Coronavirus
L'indagine sanitaria sulle varianti
Iss: variante inglese all'86,7%, il 4% dei casi da quella brasiliana
Particolare attenzione per quella "brasiliana"
In Italia al 18 marzo scorso la prevalenza della cosiddetta 'variante inglese' del virus Sars- CoV-2 era del 86,7%, con valori oscillanti tra le singole regioni tra il 63,3% e il 100%. Per quella 'brasiliana' la prevalenza era del 4,0% (0%-32,0%), mentre le altre monitorate sono sotto lo 0,5%.
La stima viene dalla nuova indagine rapida condotta dall'Istituto Superiore di Sanità e dal ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler, che fa seguito a quelle diffuse nelle scorse settimane da cui era emersa una maggior trasmissibilità per la variante "inglese" del 37%.
Per l'indagine è stato chiesto ai laboratori delle Regioni e Province autonome di selezionare dei sotto-campioni di casi positivi e di sequenziare il genoma del virus, secondo le modalità descritte nella circolare del Ministero della Salute dello scorso 17 marzo.
Il campione richiesto è stato scelto dalle Regioni/PPAA in maniera casuale fra i campioni positivi garantendo una certa rappresentatività geografica e se possibile per fasce di età diverse. In totale, hanno partecipato all'indagine le 21 Regioni/PPAA e complessivamente 126 laboratori particolare attenzione per "brasiliana" nel contesto italiano in cui la vaccinazione "sta procedendo ma non ha ancora raggiunto coperture sufficienti, la diffusione di varianti a maggiore trasmissibilità può avere un impatto rilevante se non vengono adottate misure di mitigazione adeguate. Mentre la variante britannica è ormai ampiamente predominante, particolare attenzione va riservata alla variante p.1 brasiliana".