La lotta alla pandemia
Verso un nuovo Dpcm. I governatori scrivono al governo: "Chiudere i centri commerciali nel week end"
Il presidente della Conferenza delle Regioni e governatore dell'Emilia Romagna, Bonaccini: estendere le misure locali a livello nazionale "per evitare la trasmigrazione ad esempio verso centri commerciali di regioni vicine". No allo stop agli spostamenti tra regioni e alla chiusura di bar e ristoranti alle 18, impegno sui ristori
Conferenza Stato-Regioni oggi sulle nuove misure da mettere in campo per contrastare l'emergenza coronavirus. Le ipotesi che circolano in queste ore sui contenuti del nuovo Dpcm che il premier Conte firmerà, a quanto si apprende, nella giornata di domani, prevedono, tra l'altro, la chiusura di bar e ristoranti alle 18 e il divieto di spostamento tra Regioni. Sono i governatori a commentare, in serata, i provvedimenti sul tavolo del governo e a inviare una lettera a Conte e ai ministri Speranza e Boccia.
Nella lettera, scritta dal governatore della Regione Emilia Romagna nonché presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, si esprimono i dubbi delle Regioni sui contenuti del Dpcm e si chiede di inserire nel provvedimento l'impegno a riconoscere ristori adeguati ai settori più colpiti dalla stretta anti-Covid. I governatori chiedono, tra le altre cose, di ripensare alla stretta sulle chiusure di bar e ristoranti, non chiudere gli impianti di scii, sottoporre a tampone solo i sintomatici e i conviventi di chi ha contratto il virus.
"In via generale - scrive Bonaccini - si fa rilevare la necessità di prevedere adeguate forme di ristoro per i settori e le attività economiche interessate dalle limitazioni introdotte dal provvedimento oggetto del presente parere, mediante la contestuale attivazione di specifici tavoli di confronto con i Ministeri competenti".
Poi Bonaccini muove, a nome delle Regioni, le "osservazioni al Dpcm" con la richiesta delle conferenze. Al punto uno "si richiede l'estensione della didattica a distanza al 100% per le scuole secondarie superiori e per le università; mentre al secondo punto, "al fine di rendere sostenibile il lavoro delle ASL/Regioni in tempo di emergenza riducendo il carico di lavoro dovuto alle difficoltà nel contact tracing si dovrebbe destinare i tamponi (molecolari o antigenici) solo ai sintomatici e ai contatti stretti (familiari e conviventi) su valutazione dei Dipartimenti di prevenzione e si dovrebbe riservare la telefonata giornaliera per i soggetti in isolamento o quarantena a specifici casi su valutazione dell'operatore di sanità pubblica".
Al punto tre si interviene su uno dei punti più sentiti del Dpcm, la stretta su bar e ristoranti: "Prevedere l'orario di chiusura per i ristoranti alle ore 23.00, con il solo servizio al tavolo - chiede Bonaccini a nome dei governatori - per i bar prevedere la chiusura alle ore 20.00 ad eccezione degli esercizi che possono garantire il servizio al tavolo. Eliminare l'obbligo di chiusura domenicale". Al punto quattro la conferenza delle Regioni chiede di lasciare aperti gli impianti nei comprensori sciistici, finiti nella stretta, infine al punto cinque si chiede di "prevedere nel fine settimana la chiusura dei centri commerciali, con eccezione di alimentari e farmacie".
"Si sottopone, inoltre, all'attenzione del Governo, la necessità di: valutare le chiusure relative a: palestre, piscine, centri sportivi, cinema, teatri etc., anche valutando i dati epidemiologici di riferimento; prevedere nel Dpcm un impegno da parte del governo a ristorare le attività che hanno subìto limitazioni e/o chiusure".