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Coronavirus

Miozzo: rispettare le regole o sarà di nuovo lockdown

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''Ho letto di tutto, soprattutto analisi  totalmente errate e disorientanti di pseudo esperti che hanno  evidentemente la sfera di cristallo e la bacchetta del mago Merlino  proponendo soluzioni magiche a problemi estremamente complessi. Che  siano i politici a criticare le indicazioni del Cts mi sembra quasi  legittimo, è nel pieno diritto. Che siano dei tecnici a dire cose  inesatte e fuorvianti è molto meno legittimo''. Lo dice al Corriere  della Sera Agostino Miozzo, a capo del Comitato tecnico scientifico,  che aggiunge: ''Fra due settimane sapremo se abbiamo raggiunto il  limite non compatibile e si deve passare ad un intervento più radicale come quello che abbiamo già dolorosamente sperimentato a marzo e  aprile. Solo con il rispetto rigoroso delle regole, il lockdown potrà  essere ricordato come una brutta esperienza del passato''.        ''Imputare al Cts responsabilità di una situazione figlia delle  sofferenze imposte al sistema sanitario italiano nei decenni passati  è, non solo scorretto, ma direi disonesto - prosegue Miozzo -. Dov'  erano questi esperti di gestione delle emergenze dell'ultima ora,  quando venivano tagliati ospedali pubblici e letti di terapia  intensiva, quando la politica penalizzava il sistema di sanità  pubblica? Non ricordo le voci di questi nuovi urlatori di professione  alzarsi forti per denunciare i tagli''.        ''Il Dpcm - spiega - risponde alla situazione attuale del Paese che è  in rapidissimo peggioramento. Le stesse misure le ha adottate oggi la  Germania. Noi dobbiamo orientare i comportamenti dei nostri  concittadini al rispetto rigoroso del distanziamento, alla riduzione  di tutti i contatti a rischio, alla limitazione di tutte le possibili  occasioni di contagio. È la gradualità di comportamenti da mettere in  atto come ultimo tentativo per evitare la ben più dolorosa decisione  del lockdown generale''.
 
 
 Sulla richiesta di lockdown, almeno parziale, da parte  del consulente del ministro della Salute Walter Ricciardi, Miozzo  afferma di ''stimare molto Walter Ricciardi, di cui sono amico, ma lui è esperto di sanità pubblica, questa emergenza mi ha insegnato che le  decisioni di giungere al lockdown includono anche valutazioni relative alla sicurezza, all'erogazione dei servizi essenziali, all'economia.  Io non ho tutti questi strumenti di valutazione e invidio i colleghi  capaci di fare valutazioni così complesse dal chiuso del reparto dove  dovrebbero assistere i loro malati''.        "Gli ospedali soffrono una pressione difficilmente sostenibile nel  lungo periodo - dice ancora Miozzo -, soprattutto nei territori in  ritardo nell'organizzazione dei percorsi dedicati ai pazienti Covid.  L'unico modo per alleggerire è coinvolgere medici di famiglia e  pediatri di libera scelta fornendo loro tutti i mezzi per operare, i  materiali di protezione, gli strumenti diagnostici. Con l'accordo  appena siglato tutti i cittadini potranno fare i tamponi rapidi con il loro medico. In questo i medici vanno coinvolti, anche ospitandoli in  spazi dedicati se il loro studio non va bene. Naturalmente vanno messi nelle condizioni di lavorare in sicurezza, senza escludere sanzioni  per chi si rifiuta''.        "Dobbiamo promuovere, insistere, fare tutto il necessario - rimarca -  per avere tutti sul proprio cellulare l'applicazione Immuni. Se vuoi  entrare in Università devi avere l'applicazione. So di andare contro  la libertà dei singoli e i diritti costituzionali, ma dobbiamo  convincerci che il bene dell'intera comunità passa anche dalla  riduzione, tutto sommato marginale, di alcuni aspetti delle nostre  libertà. Con una notifica di Immuni scatta l'isolamento e si  interrompe la catena del contagio. Riguardo la scuola, il vero  coraggio è tenerle aperte e adattare il sistema a questa esigenza.  Sono stati fatti miracoli per trasformare il cronico disastro del  sistema scolastico in qualcosa che sia in grado di affrontare la crisi che stiamo passando. Dobbiamo difenderlo se non vogliamo trovarci  centinaia di migliaia di ragazzi terrorizzati e affetti dalla sindrome della capanna”.
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