ITALIA
Dopo il vertice a Palazzo Chigi
Il no dei sindaci: "Valutiamo chiusura del porto"
I primi cittadini di Gioia Tauro e San Ferdinando ribadiscono la loro contrarietà al trasferimento delle armi chimiche siriane. "Non sono d'accordo con questa decisione ma mi adeguo lo stesso come istituzione" ha dichiarato il primo cittadino di Gioia Tauro Bellofiore
Madafferi: valutiamo chiusura del porto
"Abbiamo preso contatti con un esperto di diritto navale per capire se possiamo chiudere il porto. Se lo potremo fare, lo faremo nella legalità" ha detto il sindaco di San Ferdinando, Domenico Madafferi, in relazione al trasbordo di armi chimiche previsto nel porto calabrese. "È una decisione quella del Governo - ha aggiunto Madafferi - che subiamo ma che non accettiamo. Certo avremo un gran da fare perché le nostre popolazioni sono contrarie e noi abbiamo il dovere di tutelarle".
Bellofiore: una decisione calata dall'alto
"Da istituzione mi adeguo ad una decisione calata dall'alto" ha aggiunto Bellofiore. Il sindaco di Gioia Tauro ha ribadito che il sito "non è idoneo, perchè manca una struttura sanitaria, manca un ospedale e manca un piano di evacuazione di sicurezza che io chiedo da primo cittadino".
"Noi il nostro sacrificio lo abbiamo sempre fatto per l'interesse nazionale e non è una questione 'non nel mio giardino'. Ma di Gioia Tauro non si venga a parlare come eccellenza solo nel momento in cui se ne ha bisogno, quando le altri parti d'Italia non sono state solidali, a partire dalla Sardegna e da Cagliari che hanno detto no" ha detto.
"La nostra posizione è sempre stata chiara - ha aggiunto - pur esprimendo solidarietà al popolo siriano, abbiamo sempre detto e continuiamo a sostenere che è mancata l'informazione alla cittadinanza e questo ha generato panico e preoccupazione".