Coronavirus
Fondazione Gimbe: contagi in crescita, ospedali vicini alla saturazione
La situazione nazionale - sottolinea il report della Fondazione Gimbe - rimane molto eterogenea con notevoli variabilità regionali. In generale, rispetto alla settimana precedente gli indicatori peggiorano in tutte le Regioni, ad eccezione dell'incremento percentuale dei casi che in alcune Regioni fa registrare lievissimi rallentamenti.
I dati del monitoraggio Gimbe sono stati ieri oggetto di un'audizione davanti alla 12esima Commissione Igiene e Sanità del Senato, dove il presidente Cartabellotta ha rimarcato la mancata accessibilità ai dati ufficiali grezzi. "Solo per il report giornaliero dei casi di Covid-19 - ha dichiarato Cartabellotta - i dati sono disponibili in formato open. Al contrario, per il sistema di sorveglianza nazionale integrata disponiamo solo dei report settimanali dell'Istituto Superiore di Sanità con dati in forma aggregata. Mai resi pubblici neppure i report sugli indicatori di monitoraggio della fase 2 della Cabina di Regia, utilizzati per guidare le misure restrittive". Per tali ragioni, la Fondazione Gimbe ha pubblicamente richiesto di "includere nel report giornaliero dei casi di Covid-19 del ministero della Salute il numero di contagi per Comune, oltre che i dettagli per Province e Comuni dei numeri relativi a isolamento domiciliare, ospedalizzati con sintomi, terapie intensive, guariti, deceduti, tamponi, casi testati"; di "rendere accessibile il database nazionale di sorveglianza integrata dell'Istituto Superiore di Sanità in formato open data" e "rendere pubblici tutti i report dei 21 indicatori stabiliti dal decreto ministeriale del 30 aprile 2020 utilizzati per il monitoraggio della fase 2, rendendo altresì accessibile il database in formato open data". Infine, "rendere espliciti e riproducibili i criteri per l'attribuzione del livello di rischio stabiliti dagli artt. 2 e 3 del Dpcm 3 novembre 2020".
La Fondazione Gimbe ritiene "particolarmente rilevante quest'ultimo punto che determina per le Regioni l'assegnazione dei tre colori, corrispondenti a livelli differenziati di misure restrittive". Il Dpcm, infatti, affida la decisione al ministro della Salute sulla base del documento "Prevenzione e risposta a Covid-19", dei dati elaborati dalla Cabina di Regia di cui al decreto del 30 aprile 2020 e sentito il Comitato tecnico scientifico. Tuttavia al momento, precisa Cartabellotta "parametri e indicatori su cui si basa l'assegnazione dei 'colori' non sono sufficientemente chiari e oggettivi da escludere valutazioni discrezionali, rischiando che il meccanismo delle chiusure e riaperture, lungi dall'essere automatizzato, richieda sempre e comunque un passaggio politico con le Regioni, come peraltro previsto dallo stesso Dpcm che stabilisce che le ordinanze del Ministro della Salute siano emanate d'intesa con il presidente della Regione interessata". "L'introduzione di misure proporzionate a differenti livelli di rischio regionale- conclude Cartabellotta - è totalmente condivisibile, anzi, ove necessario, bisognerebbe agire con misure più restrittive a livello di Provincia o Comune. Ma è indifferibile rendere pubblici i criteri per classificare il livello di rischio, anche per evitare continue negoziazioni tra Governo e Regioni che aggiungono ulteriori ritardi alla 'non strategia' dei Dpcm settimanali, concedendo un vantaggio sempre maggiore al virus"."In ogni caso - conclude Cartabellotta - manca una strategia a medio-lungo termine condivisa tra Governo e Regioni, in grado di potenziare adeguatamente i servizi sanitari e informare la popolazione, al momento chiamata a sottostare passivamente a nuove restrizioni settimanali che rendono incerta la quotidianità e alimentano preoccupazioni sul futuro" Il monitoraggio Gimbe dell'epidemia di Covid-19 è disponibile sul sito della Fondazione alla pagina dedicata all'epidemia da coronavirus (coronavirus.gimbe.org)