Coronavirus
Studio cinese: "In Italia troppo presto per fase2, rischio nuova ondata di contagi"
"E' importante sottolineare che nelle situazioni reali la velocità di trasmissione può essere influenzata da diversi fattori, come la protezione personale, l'isolamento sociale e il blocco delle città", commenta Wangping Jia del PLA di Pechino, autore principale dell'articolo. "Secondo il modello esteso SIR, a Hunan dovrebbero essere 3.369 i casi totali, e i contagi a zero sarebbero avvenuti il 3 marzo, mentre in Italia sarebbero circa 182.051 le infezioni attese, con una data di fine epidemia intorno al 6 agosto. Le ragioni di tale disparita' potrebbero essere dovute a diversi fattori, primo tra tutti la mancata tempestivita' nell'attuazione delle misure di prevenzione in Italia", spiegano i ricercatori. "Il Governo italiano ha annunciato che le misure di quarantena saranno allentate dal 4 maggio, ben tre mesi prima di quanto consiglia il modello SIR. Siamo convinti che sia troppo presto", dichiara Jia, aggiungendo che esiste una probabilità che si verifichi una seconda ondata di contagi, dato che il Paese non è ancora uscito dal periodo di epidemia. "Ovviamente ci sono dei limiti nel nostro studio, anzitutto dato il numero limitato di test, il numero di contagi in Italia potrebbe essere superiore a quello ufficiale. Inoltre il modello non tiene conto del periodo di incubazione della malattia, il che potrebbe renderlo meno accurato. Ma quello che ci preme sottolineare è l'importanza delle misure preventive, che devono essere attuate il prima possibile dal governo. Questo può ridurre notevolmente il numero di contagi", concludono gli autori.