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ITALIA

L'inchiesta

Trattativa Stato-mafia, Napolitano dovrà deporre. Il presidente: nessuna difficoltà

I giudici ribadiscono la necessità di sentire il Capo dello Stato. come richiesto dai pm palermitani. Il Presidente verrà ascoltato presumibilmente al Quirinale: "Nessuna difficoltà a testimoniare"

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Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dovrà deporre al processo sulla presunta trattativa Stato-mafia. La Corte d'assise di Palermo, presieduta dal giudice Alfredo Montalto, ha infatti sciolto la riserva riguardo l'audizione del Capo dello Stato cui le parti avevano rinunciato. Lo scorso 31 ottobre il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva inviato alla Corte d'Assise di Palermo una lettera con cui, pur confermando la sua disponibilità all'audizione, sottolineava di non avere nulla da riferire sui temi del processo. Quella missiva spinse l'Avvocatura dello Stato e i legali dell'ex senatore Marcello Dell'Utri a chiedere ai giudici di revocare la testimonianza del Capo dello Stato. All'audizione di Napolitano, per la quale non è stata ancora fissata la data, e che avverrà al Quirinale, saranno presenti soltanto i magistrati della Corte e i legali.  

I temi della deposizione
I magistrati della Procura di Palermo che reggono l'accusa nel processo sulla trattativa tra Stato e mafia, intendono però ascoltare Napolitano riguardo alla lettera inviatagli da Loris D'Ambrosio, deceduto nel luglio del 2012, in cui il consigliere giuridico del Quirinale riferiva i timori sorti dopo le polemiche per le telefonate intercettate fra lui e l'ex presidente del Senato Nicola Mancino.

Napolitano: "Nessuna difficoltà a testimoniare"
"Prendo atto dell'odierna ordinanza della Corte d'assise di Palermo. Non ho alcuna difficoltà a rendere al più presto testimonianza - secondo modalità da definire - sulle circostanze oggetto del capitolo di prova ammesso". Così Giorgio Napolitano in una dichiarazione.
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