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POLITICA

Roma

Marino decade da sindaco di Roma. 26 consiglieri comunali firmano in Campidoglio le dimissioni

Firmate in Campidoglio le dimissioni di 26 consiglieri. Alle 17:55 consegnato al segretario d'Aula, per essere protocollato ufficialmente, l'atto che scioglie l'Assemblea capitolina e porta alla decadenza di Ignazio Marino. L'ex sindaco: "Si può uccidere una squadra ma non si possono fermare le idee"

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Roma Il sindaco di Roma Ignazio Marino decade insieme a Giunta e Assemblea Capitolina, dopo la firma in Campidoglio, davanti ad un notaio, delle dimissioni di 26 consiglieri comunali di un atto poi consegnato al segretario d'Aula per essere messo a protocollo.

Marino: "Si può uccidere una squadra ma non si possono fermare le idee"
La reazione dell'ex sindaco è immediata, e viene espressa in una conferenza stampa in Campidoglio: "La nostra azione di governo finisce oggi ma credo che il segno che lasciamo sia un segno profondo", ha dichiarato nel giorno delle dimissioni. "Spero che non si torni indietro, non è in gioco il futuro di Ignazio Marino ma di Roma, si può uccidere una squadra ma non si possono fermare le idee". Il sindaco si spinge fino a dire che c'è un unico mandante dietro le 26 firme. Il riferimento sembra essere rivolto al segretario del Pd e presidente del Consiglio Renzi che replica: "Nessuna congiura". Anche il commissario del Pd romano Matteo Orfini risponde al sindaco annunciando nelle prossime ore già il nome del commissario per Roma. 

Quota 25. La mossa dei consiglieri contro Marino
L'obiettivo dei consiglieri comunali, del Pd innanzitutto, per arginare la rinuncia alle dimissioni di Marino era stato quello di raggiungere, come prevede la legge, "quota 25", ovvero il numero necessario di consiglieri dimissionari per far cadere consiglio e giunta in Campidoglio. 

Nella sede dei gruppi, in via del Tritone, nel primo pomeriggio i consiglieri avevano firmato, davanti ad un notaio, le dimissioni. Poi hanno replicato l'operazione recandosi in Campidoglio con il notaio, per firmare il documento "contestualmente" come prevede la legge. Le dimissioni sono adesso formali e si avvia la procedura dello scioglimento dell'Assemblea Capitolina e della decadenza del sindaco di Roma, Ignazio Marino, e della sua giunta. 

Chi ha firmato la sfiducia a Marino
Oltre ai 19 consiglieri del Pd e a Daniele Parrucci di Centro democratico e Svetlana Celli della Lista civica Marino, hanno firmato anche Roberto Cantiani (Ncd), i fittiani Ignazio Cozzoli e Francesca Barbato (Conservatori riformisti) e il capogruppo della Lista Marchini, Alessandro Onorato e Alfio Marchini.

La riunione con il Commissario del Pd Orfini
La mossa dei consiglieri è arrivata a seguito del ritiro delle dimissioni da parte del primo cittadino e della riunione fiume, ieri sera, tra i consiglieri dem e il commissario Pd Matteo Orfini: "Spiace che Ignazio Marino abbia vanificato uno sforzo comune per individuare soluzioni che avessero al centro la città e non i destini personali" avevano dichiarato ieri Orfini e il capogruppo in Campidoglio Fabrizio Panecaldo, al termine del vertice al Nazareno.

Lasciato dagli assessori
Anche gli assessori lasciano. L'ultima è stata Marta Leonori, assessore ai trasporti. I primi a presentare le dimissioni il vicesindaco Marco Causi, Stefano Esposito, Luigina Di Liegro e Alfonso Sabella. Duro il commento di Esposito alla notizia dell'iscrizione di Marino nel registro degli indagati: "Devo prendere atto di aver dato mia lealtà ad un bugiardo". L'assessore dimissionario ai trasporti di Roma, Stefano Esposito, durante la trasmissione 'L'aria che tira' su La7 ha detto che "la giornata di oggi sarà scandita da tempi tecnici, entro stasera ci saranno sul tavolo tutte le dimissioni consegnate e, già da domani, si potrà nominare il commissario".

La reazione di SEL: "Scippata sovranità democratica"
"Le dimissioni dei 25 consiglieri rappresentano uno scippo della sovranità democratica a Roma. Il centro destra di Renzi affossa la democrazia nella nostra città, una pagina inquietante che deve preoccupare tutti. Un capo del governo eletto da nessuno sfiducia un sindaco eletto dal popolo. Vedere la destra estrema festeggiare in piazza del Campidoglio è un fatto che deve interrogare". Lo dichiarano in una nota i consiglieri di Sel Gianluca Peciola, Gemma Azuni, Imma Battaglia e Annamaria Cesaretti.

I M5S: "Si voti"
"Insieme a Marino hanno violentato la nostra città. Apprendiamo che 25 consiglieri tra esponenti Pd, CD, Fdi e lista Marchini si sono dati all'ammucchiata per far cadere Marino. Meglio tardi che mai, verrebbe da dire, se non fosse che queste persone avrebbero potuto sottoscrivere la nostra mozione di sfiducia depositata a giugno per far dimettere il Sindaco, ma hanno preferito restare ancorati alla poltrona fino all'ultimo giorno, trascinando Roma nel fosso, per di più a poche settimane dal Giubileo, usando la nostra città violentandola e infangandola". Lo dichiarano i consiglieri capitolini M5S. "Un comportamento tipico della vecchia politica, condito da giochini e retroscena che non ci appartengono. Anzi, che ci disgustano. Sia chiaro - conclude - noi continuiamo a camminare a testa alta, dentro e fuori dal Campidoglio. Roma è con noi, ora le urne".

La reazione dell'Osservatore Romano
"Sta assumendo i contorni di una farsa la vicenda legata alle dimissioni del sindaco di Roma, Ignazio Marino, che ieri, con una mossa in verità non del tutto inattesa, ha ritirato la lettera con cui lo scorso 12 ottobre aveva rinunciato al suo incarico". Così l'Osservatore Romano. Marino "ha motivato la scelta, chiedendo un confronto in aula con la maggioranza che lo ha sostenuto nei due anni della sua amministrazione. "Ha avuto intanto conferma - scrive il giornale vaticano - la notizia che Marino è indagato per peculato in merito alla vicenda degli scontrini. Ieri la Procura di Roma ha invece smentito la notizia - fatta circolare dai legali del sindaco - della richiesta di archiviazione dell'inchiesta su una onlus fondata proprio da Marino"."Al di là di ogni altra valutazione resta il danno, anche di immagine, arrecato a una città abituata nella sua storia a vederne di tutti i colori, ma raramente esposta a simili vicende".

Squinzi:  "Auguro a Roma un sindaco all'altezza"
"Mi auguro che il balletto delle dimissioni termini e che ci sia un commissariamento serio". Lo ha detto Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, a margine di un convegno a Siena parlando con i giornalisti. Il presidente si è augurato che alle prossime elezioni ci sia un sindaco all'altezza della situazione.
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