POLITICA
Intervista del premier al Washington Post
Jobs Act, Renzi: "La gente è con noi, non con i sindacati"
Il presidente del Consiglio: "Nell'era digitale dobbiamo abbandonare i vecchi schemi". Sui sindacati: "Non siamo legati al loro destino, lasciateci proseguire". Sull'Isis: "Pronti ad assicurare ogni supporto a Usa"
Il Washington Post titola con le parole di Renzi ritenute più significative:"In Italia tutto deve cambiare". "Noi - dice infatti il presidente del Consiglio - possiamo e dobbiamo cambiare dopo anni di stagnazione, penso che sia arrivato il momento che l'Italia realizzi le cose che stiamo aspettando da anni. Paradossalmente, la crisi è la ragione per cui dobbiamo accelerare il cambiamento. senza cambiamento è impossibile credere nel futuro".
Per Renzi la legislazione vecchia ha portato a un mercato del lavoro immobile da anni: "E' impossibile capire - aggiunge il premier - perché si tratta di un sistema focalizzato sul passato". E nell'era digitale in cui stiamo vivendo "non si può continuare con i vecchi sistemi e quindi bisogna cambiare il mercato del lavoro. Quindi, non solo bisogna ridurre la mole delle leggi, ma anche far sì che un imprenditore possa scegliere un lavoratore e, se necessario, licenziarlo". Il lavoratore licenziato - spiega Renzi - non sarà solo, "perchè il governo lo sosterrà con un programma di formazione e, al termine di questo, potrà trovare un lavoro con una agenzia nazionale". La crisi, sostiene il presidente del Consiglio, è la ragione per cui dobbiamo accelerare il cambiamento. E senza cambiamento è impossibile credere nel futuro".
Capitolo Isis e terrorismo. "E' un problema da risolvere", dice Renzi. "La decisione di Obama dei raid aerei è una decisione davvero forte. Noi siamo pronti ad assicurare tutto il supporto necessario ma finora la richiesta è stata di supporto logistico e umanitario". Alla domanda se l'Italia concederà agli Usa l'uso delle basi di Aviano per gli attacchi aerei in Medio Oriente, Renzi risponde: "Per partecipare ai raid o per un intervento militare c'è bisogno di un impegno del Parlamento. Io sto in una coalizione internazionale. Ratificheremo ciò che è importante. Per esempio negli ultimi 12 anni, l'Italia ha partecipato alle missioni in Afghanistan, Iraq e Libano. Non so quale potrebbe essere il nostro ruolo in Libia, Iraq e Siria o in altri Paesi. Siamo pronti a decidere con i nostri partner la strategia. Per il Parlamento italiano c'è differenza tra Iraq e Siria. Il governo dell'Iraq ha chiesto un intervento. La Siria - conclude - è differente. Per il Parlamento la questione è la base legale dell'intervento. Siamo pronti a fare la nostra parte".