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ITALIA

Il caso

Segre: "Incontrare Salvini? La porta è aperta". Il leader della Lega: "Da lei ho tanto da imparare"

"Se io non odio, perché non dovrei aprire la porta?", ha risposto la senatrice a chi le ha ricordato le recenti polemiche con il centrodestra sulla commissione antisemitismo

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Matteo Salvini "lo incontrerò, certo, perché non dovrei? Se lui mi vuole incontrare perché no?". Lo ha detto la senatrice a vita, Liliana Segre, arrivando all'incontro 'L'etica della responsabilità: dalla memoria all'universalità dei diritti', organizzato dal Municipio 6 del Comune di Milano con il liceo statale Marconi e l'associazione 'Figli della Shoah'.

"Se io non odio, perché non dovrei aprire la porta?", ha risposto la senatrice a chi le ha ricordato le recenti polemiche con il centrodestra sulla commissione antisemitismo.

In una intervista al 'Corriere della sera' a chi gli chiedeva se avesse qualcosa da dire a Balotelli, vittima di cori razzisti nella partita con il Verona, Salvini aveva detto: 'Se devo incontrare qualcuno penso a Liliana Segre'. Una persona, ha detto, che: 'merita tutto il mio rispetto e le chiederò quanto prima un incontro'. "Cerchero' di ascoltare tanto e parlare poco. Voglio ascoltare perche' da lei ho tanto da imparare e non devo insegnare nulla" ha poi aggiunto il leader della Lega Matteo a margine di un comizio a Napoli.

Il leghista Bastoni: "Segre in Regione Lombardia? No a catechismo del pensiero unico"
"Un NO deciso a qualsiasi tentativo di portare in consiglio regionale il catechismo del politicamente corretto". Così il consigliere regionale lombardo della Lega, Max Bastoni, ha bocciato le mozioni presentate oggi da Europa+ e M5S per invitare la senatrice Liliana Segre nel parlamentino lombardo "in modo da recepire importanti e significativi spunti di riflessione".

"La lotta all'antisemitismo è lo specchietto per le allodole per promuovere un vero e proprio catechismo del pensiero unico, il risultato di un processo culturale che, attraverso la declinazione linguistica, si è imposto come critica distruttiva di un'idea di società in positivo e che vede nella Commissione parlamentare che porta il nome di Liliana Segre un pericoloso veicolo" ha dichiarato Bastoni, ricordando "come già Laura Boldrini avesse tentato nel 2017, con la Commissione Cox, di introdurre nuove censure linguistiche e di pensiero: un'operazione degna del miglior ministero della Verità di orwelliana memoria, dove anche il solo citare fatti oggettivi, come la relazione tra immigrazione e criminalità oppure la percentuale di stranieri nelle nostre carceri, sarebbero indicatori di razzismo".

"Ora non si mette in discussione il passato doloroso di Liliana Segre ma il presente della sua attività che rischia seriamente di portare di portare ad autentiche forme di censure del pensiero" ha proseguito l'esponente lombardo del Carroccio, sottolineando che "se non si accettano per dogma alcune verità del politicamente corretto si viene tacciati di oscurantismo".

"Si può criticare qualcuno di colore senza passare per razzisti? E si può essere contrari ai matrimoni gay senza passare per omofobi? Nessuno si prenderà la briga di confutarvi ma sarete semplicemente ignorati e giudicati degli appestati da evitare" ha aggiunto, concludendo "ma una società che chiude così drasticamente lo spazio di discussione, e quindi di libertà, può dirsi ancora una società democratica?".

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