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Coronavirus

Lotta alla pandemia

Vaccini, l'Ue valuta mezzi legali per garantire forniture

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L'Ue alza i toni nel braccio di ferro con AstraZeneca e considera mezzi legali per garantire la fornitura dei vaccini promessi. Secondo quanto si apprende, Bruxelles potrebbe infatti utilizzare l'articolo 122 del trattato sul suo funzionamento per garantire legalmente la fornitura contrattuale dei vaccini anti-Covid. Lo ha indicato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel in una lettera a diversi leader europei. 

Fonti Ue: possibili interventi su autorizzazione
"Se vediamo che ci sono incongruenze, che le dosi di vaccino che dovrebbero restare in Ue vengono destinate all'export, ci sarà la possibilità di intervenire negando l'autorizzazione. È raro, ma potrebbe accadere".

Così fonti Ue spiegano come funzionerà il meccanismo di trasparenza per l'export dei vaccini, un'iniziativa che la commissione europea sta per mettere in campo dopo aver osservato "mancanza di chiarezza, deficienze" e situazioni da "monitorate e affrontare".

Si tratta di "uno strumento per proteggere i vaccini per i quali l'Ue ha accordi di pre-acquisto".

Il coinvolgimento della Commissione europea" nel nuovo meccanismo Ue di registrazione e autorizzazione all'esportazione delle dosi di vaccino "deve essere ancora stabilito", ma l'idea di massima è che "le autorità nazionali ci chiedano un parere prime di dare l'autorizzazione" all'esportazione, ha detto un alto funzionare Ue in merito al meccanismo che verrà annunciato pubblicamente domani. "Questi dettagli devono ancora essere discussi", ha aggiunto la fonte Ue in merito agli effettivi  poteri nelle mani di Bruxelles. Di sicuro, per effetto del nuovo meccanismo Ue, "verrà distribuito un formulario che le aziende (farmaceutiche, ndr) che vogliono esportare (dosi di vaccino, ndr) dovranno riempire e inviare alle autorità nazionali".

"Tutte le aziende che esportano" vaccini "manderanno quindi alle autorità nazionali i loro piani di esportazione" che comprendono informazioni "sulla quantità , sul tipo di vaccino e su dove andranno le dosi". "Ci vuole un sistema rapido", ha concluso il funzionario. 

Novavax: vaccino efficace all'89,3% in Uk
Il vaccino anti-covid di Novavax è risultato efficace all'89,3% al termine delle fase 3 dei test effettuati in Gran Bretagna. Lo ha annunciato la società biotech precisando che il 50% dei test condotti in UK ha riguardato la variante inglese del virus. L'efficacia del vaccino Novavax è risultata invece del 60% nei test condotti in Sud Africa che hanno però riguardato per il 90% contagi della variante sudafricana del virus. L'efficacia è risultata del 49% sui pazienti affetti contemporaneamente da covid e da Aids.

Oms: governi e produttori lavorino insieme
L'Oms, ha assicurato che le società produttrici dei vaccini contro il Covid-19 stanno lavorando senza sosta, per risolvere la questione del deficit nelle forniture e ha chiesto ai governi dei vari Paesi di attendere e non contendersi le dosi. A parlare è  il direttore dell'Oms per l'Europa, Hans Kluge, secondo il quale i governi e le case farmaceutiche devono lavorare insieme per risolvere i "problemi iniziali" della campagna di vaccinazione.

"La realtà è che c'è carenza di vaccini", ha detto Kluge, "ma non dubitiamo che i produttori stanno lavorando 24 su 24, sette giorni su sette, per colmare le mancanze e siamo convinti che i ritardi che stiamo vedendo ora saranno risolti con una produzione extra in futuro".

Kluge ha sottolineato che la solidarietà "non significa necessariamente che ogni Paese al mondo debba iniziare a vaccinare esattamente allo stesso momento, ma è importante riconoscere che nessuno è sicuro prima che tutti siano sicuri". 

AstraZeneca pronta ad aumentare produzione
Per aumentare la produzione del suo vaccino, AstraZeneca non esclude  l'ampliamento del numero di stabilimenti in Europa ma, visti i requisiti necessari, lo considera 'molto difficile'. L'azienda sta lavorando per risolvere il  rallentamento nel suo stabilimento in Belgio per la fabbricazione della sostanza attiva. Da quello di Anagni, addetto all'infialamento delle dosi, le fiale non saranno distribuite direttamente in Italia ma saranno prima necessari altri passaggi di validazione in altri Paesi.

Faz: AstraZeneca pronta a pubblicare contratto Ue
AstraZeneca sarebbe pronta a pubblicare il contratto di consegne dei vaccini anti-covid stipulato con l'Ue. Lo scrive la Frankfurter Allgemeine Zeitung, citando fonti europee, secondo un'anticipazione. Il ceo Pascal Soriot lo avrebbe promesso nel corso di una videoconferenza con alcuni rappresentanti degli stati membri. 

Germania: carenza per altre 10 settimane
La Germania avrà una carenza di vaccini anti Covid per almeno altre 10 settimane, fino ad aprile. Lo rende noto il ministro della Salute, Jens Spahn. "Abbiamo davanti ancora almeno 10 dure settimane in cui ci sarà una carenza" di vaccini, ha scritto Spahn sul suo profilo Twitter.

L'annuncio arriva nel pieno di una polemica sulla lentezza della campagna vaccinale tedesca e nelle stesse ore del botta e risposta tra l'Ue e AstraZeneca sulla fornitura dei vaccini, problema che Spahn suggerisce di affrontare con un summit al quale dovrebbero partecipare i gruppi farmaceutici, i produttori e i politici.

L'obiettivo, ha sottolineato, è accelerare tutto il processo. All'inizio di questa settimana il ministro tedesco aveva anche appoggiato la proposta dell'Ue di dar vita ad un registro delle esportazioni dei vaccini al fine di monitorare la destinazione delle dosi prodotte. Spahn ha aggiunto che il calo dei nuovi casi di coronavirus nel suo Paese fanno ben sperare e potrebbe consentire una riapertura delle scuole al termine dell'attuale lockdown, previsto il 14 febbraio.

Ema: Pfizer/Biontech, rispettare i 21 giorni tra le dosi
Il comitato per i medicinali per uso umano dell'Ema (CHMP) ha aggiornato le informazioni sul prodotto per il vaccino Covid-19 Comirnaty, il siero di Pfizer/Biontech, per chiarire la sua posizione sull'intervallo tra la prima e la seconda dose. Ema spiega che "attualmente non ci sono dati clinici sull'efficacia del vaccino quando viene somministrato oltre gli intervalli utilizzati nello studio clinico".Le informazioni sulprodotto, afferma il regolatore europeo, "ora raccomandano la somministrazione della seconda dose 3 settimane dopo la prima dose. In precedenza, le informazioni sul prodotto affermavano che l'intervallo doveva essere di almeno 21 giorni".

Le informazioni sul prodotto "indicano già che i partecipanti i cui dati sono stati utilizzati per calcolare l'efficacia hanno ricevuto la seconda dose entro 19-42 giorni dalla prima dose. E' stata aggiunta una frase con l'informazione che il 93,1% di questi partecipanti ha ricevuto la seconda dose da 19 a 23 giorni dopo la prima dose" quindi sono pochissimi i casi studiati con somministrazione più tardiva della seconda dose. 

"Richiamo vaccino Pfizer dopo 3 settimane"
La somministrazione della seconda dose del vaccino Pfizer è raccomandata "tre settimane dopo la prima dose". E' quanto precisa l'Ema sul proprio sito, aggiornando l'informazione sul prodotto Pfizer e fornendo una indicazione piu' stringente sul possibile intervello. Precedentemente l'indicazione era che questo dovesse essere di"almeno 21 giorni". Ma la nuova raccomandazione si allinea agli studi, nei quali il 93% dei volontari aveva ricevuto la seconda dose tra il 19/mo e il 23/mo giorno dalla prima. "Non ci sono dati sull'efficacia del vaccino quando - afferma Ema - somministrato oltre gli intervalli utilizzati nei trial clinici".
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