ITALIA
Stefano Cucchi, chiesto rinvio a giudizio per cinque carabinieri
Tre militari devono rispondere di omicidio preterintenzionale, altri di falso e calunnia
Tedesco è accusato anche di falso e calunnia al pari del maresciallo Roberto Mandolini, comandante all'epoca della stessa Stazione, mentre della sola calunnia rispondere il militare Vincenzo Nicolardi. Il falso in atto pubblico, ipotizzato dai magistrati di piazzale Clodio, è legato al verbale di arresto in cui si "attestava falsamente" che Cucchi era stato identificato attraverso le impronte digitali e il fotosegnalamento: circostanza che per gli inquirenti non corrisponde al vero ma ha rappresentato la ragione del pestaggio di Cucchi, ritenuto "non collaborativo all'operazione". Mandolini e Tedesco, poi, non avrebbero verbalizzato la resistenza opposta dal geometra nella stazione dei carabinieri dove venne portato per il fotosegnalamento, e avrebbero "attestato falsamente" che Cucchi non aveva voluto nominare un difensore di fiducia. La calunnia, invece, si riferisce alla varie testimonianze rese al processo svoltosi in corte d'assise dove erano imputati tre agenti della polizia penitenziaria, poi assolti con sentenza definitiva: Tedesco, Mandolini e Nicolardi, "affermando il falso in merito a quanto accaduto nella notte tra il 15 e il 16 ottobre 2009" accusavano implicitamente i tre agenti, pur "sapendoli innocenti", delle botte inflitte al detenuto.