POLITICA
La Regione si difende: "Intercettata quando non era assessore"
Mafia Capitale. I Ros: ex assessore Pd del Lazio aiutò Buzzi
Varvazzo (della giunta Zingaretti) fornì documenti utili al regista di 'Mafia Capitale' per fare pressione su un giudice del Tar per un appalto vinto dalle coop di Buzzi
Roma
Emergono nuove scottanti carte dall'inchiesta 'Mondo di Mezzo' che ha sconvolto la politica romana. L'ex assessore della Regione Lazio, Paola Varvazzo - della giunta Zingaretti dimessasi nell'aprile 2013 dopo che il marito era stato accusato di concussione - avrebbe fornito documenti utili a Salvatore Buzzi, braccio destro del boss Massimo Carminati. Lo sostiene il Ros dei Carabinieri in un'informativa. I documenti riguardavano il giudice del Tar Linda Sandulli che aveva sospeso un appalto vinto dalle coop di Buzzi.
Varvazzo fornì documenti su giudice Tar
Il gruppo voleva screditare il giudice, che aveva firmato la sospensiva per la gara sul Cara di Castelnuovo di Porto, accusandola di conflitto di interessi per una partecipazione in una società che faceva manutenzione nella stessa struttura, la Proeti Srl. Varvazzo acquisì documenti sul magistrato, che lei stessa definiva "una bomba" parlando con Buzzi. "Buzzi era riuscito ad ottenere, evidentemente grazie a Varvazzo - si legge nell'informativa - informazioni sulla Proeti S.r.l., che egli riferiva essere di proprietà per il 33% di Sandulli e per altra quota del marito".
Varvazzo intercettata quando non era assessore
Ai Ros replica la Regione Lazio che in una nota spiega: "L'ex assessore Paola Varvazzo è rimasta nella giunta Zingaretti dal 22 marzo 2013 al 5 aprile 2013, quindi circa due settimane. Le intercettazioni diffuse oggi, come risulta dagli atti, non riguardano il periodo di due settimane in cui la Varvazzo ricoprì il ruolo di assessore bensì il suo precedente impegno professionale".
Pressioni del clan sui deputati Dem
Dalle carte dell'inchiesta emergono inoltre pressioni del clan su alcuni deputati del Pd - tra cui Micaela Campana e Umberto Marroni - per ottenere un'interrogazione parlamentare sull'appalto su un centro rifugiati bloccato da un giudice del Tar del Lazio. La gara era stata vinta da una coop della holding di Mafia Capitale. E' la storia raccontata nell'informativa del Ros depositata agli atti dell'inchiesta di Roma. Nonostante le pressioni l'interrogazione non fu mai presentata. Nel settembre 2013 il Consorzio Eriches di Salvatore Buzzi, braccio destro di Massimo Carminati, vince la gara per la gestione del Centro di accoglienza richiedenti asilo (Cara) di Castelnuovo di Porto, vicino a Roma.
Varvazzo fornì documenti su giudice Tar
Il gruppo voleva screditare il giudice, che aveva firmato la sospensiva per la gara sul Cara di Castelnuovo di Porto, accusandola di conflitto di interessi per una partecipazione in una società che faceva manutenzione nella stessa struttura, la Proeti Srl. Varvazzo acquisì documenti sul magistrato, che lei stessa definiva "una bomba" parlando con Buzzi. "Buzzi era riuscito ad ottenere, evidentemente grazie a Varvazzo - si legge nell'informativa - informazioni sulla Proeti S.r.l., che egli riferiva essere di proprietà per il 33% di Sandulli e per altra quota del marito".
Varvazzo intercettata quando non era assessore
Ai Ros replica la Regione Lazio che in una nota spiega: "L'ex assessore Paola Varvazzo è rimasta nella giunta Zingaretti dal 22 marzo 2013 al 5 aprile 2013, quindi circa due settimane. Le intercettazioni diffuse oggi, come risulta dagli atti, non riguardano il periodo di due settimane in cui la Varvazzo ricoprì il ruolo di assessore bensì il suo precedente impegno professionale".
Pressioni del clan sui deputati Dem
Dalle carte dell'inchiesta emergono inoltre pressioni del clan su alcuni deputati del Pd - tra cui Micaela Campana e Umberto Marroni - per ottenere un'interrogazione parlamentare sull'appalto su un centro rifugiati bloccato da un giudice del Tar del Lazio. La gara era stata vinta da una coop della holding di Mafia Capitale. E' la storia raccontata nell'informativa del Ros depositata agli atti dell'inchiesta di Roma. Nonostante le pressioni l'interrogazione non fu mai presentata. Nel settembre 2013 il Consorzio Eriches di Salvatore Buzzi, braccio destro di Massimo Carminati, vince la gara per la gestione del Centro di accoglienza richiedenti asilo (Cara) di Castelnuovo di Porto, vicino a Roma.