La ripartenza
Coronavirus, ripresa della scuola con classi divise e maturità in presenza: è polemica
La task force del ministero dell'Istruzione rilancia l'ipotesi di ripartenza per il nuovo anno scolastico con classi divise e turni, con la maturità svolta in presenza e con lo svolgimento dei concorsi. Ma è polemica con i sindacati, con i presidi e anche all'interno della stessa maggioranza di governo. E Azzolina precisa: "Si tratta di proposte, non di decisioni già prese"
La divisione delle classi, metà in aula e metà online, della quale ha parlato la ministra dell'Istruzione Azzolina "è quello che noi chiamiamo lo scenario zero, lo scenario di partenza, sul quale stiamo lavorando. Con varianti che vanno soppesate, perché ci sono sia i bambini di prima elementare che i maturandi. La cosa importante è che ognuno, ma neanche uno di meno, possa usufruire al meglio delle condizioni che possiamo offrire". Lo ha detto Patrizio Bianchi, presidente della task force del ministero dell'Istruzione.
Covid ha evidenziato problemi annosi
L'emergenza Covid "ha evidenziato tutta una serie di problemi che nella scuola italiana c'erano già da anni", continua Patrizio Bianchi, presidente della task force del ministero dell'istruzione che in questi giorni sta lavorando per definire la road map per la riapertura delle scuole. "Sono dieci anni che diciamo che la dimensione ideale di una classe è di 10-12 bambini, per superare quelle che, con un'espressione che io odio, vengono chiamate le classi pollaio. Questa può essere un'occasione, ci sono tante sperimentazioni, anche per provare ad andare oltre le classi. C'è poi il problema dell'edilizia scolastica, che andrà affrontato con uno sguardo pluriennale, ma che ci portiamo dietro da tantissimo tempo".
Aiutare gli studenti a superare il trauma
"Abbiamo chiesto che il ministero metta a disposizione un'unità speciale per aiutare i singoli presidi a organizzarsi al meglio. C'è un problema di formazione, per aiutare i nostri studenti a uscire da questo trauma. Nella fase della ripartenza sarà centrale il tema dell'autonomia scolastica. Noi siamo un comitato di esperti che è in scadenza al 31 luglio, vogliamo fornire al ministero, auspicabilmente prima di quella data, una road map per mettere le scuole nelle condizioni di funzionare, garantendo a tutti gli studenti di poter usufruire al meglio delle condizioni che possiamo offrire".
Furlan: "Turnazione improponibile"
"La riapertura in sicurezza delle scuole è un tema importante che riguarda milioni di famiglie. Serve un confronto serio a Palazzo Chigi. Turnazione e didattica a distanza sono improponibili per il livello di povertà di tante famiglie e per la scarsa diffusione della banda larga". Lo scrive su Twitter il segretario generale della Cisl, Anna Maria Furlan, in merito alla proposta della ministra della Istruzione, Lucia Azzolina, della 'turnazione' a settembre degli studenti nelle aule scolastiche.
I presidi sono perplessi: "Servono regole chiare"
I presidi manifestano "notevoli perplessità" sulla scelta degli esami di maturità in presenza, annunciata dalla ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina. Chiedono di "definire specifici protocolli di sicurezza inerenti gli strumenti, le procedure e le connesse responsabilità. Non possiamo lasciare sole le scuole e i dirigenti che gestiscono l'attività nel decidere come organizzarsi. Non possiamo accettare un aggravio di responsabilità ulteriore e soprattutto evitabile", sottolinea l'Associazione nazionale presidi per la quale "servono regole chiare e servono subito".
Azzolina puntualizza: "Si tratta di proposte, non di decisioni già prese"
"Ieri hanno fatto discutere alcune mie proposte per la riapertura di cui ho parlato in tv. Non sono decisioni già prese o imposte, sono elementi di dibattito, basati sul lavoro che stiamo portando avanti con il Comitato di esperti che sta collaborando con il Ministero per la ripresa delle attività e il Comitato tecnico scientifico che supporta il Governo dall'inizio dell'emergenza. Di questo ho parlato ieri, di proposte. Le critiche sono sempre utili, basta che non siano pretestuose". Così su Facebook la ministra dell'Istruzione.
"Dopo il mio intervento di ieri a Sky si è aperto un ampio dibattito sul rientro a settembre. Bene. Vuol dire che finalmente tutti sono davvero interessati alla scuola e al suo futuro - scrive Azzolina - Anche chi, in passato, l'ha sottoposta a tagli lineari o ha dimenticato di occuparsene come avrebbe dovuto e aveva promesso di fare. Le difficoltà che viviamo oggi sono frutto di trascorsi che tutti conosciamo".
"In questi mesi così complessi la scuola ha riaffermato la propria importanza, la propria centralità. Abbiamo un'occasione unica per rimetterla al centro. Per investire risorse e innovarla, sotto il profilo degli spazi e della didattica - spiega la ministra - Abbiamo cominciato a farlo. Con l'emergenza che avanzava, invece di fermarci abbiamo rilanciato subito, accelerando la spesa sulla digitalizzazione: abbiamo messo 85 milioni di euro con il Cura Italia e altri 80 con i fondi Pon per la didattica a distanza. Abbiamo accelerato anche sull'edilizia: a marzo sono stati stanziati 510 milioni di euro, altri 320 li abbiamo ripartiti fra le Regioni ad aprile, poi ci sono altri 855 milioni destinati a Province e Città Metropolitane. Stiamo facendo in modo che i cantieri possano andare veloci, ora che è prevista la loro ripartenza. Bisogna aprire le aule oggi chiuse, mettere le strutture in sicurezza. Ma serve la collaborazione di tutti".
Certo, aggiunge Azzolina, "ci sarebbe piaciuto poter riaprire tutto e farlo subito. Il Presidente del Consiglio Conte, io stessa, gli altri Ministri avremmo potuto inseguire un facile consenso, cavalcando il malcontento di una popolazione comprensibilmente esausta. Ma abbiamo giurato sulla Costituzione di fare l'interesse del Paese, non di curare il tornaconto personale. La salute dei cittadini viene prima di ogni cosa. Di questo siamo convinti".
"Per tornare a scuola a settembre in piena sicurezza - spiega la ministra - stiamo immaginando soluzioni flessibili che si dovranno necessariamente adattare alle varie fasce d'età degli studenti, alle strutture scolastiche e anche alla specificità delle diverse realtà territoriali. Oltre, naturalmente, alla minaccia di contagio. È un lavoro complesso che va fatto pensando agli studenti, alle loro famiglie, ai docenti, a tutto il personale. Dobbiamo mettere insieme i pezzi di un puzzle complesso. Abbiamo diversi piani di lavoro da sviluppare insieme a tutte le categorie che rappresentano il mondo della scuola. L'obiettivo è garantire il miglior rientro possibile, ragionando oltre l'emergenza per immaginare non solo la scuola di settembre ma anche quella che verrà".
"Abbiamo la straordinaria occasione di trasformare la crisi in opportunità. Ma servono pazienza, responsabilità e molta collaborazione. Da parte di tutti", conclude.
Ieri la polemica sui concorsi
Non c'è accordo nemmeno sulla gestione dei concorsi per i docenti. "La scuola risponde al futuro del Paese, alle famiglie, agli studenti e al personale: chi in questi giorni sta dicendo che si possono fare concorsi per titoli e che da settembre si assumerebbero subito i docenti grazie a questi concorsi sta mentendo spudoratamente", ha detto la ministra oggi in tv e ha aggiunto: "Si tratta di concorsi attesi da anni. Se noi cambiassimo le norme, a settembre non assumeremmo proprio nessuno".
Orfini: "Ci dai dei bugiardi?"
La ministra Azzolina oggi è andata in tv dicendo che la maggioranza che vota la fiducia al governo di cui fa parte mente spudoratamente. Lo ha detto rivolto al Pd, a Leu e al gruppo delle Autonomie che hanno secondo lei evidentemente la gravissima responsabilità di voler lavorare alla stabilizzazione dei precari attraverso una procedura concorsuale differente da un test per crocette fatto in piena pandemia", ha scritto su Facebook Matteo Orfini, parlamentare del Partito Democratico. "Sono dichiarazioni gravi e irrispettose della vita di tanti precari, delle forze della maggioranza e dell'autonomia del Parlamento. Sono certo che vorrà scusarsi al più presto per queste irricevibili dichiarazioni".
Anzaldi: "Schiaffo al Parlamento"
"Le dichiarazioni della ministra Azzolina sono uno schiaffo al Parlamento, agli alunni e alle famiglie. Annunciare in un'intervista televisiva e non nelle sedi istituzionali, a quattro mesi dal prossimo anno scolastico, soluzioni non ancora discusse con nessuno appare grave, nonche' totalmente irrispettoso delle commissioni parlamentari. Non è il ministro che decide da solo, in una sorta di replay dei dpcm già visti con il presidente del Consiglio, ma sarà il Parlamento a valutare", hanno osservato i deputati di Italia Viva in commissione Cultura, Gabriele Toccafondi e Michele Anzaldi.
Fratoianni: "Necessario un piano di assunzioni"
Un concorso per titoli e servizio "si può fare subito", ha osservato Nicola Fratoianni per Leu, "così come è necessario un piano pluriennale di assunzioni, per ovviare all'enorme carenza di organico delle nostre scuole. Se ne faccia una ragione la ministra, rispetti il Parlamento, noi da parte nostra continuiamo e continueremo a batterci", ha rimarcato.
Gelmini: "E' un problema di metodo"
"Le parole del ministro Azzolina rivelano un'approssimazione francamente inaccettabile", ha dichiarato, da parte dell'opposizione, Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati. "Innanzitutto un problema di metodo: il ministro dell'Istruzione dovrebbe fare certi annunci solo in Parlamento, non utilizzando studi televisivi. Il progetto di Azzolina per la riapertura di settembre - studenti metà settimana a scuola e metà a casa - è distante anni luce dai bisogni reali di ragazzi e famiglie. Il diritto all'Istruzione non può abdicare al virus, i genitori non vanno abbandonati dallo Stato. Chi dovrebbe accudire i figli nei 3 giorni a settimana nei quali non potrebbero andare a scuola? Il governo dovrebbe dare prospettive e certezze alle famiglie e ai giovani, a casa da quasi due mesi, invece continua a produrre solo caos".