al Premier che oggi, insieme ai ministri competenti, dovrebbe riunire ancora una volta la cabina di regia con Regioni e Comuni per poi comunicare al Paese la firma del tanto atteso Dpcm che segnerà il tentativo di ripartenza. E sceglierà la strada imboccata fra le due rimesse da Colao al Governo: la ripartenza unitaria per tutte le attività produttive il 4 maggio o l'anticipo per poche selezionate categorie merceologiche già da dopodomani, lunedì 27: edilizia, manifutteriero, commercio.

Da oggi dunque ogni momento è buono per il Dpcm che prova a far ripartire l'Italia.  Il momento giusto per firma e presentazione del Dpcm necessario per modificare i provvedimenti di lockdown finora  presi li decide ora solo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, sentito il Governo. Il che può avvenire nel week end o all'inizio della prossima settimana. 

Primo possibile step: Manifattura, costruzioni, servizi
Il prospetto di poche pagine messo a punto dalla task force sul tavolo del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, distingue e gradua per colori (verde, giallo, rosso con tanto di sfumature intermedie...) l'esposizione al rischio contagio delle varie attività produttive oggi in lockdown. Quelle verdi, naturalmente, sono quelle per cui si indica la possibiltà di ripresa immediata, quelle rosse per cui si raccomanda al Governo il maggiore rinvio possibile. Con due corollari. Il primo è la necessità di accompagnare la ripartenza con un accurato piano di informazione a cittadini e aziende su obblighi, rischi e carattere sperimentale della ripartenza. Il secondo, appunto, la necessità di riconoscere al comitato tecnico scientifico di controllo e monitoraggio di salute pubblica e dunque andamento del contagio di segnalare a Governo e Regioni. La necessità di ripristinare il lockdown parziale o globale ove nuovi focolai minacciosi di Coronavirus si manifestino in questa o quella attività o zona di Italia. 

Il piano tiene conto innanzitutto di chi può ancora lavorare in smart working e dei soggetti considerati 'iper suscettibili'. Non viene indicata alcuna data per la fine del 'lockdown'. Colao nei giorni scorsi illustrando la relazione ai ministri ha spiegato che si può ripartire sia dal 27 aprile che dal 4 maggio perchè, come detto, 'sta alla politica decidere'.

Le attività che potrebbero  ripartire lunedì
Ecco allora la classificazione completa indicata dalla commissione Colao sulle attività che potrebbero riprendere da lunedì 27 Aprile. Bassi rischi (contrassegnati con il doppio verde-verde) per chi fabbrica 'apparecchiature per telecomunicazioni, elettronica e audio-video, strumenti di apparecchi di misurazioni prova e navigazione, orologi, di strumenti ottici e attrezzature fotografiche, supporti magnetici e ottici, cablaggi e apparecchiature di cablaggio, per illuminazione, di apparecchiatura per uso domestico, di 'macchine di impiego generale', di macchine per l'agricoltura e silvicoltura, macchine per la fornitura dei metalli e di altre macchine utensili, di autoveicoli, di carrozzerie per autoveicoli, rimorchi e semi-rimorchio'.

Per quanto riguarda il settore edile ok a chi lavora alle costruzioni di 'navi e imbarcazioni, di locomotive e di materiale rotabile ferro-tramviario'. Semaforo verde a 'chi fabbrica aeromobili, veicoli spaziali e relativi dispositivi, veicoli militari e da combattimento, mezzi di 'trasportonica', mobili, gioielleria, bigiotteria e articoli connessi e alla lavorazione di pietre 
preziose'.

Via libera anche a chi lavora per la fabbricazione di strumenti musicali, articoli sportivi, giochi e giocattoli. Capitolo costruzione: ok a 'chi sviluppa progetti immobiliari, edifici residenziali e non, altre opere di ingegneria civile, demolizione e preparazione edile, completamento e rifinitura di edifici'. Capitolo commercio all'ingrosso e al dettaglio riparazione di autoveicoli e motocicli: 'commercio all'ingrosso di beni di consumo finali, di apparecchiature Ict, di altri macchinari'.

Attività immobiliari: 'compravendita di beni immobili effettuata su beni propri, affitto e gestione di immobili di proprietà o in leasing, attività immobiliari per conto terzi'. Inoltre attività professionali scientifiche e tecniche: 'la pubblicità, ricerche di mercato e sondaggi di opinione'.

Movimento persone all'interno di una stessa regione dal 4 maggio
La deroga agli spostamenti potrà infatti avvenire dal 4 maggio solo per motivi di lavoro, di necessità e urgenza o per motivi di salute (sarà possibile muoversi all'interno della stessa regione). Diversi comunque i nodi da sciogliere, al di là dei criteri di sicurezza di cui dovranno dotarsi le aziende dopo l'accordo tra sindacati ed esecutivo.

Trasporti,Termoscanner in tutti scali e stazioni 
Termoscanner non solo nelle grandi stazioni e negli hub aeroportuali, ma in tutte le stazioni e gli aeroporti del paese. E' una delle misure che dovrebbe entrare nelle linee guida per i trasporti che verranno allegate al prossimo dpcm per la ripartenza. Tra le altre misure dovrebbe inoltre essere previsto l'obbligo su tutti i mezzi di trasporto collettivo (dai treni alle navi, dagli aerei a bus e metro) del distanziamento sociale e della mascherina, che non saranno quindi in alternativa.

4 milioni tornano al lavoro il 4 maggio, meno di 1 milione in smart warking
'Dal 4 maggio - si legge nel prospetto - andranno al lavoro 2.826.988 persone: in totale sarebbero 4.057.552 ma occorrerebbe escludere 861.384 in smartworking e 369.181 'over 60' (ipotesi già bocciata dal presidente del Consiglio). Tre i criteri in base ai quali dovranno orientarsi - sempre secondo il prospetto - le scelte del governo: 'situazione epidemia' ('stabile/in miglioramento'); stato del sistema sanitario e ospedaliero locale adeguato; disponibilità di Dpi e 'materiali critici'.

Precondizioni sanitarie locali e protocolli sindacali sicurezza per poter lavorare
Dovranno sussistere - è la premessa - 'le precondizioni sanitarie a livello territoriale rilevante' e dovranno essere adottati 'adeguati protocolli di sicurezza condivisi con parti sociali'. Esempio: turni, orari differenti, supporto di 'strumenti normativi'. Nel documento si parla di 'uniformare su scala nazionale la gestione di informazioni e date sul rischio medico sanitario', di coinvolgere 'le parti sociali sulle riaperture'.

Piano nazionale di informare e sensibilizzare
Viene raccomandata l'adozione di  un 'piano di comunicazione e sensibilizzazione' sulle misure per aziende e famiglie ed in particolare per la scuola.

Piano di costante monitoraggio sociale e rischi psicologici
Viene altresì considerato necessario per la ripartenza un 'monitoraggio e prevenzione del rischio psicologico e sociale.

Monitoraggio quotidiano e controlli costanti su spostamento cittadini e posti di lavoro
'Punti fermi essenziali'  per la ripartenza sono giudicati il protocollo di 'supporto alle piccole e medie imprese' e protocolli di 'sicurezza specifici' ('l'APP individuale' da scaricare) che prevedano anche le 'ispezioni sull'applicazione' dei sistema di sicurezza. Attenzione soprattutto al trasporto pubblico locale, con la sottolineatura che occorre consigliare l'utilizzo di 'mezzi privati, bici, scooter, trasporti aziendali'.

Innanzitutto andrà fatta sempre 'una valutazione sull'impatto sulla situazione sanitaria' con dati che andranno 'condivisi giornalmente'. Ad occuparsene dovranno essere le regioni insieme al prefetto con il 'supporto Cts'. In caso di deterioramento dei dati epidemiologici si prevede 'il ripristino del lockdown totale o parziale a livello territoriale'.  

Le fasce a colori per mappare e riconoscere rischi e pericoli
ll punto di riferimento naturalmente sono i codici Ateco 'ad oggi sospesi' e il 'livelli di rischio' attraverso i dati dell'Inail. Il prospetto si occupa di 4 milioni di occupati e indica due coefficienti: quello di 'rischio' normale e il 'rischio aggregazione'.

'Verde-verde' vuol dire che il rischio di contagio è bassissimo. E riguarderebbe i lavoratori per 'estrazione di minerali da cave e miniere' (15mila); 'attività manifatturiere' (2.582.627); 'costruzioni' (802.756); 'commercio ingrosso e dettaglio, riparazione di auto e moto' (354.037); 'attività immobiliari' (164.000); 'attività professionali, scientifiche e tecniche' (139.132).

Poi c'è il 'verde-giallò, ovvero dove qualche rischio potrebbe esserci. Vengono citate le categorie che lavorano per 'noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese' (151.000). Si va poi al 'verde-arancione' e al 'verde-rosso': per questa 'fascia' si rileva che a rischio sarebbero 'le attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento'. La scheda successiva riguarda 'le simulazioni preliminari su 'verdi-verdi' e 'verdi gialli''. Dal totale di 4 milioni di lavoratori nei codice Ateco selezionati occorrerebbe sottrarre gli 861.384 in quota smartworking e i 369.181 'over 60'.

I numeri - più 'protetti' sono gli 'occupati' in estrazioni minerali, manifattura, costruzioni, commercio, attività immobiliari, attività professionali; colore 'verde-giallo' invece per commercio, noleggio e agenzie viaggi - riguardano quelli che realmente si recherebbero al lavoro.

Altro focus sempre riguardante 'gli addetti ai lavori in edilizia, manifattura e commercio' prevede la divisione di coloro che potrebbe rientrare al lavoro nelle grandi città. Numeri maggiormente alti per il settore manifatturiero, un pò meno per il commercio, bassi per quello delle costruzioni. Colpisce il dato di Roma (il 3% per il manifatturiero, il 4 per il comparto delle costruzioni e il 9 per il commercio) e quello di Milano (il 9% per il manifatturiero, il 3 per il comparto delle costruzioni e il 12 per il commercio). Per il manifatturiero numeri alti a Torino (20%), Bologna (17%) Venezia (12%) e Firenze (18%); per il commercio a Napoli (13%), Reggio Calabria (15%) e Catania (13%).  

Screening nei trasporti per andare al lavoro
Nella bozza del documento Colao c'è anche lo screening riguardante i mezzi di trasporto per andare a lavoro 'utilizzati dagli addetti Edilizia, Manifattura e Commercio'. La divisione è tra treno/tram/metro, bus aziendale, mezzo privato o chi va a piedi. La prima categoria viene utilizzata soprattutto a Milano (21%), Roma (21%) e Genova (23%). I mezzi privati si utilizzano soprattutto a Catania (85%), Cagliari (83%), Messina (79%) e a Firenze (81%). Gli addetti nell'Edilizia, nella Manifattura e nel Commercio vanno a piedi a Napoli (17%), Messina (16%) e Palermo (16%).

Pericolo 'effetto liberi tutti', il rischio pesa su tempo Dpcm
Se dunque non sono ancora definiti con certezza tempi della presentazione del Dpcm, alcune Regioni, come il Veneto, già si sono mosse, con il governo che - riferisce una fonte che sta lavorando al dossier delle riaperture - non ha nascosto l'irritazione per le continue fughe in avanti. Zaia nell'accelerare sul tema delle riaperture ha citato, tra l'altro, proprio l'input che a suo dire sarebbe arrivato dall'ex Ad di Vodafone al governo. La task force di Colao ha suggerito la riapertura per alcuni comparti anche dal 27 aprile. Discussione sul tavolo, anche se per il presidente del Consiglio la fine del lockdown, con l'allentamento delle misure, formalmente resta per il 4 maggio. Il timore, tra l'altro, è che in vista dei prossimi week end ci possa essere una sorta di 'liberi tuttì e su questo punto il premier è stato chiaro. Sarà comunque l'esecutivo a decidere.

Tema bambini e scuola al centro della riunione Conte e capidelegazione
A quanto apprende l'Adnkronos, il tema dei bambini e della scuola è stato a lungo al centro della riunione tra il premier Giuseppe Conte e i capidelegazione delle forze di maggioranza sulla fase due. Tanto che alla riunione, finita nella tarda serata di ieri e alla quale hanno preso parte anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro e i ministri Nunzia Catalfo e Stefano Patuanelli, si sono poi unite anche le due ministre più 'toccate' dal tema infanzia, Lucia Azzolina, responsabile della Scuola, e Elena Bonetti, ministra della Famiglia. Le due sono state a lungo collegate in conference call, perché dopo il 4 maggio e il graduale allentamento del lockdown uno dei maggiori dilemmi con cui è alle prese il governo - al pari dei trasport i- è quello dell'infanzia, con i 'nonni' per di più messi in 'panchina' dall'emergenza sanitaria. Si tende tuttavia a frenare su una riapertura a breve delle scuole, perché su questo aspetto l'allerta del comitato tecnico scientifico sarebbe ai massimi livelli.
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