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Coronavirus

Riunione straordinaria

Covid, Conferenza delle Regioni in vista del nuovo Dpcm

L'incontro è dedicato alla gestione della pandemia, al sistema delle regole e alla diffusione delle varianti del virus

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di Tiziana Di Giovannandrea Una riunione straordinaria della Conferenza delle Regioni si terrà sabato 20 febbraio per fare il punto della situazione dell'emergenza Covid-19. Questo per la diffusione delle varianti del virus ed affrontare il tema della gestione della pandemia e il sistema delle regole in vista della scadenza dello stop allo spostamento tra le Regioni il 25 febbraio e del Dpcm sulla divisioni in colori del 5 marzo. L'incontro è in programma alle 17. 

Stefano Bonaccini, governatore dell'Emilia Romagna e presidente della Conferenza delle Regioni, ha parlato della necessità di "valutare restrizioni omogenee per tutto il Paese per qualche settimana" ai fini del contenimento della pandemia e con arrivo delle varianti propone di mettere in discussione e rivedere il sistema delle zone a colori. Secondo Bonaccini, il sistema a zone a colori "ha avuto una sua validità, che abbiamo condiviso con il Governo nei mesi precedenti ma ora ho l'impressione che, con l'arrivo delle varianti, vada fatta una valutazione diversa". Per Bonaccini la strada di un nuovo lockdown "non è percorribile". 

Per Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria e assessore alla Sanità, un approccio allarmistico al problema non aiuta nessuno. "Personalmente sono favorevole a un sistema che consenta una maggiore duttilità delle misure sul territorio, con semmai l'istituzione di zone rosse, arancioni, gialle e anche bianche anche di dimensioni diverse da quelle regionali - ha affermato - Se poi si deciderà per misure nazionali sarà un approccio diverso, su cui potremo confrontarci".

In merito alla diffusione e aggressività della "variante" inglese, il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro, in conferenza stampa al ministero, ha sottolineato i risultati della nuova indagine rapida in corso sulle diffusione delle varianti. L’aumento di trasmissibilità della variante del Regno Unito è del 39%.
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