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Coronavirus

Test in fase 3

Covid, test su vaccino dell'Università di Oxford dà risposta negli anziani

Il vaccino genera linfociti T, rivela il Financial Times, che ha sentito due fonti al corrente della sperimentazione, entrate nella terza fase. Il portavoce di AstraZeneca: risposte in anziani e giovani adulti. Di Lorenzo, presidente Irbm di Pomezia: serve comunque prudenza; senza intoppi avremo 2-3 milioni di dosi a dicembre

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Il vaccino contro il Covid sviluppato dall'università di Oxford, in collaborazione con l'azienda farmaceutica AstraZeneca, genera una forte risposta immunitaria tra gli anziani, il gruppo più vulnerabile, scrive il Financial Times.

Due fonti citate dal quotidiano come al corrente degli studi in corso hanno sostenuto che il vaccino genera gli anticorpi e i cosiddetti linfociti T tra gli anziani, le cellule il cui compito principale è identificare e uccidere gli agenti patogeni invasori o le cellule contagiate.

Il quotidiano economico-finanziario londinese parla di "speranze" generate dai 'trial', i test sperimentali sul vaccino, le cui sperimentazioni cliniche sono nella fase 3, l'ultima prima di avere la certezza che è sicuro e se permette di proteggere la popolazione dalla malattia.

Successivamente bisognerà attendere l'approvazione degli enti regolatori nazionali prima che il vaccino possa essere immesso sul mercato.

Risposta anche nei giovani adulti
Secondo l'agenzia Reuters, quello di Oxford, uno dei principali vaccini sperimentali a livello mondiale produce una risposta immunitaria sia nei giovani che negli anziani, facendo sperare in un percorso che ci porti fuori dall'oscurità del nuovo coronavirus.

"È incoraggiante vedere che le risposte immunitarie erano simili tra gli adulti più anziani e quelli più giovani e che la reazione negativa era inferiore negli anziani, dove la gravità del Covid 19 è più alta", ha detto un portavoce di AstraZeneca all'agenzia di stampa.

Piero Di Lorenzo (Irbm): Serve cautela
Vaccino anti-Covid in Italia per Natale? "Incrociando le dita, se si arriverà alla fine della sperimentazione di fase 3 entro dicembre senza che si verifichino casi avversi, in Italia entro fine d'anno arriveranno i primi 2-3 milioni di dosi di vaccino".

A dirlo a Adnkronos Salute è Piero Di Lorenzo, presidente dell'Irbm di Pomezia, il centro che, in Italia, dovrebbe produrre il candidato vaccino Oxford - AstraZeneca. Un tema di attualità, dopo che il premier Giuseppe Conte ha previsto per Natale l'arrivo delle prime dosi di vaccino anti-Covid nel nostro Paese e che diventa di stretta attualità a causa delle anticipazioni del Financial Times sulla risposta immunitaria negli anziani.

Di Lorenzo invita comunque alla cautela: "Non entro assolutamente nel merito degli effetti e dei risultati della sperimentazione, di cui bisogna aspettare prudentemente la pubblicazione. Poi non intendo spargere facili entusiasmi, ma penso sia doveroso rispondere alla legittima fame di informazione di una popolazione stremata". 
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