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POLITICA

Giustizia

I magistrati ricevuti da Mattarella. Sabelli: "Abbiamo manifestato il nostro disagio"

Una delegazione dell'Anm in visita al Colle: "Espressa al Capo dello Stato la preoccupazione per le critiche, ma dobbiamo cercare di superare le polemiche"

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"Al Capo dello Stato abbiamo manifestato il disagio della magistratura", ma "la strage spaventosa di Tunisi, la crisi economica che colpisce tanti cittadini, devono spingere tutti a superare ogni motivo di contrasto". Lo sottolinea il presidente dell'Anm Rodolfo Sabelli, che con la giunta è stato ricevuto da Sergio Mattarella. Il colloquio con il Capo dello Stato era stato chiesto dall'Anm prima del varo della riforma della responsabilità civile dei giudici e per una mera coincidenza temporale è caduto all'indomani della polemica tra il sindacato delle toghe e il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Un tema che, sostiene Sabelli, non sarebbe stato trattato con Mattarella.   

"Manifestato il disagio della magistratura"
"Con il Presidente abbiamo parlato di temi concreti e cioè della necessità di avere un servizio all'altezza del compito richiesto alla giurisdizione, cioè tutelare i diritti dei cittadini - dice Sabelli -. E abbiamo manifestato il disagio della magistratura che deriva dalla consapevolezza del contrasto tra l'impegno individuale e collettivo e i risultati del servizio giustizia  che non è come i cittadini meritano. Abbiamo parlato anche della riforma della responsabilità civile: del rischio di strumentalizzazioni legate soprattutto all'eliminazione del filtro e del clima che va superato e che è stato diffuso con facili slogan come 'chi sbaglia paga'".

"Bisogna superare le polemiche"
E ai giornalisti che gli chiedono se dunque la polemica con il governo sia archiviata, Sabelli risponde: "Già ieri ho detto che bisogna superare le polemiche. Sappiamo bene che ci sono problemi seri: c'è la strage spaventosa di Tunisi, la crisi economica che colpisce tanti cittadini. Tutto questo deve spingere tutti a superare ogni motivo di contrasto. Vi sono dinamiche tra le istituzioni dello Stato che vanno ricondotte al senso di collaborazione, nel rispetto della dignità e dell'autonomia reciproca - conclude Sabelli - per realizzare obiettivi condivisi".
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