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Coronavirus

In Italia per ora si esclude una stretta sui non vaccinati

Le Regioni chiedono limiti solo per i no-vax. Il governo frena

Sono i governatori leghisti che chiedono che eventuali nuove restrizioni riguardino solo i non vaccinati, ma Salvini non ci sta. Anche il governo frena, ma nel centro sinistra si è possibilisti

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Cresce il pressing delle Regioni sul modello Austria contro i no vax, ma il governo frena. La preoccupazione legata all'aumento dei casi Covid in Italia e il timore che proprio a ridosso delle festività di Natale o, comunque, subito dopo la situazione si possa aggravare con l'ipotesi di nuove restrizioni allarma i governatori, che chiedono al governo di non scartare a priori, anzi di prendere in considerazione, la possibilità di prevedere sul territorio nazionale misure restrittive valide solo per i non vaccinati.

Palazzo Chigi frena su questa ipotesi: "Non è allo studio nessuna stretta sul modello austriaco per i non vaccinati". affermano fonti di governo spiegando che i dati del contagio in Italia non sono paragonabili a quelli dell'Austria, che la situazione nelle terapie intensive ad oggi è sotto controllo e che continua il monitoraggio dei dati, con una valutazione prevista a dicembre.

Ma il tema prende piede anche tra i partiti e una parte della maggioranza apre all'ipotesi sponsorizzata dalle Regioni. "In caso di nuove limitazioni o di passaggi di colore il governo applichi le restrizioni solamente a chi pur potendosi vaccinare non lo fa", afferma Licia Ronzulli di Forza Italia. "Mi piacerebbe che l'Italia adottasse lo stesso modello dell'Austria: in lockdown vada chi non ha fatto il vaccino", è la linea di Matteo Renzi. Nel Pd si invita a non precipitare e poi, c'è chi fa osservare tra i dem, si rischierebbero scelte incostituzionali. Dunque, meglio insistere sulla campagna vaccinale e convincere gli indecisi. Ma è chiaro, osserva ad esempio Francesco Boccia, "che se i 7 milioni di non vaccinati oggi vaccinabili passeranno l'inverno senza copertura determineranno un appesantimento delle reti sanitarie che danneggerà tutti, trascinando l'intero Paese a Natale in rosso".

A spingere sono in particolar modo i governatori di centrodestra. "Se ci sono restrizioni siano per tutti tranne che per i vaccinati", incalza il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga che annuncia che "giovedì discuteremo in conferenza regioni eventuali misure restrittive", come ad esempio "se un territorio dovesse passare di colore i vaccinati avranno maggiore libertà rispetto ai non vaccinati". 

Per il presidente della Liguria, Giovanni Toti, "bisognerà intervenire su durata e utilizzazione del green pass: il certificato verde valga per tutti gli usi ad oggi concessi solo se ottenuto con la doppia dose di vaccino, non con il tampone". Insomma, "chi non si è vaccinato, con il tampone potrà solo accedere ad attività essenziali alla sopravvivenza".

Dello stesso avviso il presidente della Calabria, Roberto Occhiuto: "Concordo con Fedriga e Toti, se si dovessero rendere necessarie nuove restrizioni queste dovrebbero coinvolgere esclusivamente coloro che non si sono vaccinati". "Nuove restrizioni per chi è vaccinato sarebbe un'ingiustizia profonda", osserva Alberto Cirio, governatore del Piemonte. È categorico il governatore lombardo: "Non si pensi a restrizioni per i vaccinati", dice Attilio Fontana.

Se i governatori leghisti premonio per differenziare i vaccinati dai no-vax, è  di parere diametralmente opposto il leader leghista Matteo Salvini, contrario al modello Austria e a qualsiasi nuova stretta: "La gente per spendere ha bisogno di fiducia non possiamo continuare a terrorizzare il Paese, restituiamo un po' di speranza. Smettiamo di terrorizzare gli italiani".

Il governo "non sta pensando a nuove restrizioni", assicura la ministra Mariastella Gelmini. "Al momento il governo monitora con grande attenzione l'andamento dei contagi, sollecita l'inoculazione della terza dose, il rispetto del distanziamento e sono state assunte anche delle decisioni per quanto riguarda i mezzi di trasporto" aggiungendo tuttavia: "È evidente che siamo anche nei mesi più difficili e valuteremo strada facendo se ci sarà bisogno di cambiare l'assetto regolatorio che ci siamo dati".

 
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