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SCIENZA

Candidature da tutto il mondo: in lizza anche tre italiani

Finti astronauti cercasi: un anno nell'Artico per simulare un viaggio su Marte

L'organizzazione no-profit Mars Society seleziona volontari che trascorrano dodici mesi in una base a 1500 chilometri dal Polo Nord fingendo di essere sul Pianeta Rosso. I dati scientifici raccolti potranno servire alle agenzie spaziali per organizzare l'esplorazione e la colonizzazione di un altro mondo

Finti astronauti all'esterno della base "marziana" di Devon Island (foto The Mars Society)
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di Andrea BettiniDenver (Colorado) Il viaggio dell'uomo verso Marte potrebbe passare per Devon Island, un'isola sperduta nell'Artico canadese. Qui, a 1500 chilometri dal Polo Nord, si trova uno degli ambienti più simili al Pianeta Rosso presenti sulla Terra. È il luogo scelto da un'organizzazione no-profit, la Mars Society, per un esperimento estremo: simularvi una missione sul suolo marziano della durata di un anno. Una specie di Grande Fratello, ma dalle finalità rigorosamente scientifiche. Tra i candidati a partecipare ci sono anche tre italiani.
 
In cerca di pionieri dell'esplorazione spaziale

Fredda, desertica, isolata. Devon Island è un ambiente ostile quasi quanto Marte. Presenta anche un cratere di circa venticinque chilometri di diametro formato da un meteorite caduto 39 milioni di anni fa. Più di 200 persone da tutto il mondo si sono offerte di prendere parte alla missione “Mars Arctic 365”, proponendosi come pionieri dell'esplorazione spaziale. La rosa è già stata ristretta a 62 candidati e nei prossimi mesi tra loro ne saranno individuati diciotto. Divisi in tre equipaggi, nella prossima estate passeranno due settimane in una finta base marziana già allestita sull'isola nel cuore dell'Artico. Nel luglio 2015 i sei ritenuti più adatti dovrebbero iniziare il loro “anno su Marte”, fornendo utili indicazioni sulle difficoltà che potrebbero essere incontrate in futuro dagli astronauti.
 
Tre italiani tra i preselezionati
I preselezionati sono soprattutto ingegneri, geologi e biologi. Nell'elenco figurano anche l'ingegnere elettronico Stefano Calleri di Siracusa, l'ingegnere romano Dario Paratesh e il 29enne piacentino Marcello Valdatta, che sta concludendo gli studi in ingegneria aerospaziale all'Università di Bologna ed è tra i fondatori di una startup nel settore dei nanosatelliti. “A me piacerebbe anche far parte del controllo missione – dice quest'ultimo – Se mi dovessero selezionare come astronauta inizierei intanto a fare il periodo di due settimane. Per la spedizione di un anno poi valuterei cosa fare anche in base alla mia situazione lavorativa. Di certo interfacciarsi con una realtà del genere sarebbe utile anche dal punto di vista del background professionale”.
 
Cibo razionato e finte tute spaziali

Quella a Devon Island non sarà affatto una vacanza. Il programma della Mars Society, che dovrà essere finanziato principalmente attraverso donazioni, prevede una simulazione pressoché totale di una spedizione sul Pianeta Rosso. L'equipaggio avrà cibo razionato, uscirà all'esterno della base indossando finte tute spaziali, dovrà compiere degli esperimenti scientifici e sarà tagliato fuori dal mondo esterno. Le comunicazioni con il controllo missione saranno ritardate artificialmente di una ventina di minuti, proprio come se i segnali dovessero percorrere la distanza tra la Terra e Marte. “Si proverà quello che può succedere in una missione prolungata. Il fine è condurre degli studi per arrivare un domani ad avere dati certi e potere pianificare al meglio i viaggi su Marte”, continua Marcello Valdatta, che si è candidato anche per Hi-Seas, un progetto simile sviluppato dalla Nasa alle Hawaii.
 
Promuovere esplorazione e colonizzazione di Marte

“Mars Arctic 365” è solo uno dei progetti della Mars Society, un'organizzazione no-profit che è stata fondata nel 1998 all'Università di Boulder, nel Colorado, e che si propone di promuovere l'esplorazione e la colonizzazione del Pianeta Rosso. Lassù finora sono stati mandati dei rover e delle sonde, ma l'invio di astronauti sarebbe estremamente più complesso e rischioso. Ecco perché è importante raccogliere più informazioni possibile.
 
“Apriremo nuove frontiere”
Analoghe missioni simulate, ma della durata di due sole settimane, sono già organizzate dalla Mars Society in una base “marziana” allestita nel deserto dello Utah. Gli obiettivi sono ambiziosi. “Mostreremo cosa si può fare in un vero programma spaziale – dice il presidente dell'organizzazione Robert Zubrin in un video pubblicato su YouTube per presentare il progetto a Devon Island – Apriremo nuove frontiere in nuovi mondi”. 
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