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Coronavirus

Monitoraggio 14-20 settembre

Iss, in Italia da otto settimane peggiora l'andamento dell'epidemia

La maggior parte dei casi segnalati (84,2%) continua ad essere contratta sul territorio nazionale. Rischio rapida ripresa da non sottovalutare, osserva il bollettino settimanale Iss - ministero della Salute. Rezza: aumento casi Covid, focolai ambito familiare 

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In Italia si osserva un lento e progressivo peggioramento dell'epidemia di SARS-CoV-2 da otto settimane che si riflette in un maggiore carico sui servizi sanitari.

Questo andamento, sebbene rifletta un trend comune a molti paesi europei, in Italia è per ora più contenuto. Questo non deve portare a sottovalutare il rischio di una rapida ripresa epidemica dovuto ad un eccessivo rilassamento delle misure, con autorizzazione di eventi ed iniziative a rischio aggregazione in luoghi pubblici, e dei comportamenti individuali anche legati a momenti di aggregazione estemporanei.

Così il monitoraggio settimanale ministero della Salute-Iss per la settimana 14-20 settembre (aggiornato al 22 settembre). 

Dieci Regioni e provincie autonome hanno riportato un aumento nel numero di casi diagnosticati rispetto alla settimana precedente, si legge nel bollettino dell'Iss e del ministero della Salute  L'aumento non può essere attribuito unicamente ad un aumento di casi importati (da Stato estero e/o da altra Regione) o ad un aumento nella attività di screening.

La maggior parte dei casi segnalati (84,2%) continua ad essere contratta sul territorio nazionale, con una lieve diminuzione dei casi importati da stato estero (8% dei nuovi casi diagnosticati questa settimana contro 10,8% la settimana precedente) e anche dei casi importati da altra Regione/PA (3,3% nella settimana corrente contro 5,5% la settimana precedente). Il 27,6% dei nuovi casi diagnosticati in tutto il Paese è stato identificato tramite attività di screening, mentre il 35,8% nell'ambito di attività di contact tracing.

I rimanenti casi sono stati identificati in quanto sintomatici (31,4%) o non è riportata la ragione dell'accertamento diagnostico (5,2%).

Sono stati riportati complessivamente 2868 focolai attivi di cui 832 nuovi (la definizione adottata di focolaio prevede la individuazione di 2 o più casi positivi tra loro collegati), entrambi in aumento per la ottava settimana consecutiva (nella precedente settimana di monitoraggio erano stati segnalati 2397 focolai attivi di cui 698 nuovi), riporta il monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità nel consueto bollettino.

Sono stati riportati focolai nella quasi totalità delle province (102/107). Nonostante l'alto numero di focolai attivi, il 28,7% dei nuovi casi non è associato a catene di trasmissione note. La maggior parte dei focolai continua a verificarsi in ambito domiciliare/familiare (76,1% di tutti i focolai attivi), con un lieve aumento dei focolai associati ad attività ricreative (6,3%) e all'ambito lavorativo (5,6%).
 
Nel periodo 3 - 16 settembre 2020, l'Rt calcolato sui casi sintomatici è pari a 0,95,  al di sotto di 1 nel suo valore medio per la seconda settimana consecutiva.  Bisogna tuttavia interpretare - spiega l'Iss - con cautela l'indice di trasmissione nazionale in questo particolare momento dell'epidemia. Infatti, Rt calcolato sui casi sintomatici, pur rimanendo l'indicatore più affidabile a livello regionale e confrontabile nel tempo per il monitoraggio della trasmissibilità, potrebbe sottostimare leggermente la reale trasmissione del virus a livello nazionale.

Pertanto, l'Rt nazionale deve essere sempre interpretato tenendo anche in considerazione il dato di incidenza. Per quanto riguarda l'età, mentre nelle ultime tre settimane si era osservato un incremento della età mediana dei casi notificati, questa settimana l'età mediana è stabile a 41 anni.

Ancora no trasmissione a scuola
"Non è stata accertata, nella settimana in esame, una trasmissione del virus nell'ambito scolastico sebbene siano stati identificati numerosi casi sporadici in concomitanza con la riapertura delle scuole". È quanto si sottolinea nel report settimanale dell'Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute precisando che "non è possibile valutare, al momento, l'impatto che l'apertura delle scuole in Italia avrà sull'andamento dell'epidemia" e che questo aspetto "sarà valutabile a partire dalle prossime 2-3 settimane". "La riapertura delle scuole rimane pertanto uno degli elementi da monitorare attentamente. L'elevata attenzione, a cui hanno contribuito le misure messe in campo - si legge nel report settimanale - come lo screening, la rilevazione della temperatura giornaliera, le procedure per la gestione di casi sospetti sintomatici in ambito scolastico hanno contribuito alla rapida identificazione e diagnosi dei casi. Sono in corso numerose indagini epidemiologiche e sono state attivate procedure di quarantena laddove previsto".

Rezza: aumento casi Covid, focolai ambito familiare
"Dobbiamo registrare un aumento del numero dei casi Covid nel nostro Paese per l'ottava settimana consecutiva, anche se l'indice Rt è intorno ad 1. Si sono verificati diversi focolai in tutto il Paese e gran parte di questi sono dovuti a transizione intradomiciliare o familiare. Per fortuna, questa settimana, l'età mediana è rimasta ferma a 41 anni e ciò spiega perché l'aumento delle ospedalizzazioni sia molto molto lento". Così il direttore generale prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza commentando il monitoraggio settimanale. "La situazione nei Paesi vicino all'Italia è abbastanza preoccupante ed è quindi necessario mantenere sempre comportamenti prudenti, evitando gli assembramenti, tenere comportamenti di distanziamento fisico, uso delle mascherine e frequente lavaggio delle mani", ha concluso Rezza.


 
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